NEW del 18 gennaio 2006

 
     

La crudelta' della pena di morte
Appunti per una conferenza
di Claudio Giusti*

18 gennaio 1882, nasce il commediografo A.A. Milne (padre dell'orsetto Winnie The Pooh) che partecipò con H.G. Wells alla stesura della prima Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo nell'ottobre del 1939.

Antefatto
22 settembre 2005. L'Alabama uccide John Peoples. Nessuno se ne sarebbe accorto se non fosse stato che il povero Peoples voleva essere ucciso con la sedia elettrica, ma, come è accaduto per altri casi in Tennessee e Ohio, gli è stato impedito.

Perché? dopo tutto la sedia ha ucciso quasi 5.000 persone. Il problema sta nel desiderio di "anestetizzare" la pena di morte. La sedia elettrica ha troppa visibilità e le sue fiamme potrebbero causare qualche ripensamento nell'opinione pubblica. Così si è provveduto a "sterilizzare" la morte con il sistema dell'ago avvelenato che, dietro il paravento della sua asetticità, non ci da più la sensazione dell'omicidio di stato, ma della morte dolce.

Prologo
Le mie vene che si rompono durante un tentativo di donazione di sangue. Come l'esperienza personale può far capire fino a che punto si può abbassare una società.

L'iniezione letale
Ovvero: il terzo tentativo di umanizzare la pena di morte (almeno per chi la guarda).
La primogenitura dell'idea va all'allora governatore della California Ronald Regan che propose, da bravo allevatore di cavalli, il colpo di pistola o l'iniezione. (Sul colpo di pistola ritorneremo). L'iniezione fu introdotta in Oklahoma nel 1977, ma fu il Texas a usarla per primo il 7 dicembre 1982 su Charlie Brooks (ovviamente nero) Primo in tutto il povero Brooks: in Texas, a Fort Worth e primo nero a morire dal 1964.

"Stringi il pugno Antonio"
La pena di morte può raggiungere livelli insuperabili di comicità surreale. Anni fa non riuscendo a trovare le vene di un disgraziato, il direttore del carcere gli chiese: "Antonio, potresti essere così gentile da fare il pugno che non troviamo la vena?". Antonio strinse il pugno, trovarono la vena e Antonio morì.

La faccenda però può essere molto lunga. A volte non trovando le vene (gli aghi da mettere sono due) si deve operare il condannato per aprirgli un'arteria nell'inguine allo scopo di inserire un catetere (ci vollero 50 minuti di tagliuzzamenti per Ricky Ray Rector). Di fronte a simili orrori c'è chi ha seriamente proposto che si introduca il colpo di pistola alla nuca e che a somministrare il proiettile fatale sia il Governatore o, in caso di esecuzioni federali, il Presidente, con l'ausilio dei giurati che hanno mandato al patibolo quel disgraziato. Purtroppo la proposta non è stata presa in considerazione.

La procedura di morte attraverso l'iniezione non richiede un boia specializzato: basta un paramedico se proprio non si vogliono spendere i soldi per un dottore. Si inseriscono due lunghi aghi (uno a destra e uno a sinistra). Gli aghi sono collegati attraverso un tubicino ad una macchina che contiene tre grosse siringhe. Si premono contemporaneamente due pulsanti e la macchina spara nelle vene del condannato una serie di tre sostanze chimiche: il Pentotal che impedisce la contrattura dei muscoli e fa fluire liberamente il veleno, poi il Pavulon, un paralizzante vietato nell'eutanasia degli animali che impedisce al corpo di mostrare i conati della morte, e infine il cloruro di potassio che spacca il cuore.

Secondo l'autorevole The Lancet le droghe usate procurano atroci sofferenze nascoste dalla paralisi causata dal Pavulon. Si sterilizza la morte con tampone e catetere per impedire che si veda la perdita di controllo degli sfinteri. (Questo della perdita del controllo degli sfinteri è un problema che affligge tutti i sistemi di esecuzione, in modo particolare l'impiccagione. La sedia elettrica è costruita su di una specie di grande catino per impedire che i vari liquidi facciano morire fulminati anche il boia e i testimoni).

