NEW del 22 marzo 2006

 
     

Voli e prigioni CIA : giornalisti auditi da parlamento UE confermano
di Gabriella Mira Marq

Non c'e' dubbio che vi siano stati voli e prigioni CIA in Europa. Lo hanno detto Stephen Grey, un freelance che lavora presso The New York Times, e gli italiani Guido Olimpio e Paolo Biondani, del Corriere della Sera, nell'audizione di ieri presso la commissione d'inchiesta del parlamento UE.

Grey, che vive a Londra, ha detto che non c'e' nessun dubbio che gli aerei CIA abbiano effettuato voli di 'extraordinary rendition' nello spazio aereo europeo. Tali azioni comprendono la detenzione di sospetti di terrorismo in un Paese ed il loro trasferimento in una prigione di un altro Paese per interrogatori, senza assistenza legale.

Il deputato del PPE ed ex giornalista RAI Jas Gawronski ha chiesto se il teste fosse convinto dei dettagli riportati nei propri articoli. "Non sono qui criticare che cosa gli Americani stanno facendo o se e' corretto trasferire un detenuto ad una prigione in Egitto, ma non ho dubbio che queste cose accadono. E so che queste vicendesi verificano, perche' persone coinvolte nella loro organizzazione mi hanno parlato di questo" ha detto Grey, che ha citato fonti a Washington, compresi i piloti che lavorano per la CIA. "Non c'e' dubbio nella mia mente che questo accada".

Alla domanda dell'europarlamentare polacco Boguslaw Rogalski sull'esistenza di centri detenzione in Europa, Grey ha detto di avere prove del traffico di aerei dall'Afghanistan a Paesi come la Polonia e la Romania ma non di centri di detenzione in quei luoghi. "Potrei aggiungere - ha detto Gray - che la Polonia e la Romania non sono i Paesi dell'Est di destinazione piu' frequente per tali voli, l'Ungheria e la Repubblica ceca sono le destinazioni piu' comuni... So che centri di detenzione che collaborano con la CIA esistono in alcuni Paesi del Medio Oriente, come la Siria ed anche in Marocco, Egitto ed Uzbekistan".

Su eventuali prove che autorita' europee sappessero qualcosa di queste attivita', Grey si e' riferito ai casi specifici: "i funzionari britannici erano completamente informati delle extraordinary rendition riguardanti il Regno Unito... anche se non lo confermano". Per quanto riguarda il caso dell'Imam musulmano italiano Abu Omar, ha detto: "sono assolutamente categorico quando dico che il governo italiano ha saputo del rapimento di Abu Omar" ed ha affermato che non sarebbe una pratica normale che la CIA operasse senza informare lo stato membro.

Guido Olimpio e Paolo Biondani hanno dato diversi dettagli sul caso dell'Imam rapito a Milano da 22 agenti nel 2003 e portato via Aviano e via Germania in Egitto, dove sarebbe stato torturato. Olimpio hanno detto di essere sicuro che la CIA ha avuto contatti con i servizi segreti italiani. Biondani ha detto che una fonte della CIA negli Stati Uniti ha detto che e' procedura standard che la CIA informi le autorita' nazionali prima di prelevare chiunque.

Anche il parlamentare del Consiglio d'Europa Dick Marty, incaricato dell'inchiesta sulla vicenda dall'organizzazione per i diritti umani paneuropea, aveva detto di aver trovato prove del fenomeno, che avrebbe interessato piu' di 100 detenuti in Europa, ed aveva parlato di possibile coinvolgimento delle autorita' nazionali ad uno o piu' livelli". Marty - ex magistrato - aveva definito il caso italiano "esemplare", dicendo che esso e' una "eccezione luminosa" nel muro di gomma generale sulla questione.

Prove sarebbero emerse dai registri aerei britannici, da documenti rumeni e da un'inchiesta del Chicago Tribune sui nomi e le coperture degli agenti della CIA.

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