NOTIZIARIO del 06 settembre 2004

 
     

Terrorismo : non solo islamici e non solo kamikaze palestinesi
di Rita Guma

I media israeliani hanno reso pubblica in questi giorni l'esistenza di un gruppo ebreo paramilitare che terrorizza i civili palestinesi nella West Bank con l'approvazione tacita dall'esercito israeliano. La Radio di Stato israeliana, Reshet Bet, ha detto domenica che i membri del gruppo - conosciuti come la Brigata ebraica - "sono muniti di fucili automatici e sono dotati di jeep e di cani addestrati all'attacco".

Citando fonti non identificate dei servizi di sicurezza, la radio ha detto che il gruppo si compone di dozzine di membri del movimento Kach, il "gruppo terroristico" fondato da Rabbi Meir Kahana e dedicato alla distruzione della Comunita' palestinese in Israele, nella West Bank, nella striscia di Gaza e in Gerusalemme orientale. Kahana, un ex membro del Parlamento israeliano, la Knesset, chiese l'estirpazione o lo sterminio (testuali) dei non Ebrei in Israele e nei territori occupati, rifacendosi alla storia dei Cananiti narrata nella Torah. Kahana sosteneva che la democrazia e il giudaismo erano completamente incompatibili e che i non Ebrei potrebbero non raggiungere mai l'uguaglianza in uno Stato davvero ebraico.

Il Kach fu dichiarato "gruppo terrorista" sia da Israele che dagli Stati Uniti. Nel 1995, un membro del Kach di nome Egal Amir assassino' il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin prima della firma degli accordi di Oslo con l'organizzazione della liberazione della Palestina. Tuttavia, da quando Ariel Sharon e' salito al potere in Israele nel 2001, il governo israeliano e particolarmente il potente apparato militare, sta avendo rapporti con il Kach ed analoghi gruppi, forse per l'affinita' ideologica fra il partito Likud ed i partiti di estrema destra.

Un giornale israeliano, il Ma'ariv, ha pubblicato un rapporto sulle azioni del gruppo dell'ultima settimana, raccontando che i vigilantes del Kach, come sono anche conosciuti, erigono blocchi stradali e punti di controllo sulle strade usate dagli automobilisti palestinesi, usando i cani da attacco. A volte, gli estremisti - secondo quanto riferito dal giornale - servono da "forza di sostegno", "aiutando" l'esercito "nel mantenere la legge e l'ordine" con aggressioni ai civili palestinesi. La testata racconta che alcuni membri del ben organizzato gruppo hanno anche minacciato e ricattato ufficiali della sicurezza israeliana.

L'esercito israeliano ha riconosciuto, piuttosto di malavoglia, l'esistenza del gruppo ma ha negato che stia funzionando sotto il suo controllo. Tuttavia, il portavoce dell'esercito Eitan Arusi ha confermato un legame con l'esercito e detto che "quella gente opera all'interno degli stanziamenti e la loro funzione principale e' impedire ai Palestinesi di infiltrarsi nelle loro rispettive Comunita'". Le dichiarazione di Arusi, tuttavia, sono state contraddette da un altro portavoce dell'esercito, citato anche dalla radio israeliana, che ha cercato di stabilire le distanze fra l'esercito e il gruppo.

Un certo numero di membri della Knesset hanno rimproverato il governo israeliano perche' consente a questi gruppi di estremisti di operare. "Sono un'accozzaglia di assassini e vili terroristi, non posso capire perche' il nostro governo consente loro di operare liberamente nelle vie della West Bank" ha detto Ran Cohen, un membro del nuovo partito di sinistra, Yahad. Cohen, che ha descritto il gruppo come una milizia pericolosa, ha invitato il sistema di giustizia israeliano a forzare il governo per proscrivere il gruppo e per chiudere la sua attivita'.

Un esperto legale israeliano, Moshe Hangbi, accusa il governo israeliano "di infrangere seriamente la legge". "Questa organizzazione terroristica sarebbe gia' fuori dei confini della legge poiche' e' stata proscritta e dichiarata un'organizzazione terroristica nel 1994" ha detto. Dall'inizio dell'Intifada, quattro anni fa, gli estremisti affiliati al Kach ed altri gruppi simili hanno ucciso e ferito centinaia di civili palestinesi. Gli stessi gruppi inoltre hanno progettato ed attacchi effettuati alle scuole arabe a Gerusalemme orientale e nella regione di Hebron.

Kach ha a suo carico una lunga serie di attacchi e di molestie ai civili palestinesi. Verso la fine degli anni 70 e dell'inizio degli anni 80, gli estremisti di estrema destra hanno disposto le bombe nelle automobili di tre sindaci palestinesi, ferendo l'ex sindaco di Nablus, Bassam Shaka'a, alle gambe, che furono amputate. Nel 1982, due uomini del Kach attaccarono la citta' universitaria dell'università di Hebron con mitragliatrici e bombe a mano, uccidendo e ferendo decine di studenti. All'inizio degli anni 80, i membri del Kach hanno cercato di distruggere la moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, per mezzo di missili terra-terra che si presume rubati dalle armerie dell'esercito israeliano.

