NOTIZIARIO del 13 aprile 2004

 
     

Iraq: il mea culpa di Galli Della Loggia
di Domenico Ciardulli

Finalmente sull'editoriale di oggi de "Il Corriere della Sera", Ernesto Galli Della Loggia ammette a chiare lettere di aver commesso "l'errore di aver creduto che la guerra a Saddam potesse servire come un segnale politico forte contro il terrorismo islamista". Quando si ammette un errore si compie un gesto dignitoso e onorevole.

Ma Galli Della Loggia, purtroppo, non si ferma qui e non si cura di approfondire i motivi che l'hanno indotto a quel grossolano errore, ma prosegue il suo editoriale avventurandosi, a mio avviso, in argomentazioni che, di nuovo, sminuiscono le responsabilità dell'amministrazione Bush.

Egli attribuisce il "naufragio della strategia americana" alla mancanza di un popolo iracheno come interlocutore, all'assenza di un'identita nazionale e alla persistenza di divisioni etnico-religiose.

Troppo facile dire oggi, come fa l'editorialista, che la guerra degli USA sta fallendo perchè nei suoi venticinque anni di governo non vi è stata, da parte di Saddam, una vera opera di "laicizzazione e modernizzazione del paese".

Dopo quel clamoroso errore che sta causando ancora oggi migliaia di morti tra le popolazioni sciite, sunnite e curde e tra i soldati della coalizione, verrebbe da dire al prof. Galli Della Loggia che sarebbe auspicabile una maggiore prudenza nella formulazione di teorie sociologiche.

Lo conferma lo scenario che si sta profilando e che nessun commentatore o stratega militare aveva previsto: la sempre maggiore coesione delle fazioni etnico-religiose irachene, prima contrapposte, oggi unite dal grande obiettivo di cacciare gli occupanti dal loro paese.

Non sappiamo se questo fatto nuovo e imprevisto sia un fattore positivo per il futuro dell'Iraq, ma possiamo però constatare che in una cosa il popolo iracheno comincia ad avere una propria identità nazionale: nella consapevolezza che quello è il loro paese, e non il nostro, che quello è il loro petrolio, e non il nostro, e che la forma di governo da costruire non può essere supervisionata da Commissari provvisori imposti da chi ha portato solo morte e distruzione.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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