NOTIZIARIO del 18 aprile 2004

 
     

Iraq : ostaggi mercenari guerra pace fatti e misfatti
di Rita Guma

Sentimenti, slogan ed informazioni piu' o meno artate ci bombardano e si mescolano in questi giorni confondendo le idee un po' di tutti.

Vorrei analizzare alcune affermazioni che ho letto e udito in questi giorni, e che a mio avviso, se non sono frutto di impulsi e di paure, lo sono di propaganda e disinformazione.

I quattro ostaggi sono mercenari per alcuni, eroi per altri.
I sostenitori della guerra e della pace si accusano reciprocamente di assassinio.
Tre miliziani che sparano ad un uomo inducono ad odiare un intero popolo... preso a bersaglio da altri che chiamiamo liberatori.

MERCENARI

Mercenario tipicamente e' colui che fa la guerra, prezzolato, per un Paese non suo. In questi giorni la parola e' stata associata ai contrattisti bruciati e mutilati a Falluja ed anche ai nostri quattro ostaggi. Credo occorra riflettere bene su qual'e' il vero discrimine.

E' il fatto che ci si faccia pagare per uccidere?
Saro' spietata, ma non dimentico che ci sono, anche in Italia, centinaia di migliaia di persone impiegate nell'industria della morte, che per uno stipendio studiano sofisticate apparecchiature che saranno impiegate in zona di guerra (non sanno dove, ma non ha importanza) o semplicemente costruiscono armi e veicoli armati, non tutti destinati al nostro esercito, cioe' a scopi di difesa. Sono mercenari?

Il discrimine e' invece il fatto che costoro sono pagati da aziende sanguisuga che sfruttano le popolazioni indifese privandole delle loro risorse, forti della protezione di governi corrotti?
Chiameremmo mercenario un commesso od un rappresentante che vende prodotti sportivi cuciti a mano da bambini sottopagati?

Certo va fatta una distinzione fra chi si fa pagare per sparare sulla folla e chi invece fa la guardia di sicurezza, cioe' spara solo per difendere i beni e la vita di chi lo ha assunto, cosi' come farebbe in Italia.

MILIZIANI

I miliziani che hanno ucciso Fabrizio Quattrocchi sono sicuramente da condannare, e sono assassini. Ma sono assassini anche i soldati americani che hanno finito a bruciapelo in Iraq un ferito come se fosse un bersaglio mobile (facendosi quattro risate) come da un filmato della trasmissione tedesca Panorama visionato anche dal nostro Parlamento. O gli altri soldati USA che sempre in Iraq hanno ucciso un giornalista solo perche' aveva una telecamera (cosa strana?) scambiata per un bazooka. Nessuno di questi e' stato non dico linciato, ma neppure messo agli arresti...

E sicuramente, mentre il gesto dei miliziani e' stato fatto con la falsa e disperata illusione di ottenere in cambio il ritiro delle truppe occupanti (e magari dopo aver maturato odio per i gesti di cui sopra), queste altre azioni non hanno la minima giustificazione.

I soldati americani sono in gran parte dei bravi ragazzi illusi da una falsa propaganda (ci sono le armi e poi non c'erano, non e' guerra, ma Rumsfeld ha confermato che lo e'), ma ci sono delle mele marce, o chi agisce per esasperazione e per paura.

I miliziani che hanno sparato a Quattrocchi erano tre o quattro, non 24 milioni di Iracheni, tuttavia l'azione di guerriglia di altre migliaia, essendo rivolta verso occupanti, e non verso un governo regolarmente e democraticamente eletto, puo' essere vista come azione di resistenza.

ABBASSO SADDAM

Alcuni dicono che Bush ha fatto bene ad invadere l'Iraq, perche' ha salvato centinaia di migliaia di Iracheni dalla morte, date le abitudini poco democratiche del dittatore. Obietto che:

  1. Saddam era su quel "trono" per volonta' e grazie al denaro e alle armi degli stessi che hanno poi voluto la guerra, e per molti anni i suoi eccessi e le sue crudelta' sono stati ben tolleratii da chi pure sapeva;
  2. per salvare alcune centinaia di migliaia di Iracheni i "liberatori" hanno ucciso, ad oggi, un migliaio di militanti ed oltre 10000 civili, avendo peraltro promesso a suo tempo che non avrebbero fatto vittime fra donne e bambini;
  3. le ipotetiche "pure" intenzioni di Bush si scontrano con il desiderio suo e di Cheney di pompare oro nero dal sottosuolo iracheno e di distribuire appalti miliardari che hanno cominciato a ricostruire il Paese prima ancora che la distruzione fosse finita (leggi prima delle presidenziali americane);
  4. c'e' da chiedersi come mai Bush non si sia mai preoccupato di tutti gli altri dittatori del mondo, di tutti gli altri genocidi del pianeta, nelle lande desolate - e prive di risorse - dove e' piu' facile trovare un fucile americano in mano ad un bambino nero che un pezzo di pane nel suo stomaco.

Sono cose gia' dette, ma alcuni continuano ad ignorare l'evidenza e la Storia.

PACE E PACIFISTI

Come ho gia' detto in altre occasioni, non sono pacifista tout court. Assenza di guerra non significa rispetto dei diritti (Cina e Turchia insegnano), liberta' e democrazia (URSS e Cile insegnano), prosperita' e benessere (vedi Paesi africani), legalita' (vedi Colombia, Afghanistan o isole felici off shore).

