NOTIZIARIO del 12 aprile 2004

 
     

Il mondo arabo in tensione per la crisi in Iraq
Re Faad e Mubarak si rivolgono ad ONU e USA
di Rita Guma

Non si poteva pensare che il mondo arabo restasse indifferente di fronte a quanto sta accadendo in Iraq, ed infatti, dopo oltre una settimana di scontri, si fanno evidenti in un modo o nell'altro le reazioni dei Paesi arabi.

In Arabia Saudita il Consiglio dei ministri ha espresso oggi la sua inquietitudine per quanto sta accadendo nel vicino Iraq e per il mancato ruolo dell'ONU nella vicenda. Nella riunione odierna, presieduta da re Fahd, sono state ricordate le numerose vittime civili, anziani, donne e bambini nelle citta' irachene.

Il re saudita ha sottolineato l'esigenza di ripristinare la sicurezza in Iraq per realizzare l'aspirazione del popolo iracheno alla stabilita' e alla sovranita', che - ha detto - non si potranno realizzare se l'ONU non giochera' il suo ruolo originario nella crisi, conformemente alle risoluzioni internazionali.

In un comunicato il Consiglio saudita ha deplorato "lo spargimento di sangue e la distruzione delle case in Iraq dove bambini, donne e anziani sono terrorizzati" e si e' appellato perche' cessino immediatamente questi atti "per risparmiare il sangue degli Iracheni". Ryad ha sottolineato a piu' riprese il ruolo centrale dell'ONU per riportare stabilita' in Iraq e trasferire il potere agli Iracheni.

L'Arabia Saudita non e' certo un Paese tenero nei confronti del terrorismo islamico, avendo anche subito un distruttivo attentato terroristico lo scorso anno proprio a Ryad. Anche oggi a Ryad si e' avuto uno grosso scontro a fuoco fra la polizia e sospetti militanti islamici nel distretto cittadino di Rawabi. Sembra che un militante sia stato ucciso dalla polizia ed un altro ferito.

Tuttavia le immagini e le informazioni provenienti dalle zone calde dell'Iraq non possono non toccare la sensibilita' di chi parla la stessa lingua e professa la stessa religione degli assediati.

Intanto dall'Iraq il generale USA John Abizaid ha segnalato "azioni che non aiutano" la coalizione in Iraq da parte della Siria e dell'Iran. Abizaird ha parlato di informazioni provenienti dai servizi segreti e riportanti preoccupanti attivita' ai confini dell'Iran e della Siria con l'Iraq, ma non ha ritenuto di precisare la loro natura.

Il generale ha detto: "non avevamo preso misure ....alla frontiera iracheno-iraniana, che sarebbero legate ad una precisa attivita' iraniana", sottolineando comunque che membri religiosi sciiti iraniani tentano di limitare l'influenza del capo radicale iracheno Moqtada Sadr sulla milizia che si oppone agli Americani: "ci sono persone in Iran che chiedono la pazienza e la calma". Il generale confida che nessuno cerchi di complicare la situazione e chiede a tutti i Paesi vicini dell'Iraq di adoperarsi per contribuire a calmare la situazione irachena.

Ma non e' apparso calmo neppure il presidente egiziano Mubarak, oggi in visita ufficiale a Crawford, nel Texas, dove in un incontro con il presidente USA Bush ha espresso appunto la sua preoccupazione per la situazione irachena. Mubarak - che e' apparso preoccupato anche per il sostegno diretto ed indiretto dato dall'amministrazione Bush al confinante Israele - ha chiesto a Bush di impegnarsi per la pacificazione dell'Iraq.

L'Egitto cerca di trovare un punto di mediazione fra i vari Paesi arabi, piu' o meno coinvolti o scossi dagli attuali avvenimenti relativi alla vicenda irachena ma anche al terrorismo. E' infatti il Paese che si e' offerto di ospitare il summit della Lega Araba che doveva tenersi a Tunisi due settimane fa ed e' stato rimandato per divergenze sulla lotta al terrorismo da parte dei Paesi componenti la Lega.

E' significativo che le preoccupazioni siano state pubblicamente espresse proprio da Arabia saudita ed Egitto, e l'amministrazione Bush non dovrebbe sottovalutare questo segnale.

Come evidenzia quanto rivelato da Abizaird, infatti, non tutti i Paesi arabi rendono pubblico cio' che pensano riguardo alla questione irachena, ma non restano insensibili a quanto accade.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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