6 gennaio 2007

 
     

Pena di morte e risoluzione ONU proposta dai radicali
di Claudio Giusti*

I radicali di Nessuno tocchi Caino non sono attendibili. I loro rapporti sono pieni di clamorosi errori su Usa e Cina.

Si attribuiscono meriti non loro. In realtà il mondo ha iniziato a abolire la pena di morte ben prima della loro comparsa (1).

Inoltre prendono lucciole per lanterne affermando che una Risoluzione dell'Assemblea delle Nazioni Unite fermerà la pena di morte nel mondo.

La loro inesausta retorica afferma che in due occasioni si è arrivati a un passo da questo obbiettivo e dall'ottenere così la panacea per tutti i mali. Sempre secondo i radicali questo Nirvana non si è raggiunto solo a causa della vigliaccheria degli europei e delle altre organizzazioni abolizioniste.

Le loro affermazioni sono destituite di ogni fondamento.

I fatti come sono.
Effettivamente, sia nel 1994 che nel 1999, si andò molto vicini ad ottenere la famosa Risoluzione con cui si chiede a tutti gli stati del mondo di porre in atto una moratoria delle esecuzioni.

I radicali però non si degnano di far sapere che tale Risoluzione conteneva un regalo avvelenato: l'emendamento Singapore. Questo emendamento, che sarà ripresentato ad ogni occasione, avrebbe fatto fare un enorme passo indietro alla difesa dei diritti umani ed alla lotta alla pena di morte.

In esso infatti si affermava che "ogni stato ha il pieno diritto di scegliere il suo sistema politico, sociale ed economico senza interferenze esterne" e che "l'articolo 7/2 dello statuto delle Nazioni Unite vieta esplicitamente l'interferenza di queste nelle materie che sono di giurisdizione interna" [Amnesty International ACT53/005/1999 e ACT53/004/1999 e BBC News November 18, 1999].
Più o meno la stessa cosa era già avvenuta nel 1994 [William Schabas, The Abolition of the Death Penalty in International Law, Cambridge U.P 1997 p 188].

In altre parole, se i paesi europei, con la complicità del Movimento Abolizionista, non avessero fatto una precipitosa marcia indietro, i diritti umani sarebbero tornati ad essere terreno di esclusiva competenza degli stati e fuori da ogni "ingerenza" internazionale.

Molto saggiamente le proposte di moratoria furono ritirate suscitando così le ire di Pannella e degli altri radicali che oggi, dopo un altro paio di tentativi fortunatamente saltati, ripartono con la loro ennesima "carica banzai".

In ogni caso, anche se ci fossero quei voti che non ci sono e non ci sono mai stati, una Risoluzione dell'Assemblea delle NU non servirebbe assolutamente a nulla e gli stati forcaioli continuerebbero tranquillamente ad impiccare la gente.

Chi lotta per il rispetto dei diritti dell'Uomo, contro la tortura e la pena di morte non ha bisogno di simili vittorie.

(1) per un elenco completo vedi http://web.amnesty.org/pages/deathpenalty-countries-eng

*membro del Comitato scientifico dell'Osservatorio

La pena di morte e le Nazioni Unite

Pena di morte: azione Tennessee

Speciale diritti umani

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NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

USA : omicidi ed esecuzioni da Furman a Tucker, 1973 - 1998

Sacrifici umani: tenuti in vita per farli morire

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Clarence Ray Allen

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La moratoria americana e' una trappola

Pena di morte: una proposta di moratoria