Ritengo giustificata e giusta la guerra per legittima difesa (deve pero' esserci un attacco, non si possono solo fare ipotesi di minacce), e la guerra d'intervento. Quest'ultimo e' il caso di un energumeno che picchia un inerme. Allora interveniamo (chiamando prima, se possibile, la polizia).

Ma per gli Stati le cose non avvengono d'impulso perche' non sono cosi' immediate: passano settimane, mesi, anni, prima che si arrivi ad una risoluzione di intervento. Dunque non e' concepibile ritenere che l'atto di guerra sia avvenuto d'impulso. Tanto e' piu' vero questo nella questione irachena, durata in totale almeno 15 anni.

Poiche' sarebbe facile accampare una scusa per saltare addosso ad un Paese straniero per secondi fini nascosti, esiste una legalita' internazionale, che prevede quando e come si possono fare queste "guerre umanitarie", con l'avallo degli altri Paesi che fanno da "garanti".

Bush ha prima cercato di aggirare queste regole (bugie sulle armi di distruzione di massa) e poi se ne 'e altamente infischiato, quando non e' riuscito ad ottenere la risoluzione ONU voluta. Ci sono prove che tutto il suo staff voleva la guerra in Iraq fin dal 1998, ed ora Woodward (quello dello scandalo Watergate) rivela che la guerra era in preparazione due anni prima di scoppiare.

Non so se i sostenitori di questa guerra si rendono conto del fatto che una simile arroganza non tocca loro come bersaglio solo perche' l'Italia non ha risorse preziose come diamanti, petrolio e uranio ed e' in una posizione strategica per l'Europa...

Inoltre, ripeto, come mai tanta solerzia solo verso lo sfortunato Iraq e non verso il povero Congo, il Myanmar, la Cina o altri Paesi dove la democrazia non sanno neppure cosa significhi? Come mai non "esportarla" anche li'?

SALVARE IL MONDO

Quando si interviene per difendere il mondo occorre che

  1. il mondo sia realmente in pericolo
  2. il mondo sia d'accordo
  3. non si scateni una reazione peggiore del male che si vuole estirpare

Bush ha falsificato il punto 1, saltato a pie' pari il punto 2, e non ha pensato affatto al 3, mettendoci tutti nei pasticci e non avendo neppure gli strumenti per fronteggiare le conseguenze, come stanno dimostrando settimane di guerriglia inaspettata e come hanno rivelato la CIA e l'FBI in riferimento alla protezione da Al Qaeda.

E' un fatto che prima di Bush il terrorismo era molto ridotto, e concentrato in Paesi in cui esistevano conflitti locali. Lo stesso segretario dell'ONU Kofi Annan ha fatto rilevare che in Iraq il terrorismo prima non c'era.

Oggi il terrorismo e' fiorente e ci prende tutti a bersaglio. Inoltre anche i Paesi islamici che prima ci guardavano con fiducia o con condiscendenza, ma comunque in pace, ora hanno qualcosa da rimproverarci, ed in qualche caso lo dicono esplicitamente, in altri covano. Ricordiamoci che sono alcuni di loro ad avere il petrolio, in qualche caso anche l'atomica, ma sicuramente centinaia di milioni di potenziali combattenti che non hanno - per religione - paura di morire.

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Tornando alle nostre condiderazioni iniziali, possiamo dunque forse riflettere che un'impresa che decide di comportarsi come una sanguisuga in un Paese sfruttandolo e' da condannare, mentre un vigilante che ci lavora e' un poveretto come l'impiegato della Nike.

Chi imbraccia un fucile puo' essere una persona per bene (a patto che rispetti la legge e difenda interessi legittimi) e perfino un eroe, se salva altri mettendo a repentaglio la sua vita, oppure e' un assassino, se abusa del potere dell'arma.

Chi fa una guerra legittimata dall'esigenza di difesa, o intraprende una "guerra umanitaria" legittimata dalla comunita' internazionale, va aiutato e difeso, chi la fa per secondi fini e senza legittimazione e' un criminale, anche se ha soldi e potere.

Purtroppo l'ideologia, la rabbia o gli slogan disinformativi inducono a prendere partito per l'uno o per l'altro estremo senza riflettere ed informarsi, e talora - purtroppo - anche in cattiva fede.

E' per questo che le guerre (legittime o meno) non finiranno mai.


NOTA: suggerisco di leggere, quando avrete tempo, gli articoli linkati nella colonna a fianco, se non lo avete gia' fatto; e' solo un campionario di documenti ed informazioni che non sono molto diffusi (o non lo sono affatto), ma che forse sarebbe bene conoscere e segnalare.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

Cheney voleva la guerra
dal 1998

Bush pianificava la guerra
gia' a novembre 2001

Iraq: le bufale della CIA

Iraq: 10000 civili uccisi

Soldati USA comprano
giubbotti antiproiettile

Rumsfeld ammette
che in Iraq e' guerra

Iraq: il mea culpa
di Galli della Loggia

Iraq: preventivo di guerra

La verita' sull'11 settembre

Iraq: mondo arabo in tensione

La lettera del Consiglio musulmano britannico

Aiuti all'Iraq:
corruzione all'ONU?

Natale in Vietnam:
una vera tortura