NOTIZIARIO del 08 aprile 2005

 
     

Pena di morte e processi farsa
da Claudio Giusti*

Jefferson County, Kentucky. Sherman Noble venne arrestato nel 1987 con l’accusa di avere ucciso tre persone. Ritenuto incapace d’intendere e volere fu rinchiuso in manicomio. Qui devono averlo curato veramente bene, visto che, a quasi vent’anni di distanza, non solo è stato considerato in grado di subire un processo, ma gli è stato anche concesso di difendersi da solo.

Sfortunatamente questa difesa casereccia non deve essere stata proprio eccezionale, dato che il nostro Sherman si è beccato due condanne a morte e un ergastolo. Comunque, considerazioni morali a parte, ci chiediamo se Mr. Noble si difenderà da solo anche in Appello. La cosa è preoccupante, perché un appello pena di morte assomiglia al nostro appello in Cassazione ed è diviso in diretto e habeas corpus (a sua volta diviso in statale e federale) e solo gli avvocati più preparati sono in grado di occuparsene.

Visto il non brillantissimo risultato del giudizio di merito non vorremmo che per Sherman Noble si prospettasse lo stesso destino di Exzavious Gibson in Georgia. In verità Gibson (che non è pazzo ma ha capacità mentali ridotte) non aveva alcuna intenzione di difendersi da solo, ma, dato che nessuno si era preoccupato di trovargli uno straccio d’avvocato, fu costretto a farlo con il disastroso risultato che trovate più sotto.

Il suo duetto con il Presidente della Corte d’Appello resterà per sempre nella storia dell’infamia giudiziaria.

Corte: Bene Mr. Gibson, vuole procedere?

Gibson: Non ho l’avvocato.

Corte: Lo sappiamo.

Gibson: Non sto rinunciando ai miei diritti.

Corte: Capisco. Lei ha qualche prova da presentare?

Gibson: Non so cosa perorare.

Corte: Come?

Gibson: Non so cosa perorare.

Corte: Non Le sto chiedendo di perorare qualcosa. Le chiedo se ha qualcosa da presentare, qualsiasi cosa voglia sollevare di fronte a questa Corte.

Gibson: Ma io non ho l’avvocato.

La Corte procede e passa alla testimonianza dell’Assistente Procuratore di Stato Mr. Mullis. Poi si rivolge di nuovo a Gibson. Corte: Mr Gibson, vuole fare qualche domanda a Mr Mullis?

Gibson: Non ho assistenza legale.

Corte: Lo so, ma Le chiedo, vuole fargli qualche domanda, si o no?

Gibson: Io non sono il mio avvocato.

Corte: Scusi, non capisco.

Gibson: Io non sono il mio avvocato.

Corte: Comprendo, ma vuole chiedergli qualcosa?

Gibson: Non lo so.

Corte: Va bene. Mr. Mullis può andare.

Il povero Exzavious Gibson era completamente inerme di fronte alla giustizia americana: non presentò prove, non controinterrogò i testi e non sollevò obiezioni.

Questo avveniva dieci anni fa. Il dodici ottobre del 1999 la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America decideva che questa sceneggiata è conforme alla Costituzione USA.

Sembra che Gibson l’abbia sfangata. Al tempo del delitto non era ancora maggiorenne.

*Comitato 3 luglio 1849

Speciale diritti umani


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