Anche l'esecuzione meno incasinata può avere aspetti grotteschi. Kirt Wainwright (ex Arkansas 1997) passò un'oretta, con gli aghi nel braccio e nel collo, in attesa che la Scotus decidesse il suo destino. A volte invece si deve bloccare tutto e rispedire il condannato in cella, almeno per un po', come è successo in Ohio a Jay D. Scott, ucciso 14 giugno 2001 al terzo tentativo. Il primo era avvenuto il 17 aprile e il secondo il 15 maggio. Al secondo gli avevano già messo gli aghi quando un giudice fermò tutto.

Questo spiega perché disinfettano il braccio prima di inserirvi l'ago: sarebbe sconveniente se, fra un tentativo e l'altro, il condannato si beccasse una bella infezione. Comunque Scott era pazzo furioso e non si deve essere accorto di nulla.

Primo tentativo di umanizzazione della pena di morte: la ghigliottina, 1790.
25/04/1792 prima esecuzione con la ghigliottina (Nicolas Jacques Pelletier). La Convenzione accettò la proposta di un medico (Joseph Ignace Guillottin) per umanizzare la pena di morte. (in realtà era la modernizzazione di un vecchio sistema di morte italiano). Il Re Luigi XVI morì, il 12 gennaio 1793, sotto tre colpi della lama inclinata da lui stesso suggerita (come si dice? sarebbe meglio stare sempre zitti?).

La ghigliottina fu considerata un passo avanti perché sostituiva i vecchi atroci supplizi: ruota, scure, rogo, squartamento, sventramento, impiccagione (con o senza tortura). Non esce dalla sfera di influenza culturale francese e il papato la usa ampiamente.

Al posto della televisione.
Le esecuzioni pubbliche erano un modo per divertire la plebe. Il sistema più usato era l'impiccagione vecchio stile: il boia lega un capo della corda attorno al collo del condannato e lo tira su per la scala appoggiata al patibolo (una specie di porta da calcio), lega l'altro capo e poi butta giù il disgraziato salendogli sulle spalle per spezzargli le vertebre cervicali (atlante e epistrofeo). Da sotto il tirapiedi aiuta. Poi, vivo o morto che sia, il condannato viene squartato e i pezzi appesi alle porte della città (poi si domandavano perché c'erano le epidemie). Squartamento e odierne autopsie servono allo stesso scopo: accertarsi che il condannato sia effettivamente morto.

Gli inglesi restano affezionati al "long drop". Che però richiede un artista più che un boia. Il condannato è posto su di un palco sopra una botola. E' legato e incappucciato (i cappucci sono sempre gli stessi). La botola si apre e il corpo precipita. La lunghezza della corda deve essere proporzionata al peso del condannato e alla sua struttura muscolare e il boia deve conoscere bene il suo mestiere. Se va tutto bene la corda si tende, il nodo si stringe e le vertebre si spezzano causando prima l'incoscienza e poi la morte per soffocamento. La morte non è istantanea, come si scoprì a Norimberga, e il cadavere deve restare appeso almeno un'ora (a Norimberga li finirono con delle iniezioni).

Se la corda è corta assistiamo allo strangolamento, se è lunga alla decapitazione. Strangolamenti e decapitazioni convinsero i legislatori di New York a utilizzare la sedia elettrica. Recentemente, nello stato di Washington, il pluriomicida Mitchell Rupe si ingozzò di dolcetti fino a raggiungere il peso di 180 chili. Le autorità decisero che non valeva la pena di rischiare di decapitarlo, visto che già stava morendo di tumore al fegato (i dolcetti fanno male?).

Minnesota 1885: la corda era troppo lunga. Il condannato finì addirittura con i piedi per terra. Tre sceriffi si arrampicarono sul palco e lo tirarono su, tenendolo appeso fino a quando non morì. Quella fu l'ultima esecuzione in quello Stato. Secondo Koestler nell'Inghilterra dell'800 i patiboli erano talmente numerosi da essere usati come riferimento dalle prime guide turistiche (seguite la strada alberata e poi, arrivati alle forche, girate a destra lungo il pittoresco ruscello).

