NEW del 01 luglio 2005

 
 
       
 

Vicenda CIA e immagine degli Italiani all'estero
di Giulia Alliani

"Il governo assicura che non ne sapeva nulla, ma qualcuno si chiede se non sia perfino peggio. L'eventualitą che l'Italia abbia coperto il rapimento dell'imam egiziano Abu Omar da parte di un commando della Cia sarebbe grave; e tuttavia farebbe pensare che l'operazione non sia sfuggita alle autoritą del nostro Paese. Se invece davvero tutti ignoravano il sequestro, avvenuto a Milano il 17 febbraio del 2003, il caso assume contorni sconcertanti".

Questo l'attacco della nota di Massimo Franco, oggi, sul Corriere della Sera, a commento della vicenda del "rapimento" di Abu Omar, seguita in questi giorni dal Corriere, con serieta' e ricchezza di dettagli, da Paolo Biondani e dai suoi colleghi.

E' vero: il caso risulta sconcertante in ogni modo lo si guardi e, a dirla tutta, anche un po' avvilente. Noi italiani ne usciamo confermando con autorevolezza il diritto di figurare negli stereotipi in cui di solito ci incasellano all'estero, e questo non e' un pensiero piacevole per chi ama il proprio Paese.

Nel silenzio e nell'imbarazzo generale, solo la magistratura, che ha agito con l'indipendenza che ora la riforma minaccia di toglierle, e' riuscita a tenere il comportamento che i cittadini si aspetterebbero dalle proprie istituzioni e di cui potrebbero sentirsi orgogliosi.

Eppure lo sappiamo bene che e' disdicevole "fare i furbi", essere ambigui, cercare scorciatoie, dimostrarsi "servi", tanto che ci offendiamo quando veniamo rappresentati sotto forma di imbroglioni, di pagliacci, di mafiosi, e ci vergognamo al punto di arrivare alla censura.

Nella versione italiana di Casablanca (1942), il film con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, arrivato in Italia alla fine del '45, e' assente una scena in cui compare un personaggio di contorno, un certo capitano Tonelli.

La scena si vede regolarmente nell'edizione originale americana: all'aeroporto di Casablanca atterra l'aereo del maggiore Strasser, comandante della Gestapo; ad accoglierlo ci sono il capitano Renault, francese, nominato prefetto di polizia dal governo di Vichy, il suo luogotenente Casselle, il console tedesco, e un ufficiale fascista italiano, il capitano Tonelli.

Il console e il maggiore si scambiano un 'Heil Hitler'. Il console presenta poi a Strasser il capitano Renault. A sua volta il capitano Renault sta per presentare a Strasser il suo aiuto, Casselle, quando si intrufola sgomitando il capitano Tonelli, che esegue un saluto e si presenta cosi' a Strasser: "Capitano Tonelli, esercito italiano, ai suoi ordini maggiore!".

Strasser gli risponde distrattamente: "Gentile da parte sua", e si allontana parlando con Renault, mentre Tonelli e Casselle seguono a rimorchio, litigando tra loro.

In una guida per studenti pubblicata da Barnes & Noble, il capitolo dedicato a Casablanca presenta l'elenco dei personaggi del film. Questa la descrizione del Capitano Tonelli: "Tonelli, ufficiale italiano - interpretato da Charles La Torre. Un ufficiale che tenta senza successo di catturare l'attenzione del Maggiore Strasser. Il personaggio di Tonelli risulta penoso e buffonesco".

L'altro personaggio italiano di Casablanca e' il "signor Ferrari": e' il proprietario di un bar, ma la sua attivita' principale e' il controllo del mercato nero, che comprende anche i "visti" per poter lasciare l'Europa. E' un personaggio che compare spesso nel corso della storia, ed e' probabile che fosse impossibile tagliare tutte le sue apparizioni senza rendere incomprensibile la trama del film, tuttavia la vicenda di Tonelli e' emblematica.

Speciale diritti con dossier Guantanamo e Abu Ghraib


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