NOTIZIARIO del 29 settembre 2004

 
     

Palestina : Kofi Annan , Israele rispetti le vite dei civili
di Rico Guillermo

L'intensificarsi delle violenze in Medio Oriente con le recenti morti di civili durante i combattimenti, hanno indotto il segretario generale dell'ONU Kofi Annan a richiamare Israele perche' assicuri la salvezza dei Palestinesi innocenti.

Il portavoce di Annan, Fred Eckhard, ha detto che "il segretario generale ed i suoi rappresentanti nella regione hanno ripetutamente chiamato il governo di Israele a rispettare l'inviolabilita' delle istituzioni ed installazioni dell'ONU ed in particolare ad astenersi da ogni azione a danno della vita e della salute" specialmente dei bambini.

Annan ha deplorato la crescita di violenze nei territori palestinesi occupati ed in Israele. Ha ricordato una bimba di 10 anni, Raghda Adnan al-Assar, morta il 22 settembre dopo essere stata ferita alla testa da un proiettile mentre era seduta nel suo banco nella scuola elementare allestita dall'agenzia per i rifugiati dell'ONU di Khan Younis due settimane prima.

Il 27 settembre e' stato invece ucciso un uomo in un'altra installazione ONU, mentre un consulente dell'ONU e' stato seriamente ferito da uno sparo mentre lavorava a Rafah. Gli edifici dell'ONU e delle sue agenzie dovrebbero essere protetti dalle leggi internazionali.

Nel suo intervento di ieri sera all'assemblea generale dell'ONU, il presidente della delegazione di osservatori palestinesi Farouk Kaddoumi ha ringraziato Kofi Annan per gli sforzi fatti per armonizzare le relazioni internazionali ed assicurare il rispetto dei principi della Carta e delle leggi con lo sguardo alla pace e sicurezza internazionale.

Il rappresentante della Palestina - dopo aver ricordato le cause infondate della guerra in Iraq che a suo dire ha aggiunto un "danno alla gia' esistente grave situazione" del Medio Oriente - ha chiesto che la sovranita' e l'autodeterminazione del Paese mesopotamico vengano rispristinate.

Kaddoumi ha ricordato che Israele e' "l'unica potenza nucleare in Medio Oriente", puo' contare sull'appoggio degli USA e possiede un esercito organizzato con armi sofisticate ma non guarda troppo ai diritti umani ed alla vita altrui, danneggiandola con impunita'. L'inviato dell'Autorita' nazionale palestinese ha citato "gli assalti quotidiani alle pacifiche citta' ed ai villaggi, la demolizione delle case.... la distruzione di antichi frutteti, oliveti e cedri, le uccisioni" e le limitazioni imposte.

La sproporzione della potenza di fuoco, secondo Kaddoumi , e' alla base delle 3200 morti e delle migliaia di ferimenti che sono a tutti noti. Circa 8000 Palestinesi sono detenuti senza processo in condizioni pietose.

Il diplomatico palestinese ha ricordato la decisione assunta all'unanimita' dal consiglio di sicurezza dell'ONU sulla Roadmap e mai applicata, chiedendo che la sua realizzazione sia finalmente presa a cuore dai grandi del mondo.

Kaddoumi ha citato la lettera di assicurazioni del 14 aprile inviata da George Bush ad Ariel Sharon, nella quale si dice che "gli Stati Uniti supportano lo stabilirsi di uno Stato Palestinese che sia percorribile, contiguo, sovrano e indipendente cosicche' il popolo palestinese possa costruire il suo futuro in accordo con la visione della Road Map". Bush aggiungeva che Israele dovrebbe avere confini sicuri e riconosciuti, ma ne' Bush ne' Sharon identificano topograficamente tali frontiere.

Il presidente USA aggiungeva nella lettera che "gli Stati Uniti sono fortemente interessati alla sicurezza di Israele ed a realizzare uno stato ebraico". Il delegato palestinese ha osservato che Bush sembra dimenticare che il 20% della popolazione di Israele non e' ebraica, e rileva che Tel Aviv non ha ancora chiarito cosa ritenga ebraico. Tale concezione, a giudizio di Kaddoumi, rischia di produrre inevitabilmente la creazione di una societa' razzista.

Kaddoumi ha ricordato anche l'impegno preso dall'alto commissario UE Javier Solana il 15 aprile 2004 per la costituzione di uno stato palestinese sovrano e indipendente. Anche il giudizio della Corte di Giustizia de L'Aja e' stato menzionato nell'intervento, unitamente alla risoluzione ONU.

La parola passa ora ad Israele, ha concluso Kaddoumi, sottolineando che Tel Aviv deve mostrare il suo impegno nel rispondere alle sollecitazioni della comunita' internazionale.

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