Secondo tentativo: New York 1890. Edison vs. Westinghouse.
6 agosto 890, New York, prima esecuzione con la sedia elettrica, William Kemmler fa da cavia involontaria. La decapitazione causata dall'impiccagione mal riuscita ha il difetto di inondare di sangue gli astanti e un paio di disastri del genere convinsero le autorità di New York a cercare aiuto nella moderna tecnologia. Chiesero a un tizio di costruire un aggeggio elettrico che desse la morte istantanea e costui si rivolse a sua volta a Edison.

Il grande inventore era contrario alla pena di morte ma voleva danneggiare il suo concorrente Westinghouse che patrocinava l'uso della corrente alternata, mentre Edison usava la continua. La prima è molto più pericolosa della seconda, ma decisamente più facile da distribuire e in effetti fu quella che vinse la gara. In tutti i sensi. Edison procurò un alternatore di seconda mano al tecnico che stava costruendo la sedia elettrica, mentre Westinghouse passava fiumi di denaro al povero Kemmler nel tentativo di evitarne l'uccisione con la sua corrente alternata.

Alla fine la Corte Suprema (In Re Kemmler) non trovò nulla da ridire sul nuovo attrezzo di morte e la prima electrocution ebbe luogo il 6 agosto del 1890. Sin dal primo momento se ne comprese tutto l'orrore, e Westinghouse commentò acidamente che avrebbero ottenuto un risultato migliore se avessero usato una scure (come aveva fatto Kemmler con la sua convivente), ma non si può fermare il progresso e da allora quasi 5.000 persone sono state cotte vive dalle varie Old Sparky e Yellow Mama. Solo nel 2001 la Corte Suprema della Georgia decise che trasformare la gente in bistecche bruciacchiate è contrario alla costituzione di quello Stato. Ma non vi preoccupate, la sedia era già stata rimpiazzata dal nuovo ritrovato tecnologico: l'iniezione letale.

I condannati che muoiono sulla sedia elettrica ricevono alcune scariche a 2.200 volt e a volte prendono fuoco come accadde all'innocente Tafero, in altre occasioni si strozzano nel loro stesso sangue come "Ciccio" Davis o restano vivi come Francis nel 1946 (poi definitivamente cotto l'anno successivo con la benedizione della SCOTUS). Resta solo il Nebraska ad averla come unico sistema di morte.

Gas Nevada.
Non ha mai goduto di grandi favori e oggi gli ambientalisti si incazzano per via del gas rilasciato nell'atmosfera.
In California uccise Caryl Chessman.

Fucilazione.
Da quando i secondini non spararono diritto al cuore dell'amico Eliseo Mares, Utah 1951, vengono arruolati dei volontari (puoi assassinare legalmente qualcuno e ti pagano per farlo!) Da quando non ci sono più le esecuzioni pubbliche è la più ritualizzata. Il condannato bendato viene legato a una poltrona di legno, circondata da sacchetti di sabbia. Gli si piazza esattamente sul cuore un segnalino rosso e cinque tiratori da breve distanza gli sparano, Una cartuccia è a salve come accadeva quando i secondini erano obbligati a fare anche i boia. E' un vero peccato che anche lo Utah sia passato all'ago avvelenato.

Metodi primitivi.
Decapitazione con la spada, lapidazione, fucilazione, impiccagione lenta. Il sistema più usato fuori dagli USA è la fucilazione. Ce ne sono due tipi: un gruppo di persone spara su uno o più condannati, oppure un solo boia spara alla testa o al cuore di un solo disgraziato. Il primo sistema è usato in Africa e lo è stato in Guatemala. Spesso la salva non uccide il condannato che viene finito con un colpo di pistola sparato a bruciapelo. E' anche accaduto che qualcuno degli astanti sia stato ferito da un proiettile di rimbalzo.

In Cina e a Taiwan si usa il secondo metodo e i fucilati sono usati per i trapianti. A Taiwan un prigioniero si ostinava a non morire nonostante i colpi che gli venivano sparati al cuore. Solo dopo molti tentativi si è scoperto che il poveretto aveva una deformazione congenita e il cuore tutto spostato a destra, mentre quelli gli sparavano a sinistra. Sempre a Taiwan un fucilato arrivò all'espianto ancora vivo. I medici lo intubarono e lo misero in rianimazione dove rimase un paio di giorni. Poi fu riportato al poligono e accuratamente crivellato di proiettili.

