NEW del 18 maggio
2005
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Pena
di morte , DNA , innocenti e colpevoli 17 maggio
1954 Brown vs. Board of Education of Topeka - 18 maggio 1896 Plessy vs.
Ferguson. Quest'ultima vicenda merita un'attenzione particolare, visto che la ridente cittadina texana è la capitale americana della pena di morte. La Contea Harris (di cui Houston fa parte) ha fatto 80 delle 342 esecuzioni del Texas, mentre il totale nazionale è di 966. Fra le molte ragioni per cui il laboratorio è stato chiuso la più divertente è che ci pioveva dentro. Comunque ne hanno approfittato per fare le pulizie e hanno così trovato dozzine di scatoloni contenenti centinaia di reperti di casi giudiziari. In ogni caso non dovete preoccuparvi: non succederà un bel nulla. Come non è successo nulla a Oklahoma City e come non succederà nulla in Virginia. Perché la giustizia americana non sbaglia mai. Lo scandalo del laboratorio in Virginia ha avuto larga eco in Italia perché, a suo tempo, ci appassionammo a due casi di quello stato: O'Dell (ucciso nel 1997) e Barnabei (ucciso nel 2000). In entrambi i casi il test del DNA svolse un ruolo fondamentale. FONDAMENTALE
E ASSOLUTAMENTE SBAGLIATO. L'occuparsi di innocenti, pazzi, poveracci e negri ci ha condotto in un vicolo cieco, come ha dimostrato nel 2001 il caso del terrorista McVeigh. Allora, non avendo la possibilità di usare le solite scuse, il Movimento Abolizionista non trovò di meglio che volatilizzarsi (a parte una rumorosa campagna da me condotta nella più assoluta solitudine). Piantatela quindi con il DNA e i presunti innocenti. Uscite da questa trappola e da quella della moratoria. Il famoso test, diventato il proiettile d'argento dei procuratori e dei governatori in fregola presidenziale (Massachusetts), può essere inutile o anche dannoso. E' un problema dei forcaioli impedire che siano uccisi gli innocenti. Il nostro è quello di salvare i colpevoli. Per quanto riguarda la Virginia sarà ben difficile rifare i test a Barnabei e O'Dell, visto che i reperti sono stati probabilmente distrutti, come è successo a Giarratano, che è stato graziato, ma che non potrà dimostrare la sua innocenza. Roger Keith Coleman è un caso diverso. Lui è stato ucciso nel 1992, ma i reperti sono nel frigo di un laboratorio in California. Da dieci anni la rivista Time, con altri periodici e molte organizzazioni abolizioniste, sta chiedendo il permesso di fare, a proprie spese, il test del DNA. La Procura si oppone con ferocia. Forse perché teme che Coleman fosse innocente, o più probabilmente perché questo metterebbe in crisi il principio della "finality", ovvero: a un certo punto bisogna chiudere il tira e molla giudiziario e ammazzarlo. Ricordo infine che dall'altra parte dell'Atlantico, a parte un paio di forcaioli sgallettati, ci sono persone preparatissime che da più di trent'anni mandano la gente nel braccio. La nostra azione deve essere all'altezza della sfida. *Comitato 3 luglio 1849 Pena di morte e processi farsa
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