L'atto più sanguinoso contro i Palestinesi commesso dal movimento e' avvenuto nel 1994, quando Baruch Goldstein, un immigrato americano, assassino' a sangue freddo 29 persone inermi mentre stavano pregando nella moschea di Ibrahimi nel centro di Hebron. I poveretti erano stati fermati ed avevano dovuto passare attraverso i metal detector prima di entrare nella zona di preghiera. La direzione di Kach ed i leader degli altri gruppi estremisti accolsero entusiasticamente il massacro, citando il del Talmud secondo cui mille vite non-Ebree non sono degne l'unghia di un Ebreo.

Alcune violenze sono finite anche davanti alla giustizia. Il tribunale di Gerusalemme ha condannato Shahar Dvir Zeliger perche' membro di una "associazione terroristica" che ha pianificato attacchi sui civili arabi. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz , "durante gli ultimi tre anni, almeno due gruppi terroristici ebrei hanno operato nei territori. Uno si e' specializzato in attacchi con fucili. Il secondo, che non ha ucciso nessuno, ha disposto dispositivi esplosivi nelle scuole palestinesi".

La decisione della Corte, avvenuta la scorsa settimana, e' considerata storica dagli esperti legali israeliani. Dan Eldad, il procuratore israeliano che ha seguito il caso, ha dichiarato alla stampa che "questa e' la prima volta che una corte israeliana ha statuito che vi sono organizzazioni terroristiche ebree che mirano a danneggiare civili arabi innocenti, particolarmente bambini nelle scuole." "Questo e' un fenomeno di cui preoccuparsi, dato che i terroristi hanno trasferito il conflitto e la violenza nelle scuole" ha aggiunto.

Haaretz segnala inoltre che Zeliger ha condotto gli investigatori ad un nascondiglio di armi e pistole, di razzi anti-tank e di munizioni, che sono stati nascosti in caverne e sono stati immagazzinati per ulteriori attacchi contro i Palestinesi. "Si sospetta - conclude la testata - che le armi siano state utilizzate per assassinare i Palestinesi nei veicoli sulle strade della West Bank".

Che cosa si puo' concludere, dopo questi fatti? Anche con riferimento ai commenti seguiti agli ultimi gravissimi attentati - con cui si e' attaccata tutta la gente di fede islamica che conta oltre un miliardo di persone sul globo e che in tante occasioni ha mostrato in massa (vedi recente caso francese) o nei suoi principali esponenti religiosi (vedi caso del terrorismo britannico) l'opposizione alla violenza e la condanna al terrore - dobbiamo riflettere che non esistono popoli buoni e popoli cattivi, popoli esenti dal terrorismo e popoli terroristi, popoli perseguitati e popoli che non lo sono mai stati. Fu proprio colpevolizzando un intero popolo che si resero moralmente giustificabili le persecuzioni agli Ebrei.

Le differenze buono-cattivo possono valere solo per le persone, e cio' dovrebbe essere vero tanto piu' per cristiani e cattolici, che credono al libero arbitrio ed alla responsabilita' personale. I terroristi sono singoli o gruppi, fanno molto danno e quindi notizia, mentre milioni di persone appartenenti alla stessa etnia o religione che si comportano bene non salgono agli onori delle cronache.

Passando ad un secondo aspetto, e' vero che alcune misure possono rivelarsi efficaci, ma cio' non vuol dire che siano lecite. Se l'attivita' di governo e' disturbata dalle critiche non e' lecito che io stermini i miei critici, anche se questa misura puo' riverlarsi efficace per eliminare del tutto il problema. E ben lo dovrebbero sapere gli Ebrei, che hanno vissuto persecuzioni ed eccidi gravissimi.

Una terza considerazione riguarda le leggi. Non si puo' dire e' legittimo cio' che piu' ci fa comodo o ci sembra giusto. Possiamo dire eventualmente che lo condividiamo, comprendiamo o giustifichiamo, non che sia legittimo. Legittimo e' cio' che avviene nell'ambito della legge, e tanto piu' le leggi internazionali - svincolate dagli interessi dei singoli dittatori, governi o parlamenti - dovrebbero essere di riferimento per tutti (in Italia lo sono per norma costituzionale).

Un'ultima osservazione riguarda la giustizia. Non sappiamo se c'e' ancora "un giudice a Berlino", ma dopo questa vicenda e la sentenza della Corte Suprema israeliana sul muro, dobbiamo concludere che sicuramente c'e' un giudice a Gerusalemme.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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