Si ritiene che cose del genere siano accadute anche nella Cina continentale dove i condannati a morte sono diventati la "banca degli organi" che alimenta un fiorente mercato internazionale di trapianti. La notizia dell'arrivo di camere della morte mobili è probabilmente collegata agli espianti.

Impiccagione lenta. Al contrario del "long drop" consiste nello strangolamento del condannato. In Iran vengono appesi a gru che li portano in alto a beneficio della folla. Quando li tirano giù sono soliti sparargli alla testa o spaccargliela con un colpo secco, perché questo tipo di impiccagione non da alcuna garanzia di morte.

Brutalità sovietica
Nell'Unione Sovietica si utilizzava un metodo che, nella sua brutalità, aveva degli aspetti positivi. Il condannato era tenuto all'oscuro di tutto e, il giorno dell'esecuzione, gli si faceva credere che veniva trasferito nel carcere del tribunale per un appello. Il boia, vestito da poliziotto, gli si accodava e gli sparava un colpo alla testa all'improvviso. Questo evitava le lunghe sofferenze del tira e molla giudiziario americano che a volte raggiunge veri e propri livelli di isteria giudiziaria. L'uso della pistola è stato suggerito come rimedio all'orrore dell'ago. Si è anche pensato di far compiere l'uccisione al governatore o, per le esecuzioni federali, al presidente, dato che sono loro a dire che la pena di morte fa bene alla società.

Il lungo incubo giapponese
I giapponesi amministrano la pena di morte con oculata ferocia. In quel paese le sentenze vengono ottenute con metodi che susciterebbero perplessità persino in Texas: poi, dopo alcuni anni, la condanna viene "finalizzata" come avviene in America, diventa cioè definitiva. Questo significa che, da quel momento in avanti, in qualsiasi giorno, senza preavviso, il prigioniero può essere impiccato. Così, per dieci, venti o trent'anni il condannato passa le sue giornate sapendo che in ogni momento il boia potrebbe aprire la porta della sua cella.
In Giappone la tortura dell'attesa viene portata ai massimi livelli del sadismo. I familiari dei condannati vengono a sapere della morte del loro congiunto dai giornali, e a volte ci vogliono giorni perché il Governo si degni di fare l'elenco con i nomi dei "giustiziati".

Il braccio della morte è una forma di tortura.
Con la sentenza Soering contro Regno Unito del 7 luglio 1989, la Corte Europea di Giustizia ha deciso che il braccio della morte è di per sé una forma di tortura.

Conclusione
Crocifiggere Thomas Harrison Provenzano?

La Corte Suprema della Florida si è sempre coerentemente rifiutata di considerare la cottura (alla fiamma o al sangue) un sistema di morte "crudele", ma i politici del posto avevano paura che, dopo le fiamme che avevano avvolto Pedro Medina, lo facesse un giudice federale. Se fosse accaduto si sarebbero trovati senza un sistema di morte di ricambio, così decisero di passare alla siringa avvelenata.

Purtroppo il primo condannato disponibile era Thomas Provenzano, un pazzo furioso che si credeva Gesù Cristo, per il quale era in corso una disputa legale. Il tema del contendere era se Provenzano fosse abbastanza pazzo da essere salvato dall'esecuzione, o se invece in lui vi fosse ancora un barlume di razionalità sufficiente a farlo consegnare al boia senza rimpianti. Intanto che si discuteva della follia del povero Thomas la follia dei governanti discuteva della "crudeltà" dei vari sistemi di morte e un politicante, particolarmente dotato di senso dell'umorismo, propose che Provenzano fosse crocifisso, in modo tale che, essendo lui convinto di essere il Cristo, nessun giudice federale osasse intervenire.

La disputa venne infine risolta da un giudice locale che sentenziò che, non essendo Provenzano in grado di camminare sulle acque, non era nemmeno in grado di provare la sua follia e che quindi valeva quanto previsto dal Comma 22: "Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalla pena di morte, ma chi chiede di essere esentato dalla pena di morte non è pazzo."

Thomas Harrison Provenzano morì il primo giorno d'estate dell'ultimo anno del millennio: gli altri pazzi continuano ad essere a piede libero.

*Comitato 3 luglio 1849

Speciale diritti umani

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