 |
Intercettazioni
: ma destra e sinistra smentirono Alfano
documento
del Senato
Pubblichiamo il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva
della Commissione giustizia del Senato sul fenomeno delle
intercettazioni telefoniche
del 2006 (Doc. XVII, n.2), documento che fu approvato
all'unanimita' (quindi da destra e sinistra) e che contiene
alcune informazioni e affermazioni che contraddicono platealmente
quanto dichiarato oggi a supporto della legge sulle intercettazioni
proposta dal ministro Angelino Alfano in merito agli abusi
sulle intercettazioni ed ai costi delle stesse. In grassetto
i passaggi piu' interessanti.
L’indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni
telefoniche e` stata deliberata dalla Commissione Giustizia
del Senato della Repubblica nella seduta del 4 luglio 2006
ed e` stata successivamente autorizzata dal Presidente del
Senato, con lo scopo di effettuare una solerte ma approfondita
analisi e di acquisire elementi conoscitivi sul fenomeno delle
intercettazioni telefoniche stesse. Cio` al fine precipuo
di affrontare delicate e non sempre trasparenti problematiche
e polemiche che, nei mesi precedenti, avevano costituito oggetto
di un vivace dibattito a tutti i livelli, sia nell’opinione
pubblica che a livello politico, tanto da determinare, con
l’inizio della nuova quindicesima legislatura, non solo una
diffusa richiesta di interventi di carattere normativo, ma
anche la presentazione di proposte di inchiesta parlamentare
sulle intercettazioni telefoniche, quale, in Senato, l’atto
XXII n. 9.
Lo
svolgimento dei lavori La Commissione inizialmente
individuava i seguenti principali temi per l’indagine conoscitiva:
le procedure e le modalita` con cui venivano e vengono disposte
ed eseguite le intercettazioni (non solo telefoniche) a fini
di giustizia;
la congruita` o l’eccesso delle fattispecie di reato per cui
esse vengono autorizzate;
i rischi per la riservatezza e la tutela della privacy;
le fughe di notizie;
le violazioni eventualmente imputabili ai pubblici ufficiali
o agli avvocati;
i comportamenti e le responsabilita` degli operatori telefonici
e la collaborazione in out sourcing delle societa` private;
il ruolo, i diritti e le responsabilita` dei mass-media;
i costi delle variegate tipologie di intercettazione;
la comparazione con esperienze straniere;
l’influenza delle disfunzioni, delle carenze e delle inefficienze
del sistema legale delle intercettazioni su quello lato sensu
abusivo.
Sulla
base del programma concordato d’intesa tra i rappresentanti
dei gruppi parlamentari, la Commissione ha quindi proceduto
ad una serie di audizioni (e di acquisizioni documentali),
seguendo per quanto possibile una logica di concentrazione
per temi. Nel corso delle audizioni dei rappresentanti delle
societa` di gestione di telefonia, emergeva in particolare
la necessita` di approfondimento di alcune tematiche, relative
sia alla creazione e alla gestione di adeguati sistemi di
sicurezza, sia al numero (asseritamene in aumento con l’andare
del tempo) delle richieste della magistratura e al costo economico
delle medesime, sia al flusso degli investimenti finanziari
determinati da esigenze di sicurezza e tutela da una parte
della privacy e dall’altra della segretezza delle indagini.
A tale scopo, durante le audizioni, erano state formulate
da diversi membri della Commissione richieste specifiche,
alle quali pero` veniva data inizialmente una risposta (peraltro
incompleta) soltanto dai rappresentanti della societa` WIND.
Soltanto a seguito di ripetuti solleciti e in particolare
a seguito del deposito (ampiamente commentato anche a livello
di stampa) della bozza della relazione finale dell’indagine
della Commissione contenente osservazioni critiche nei confronti
del comportamento omissivo e non collaborativo delle altre
societa` di telefonia, pervenivano alla segreteria della Commissione
copie di appunti e note redatti dai rappresentanti di dette
ultime societa`, in risposta ai quesiti posti in occasione
delle varie sedute.
La prima audizione in ordine di tempo disposta dalla Commissione,
quella del Garante per
la protezione dei dati personali, professor Francesco
Pizzetti, ha avuto luogo nella seduta di giovedì 13
luglio 2006.
Successivamente,
nel corso della seduta antimeridiana del 18 luglio 2006, la
Commissione procedeva alla audizione di alcuni dirigenti del
ministero della giustizia: la dottoressa Augusta Iannini,
capo dipartimento affari giustizia, il dottor Alfonso Papa,
direttore generale della giustizia civile, il dottor Claudio
Castelli, capo del dipartimento organizzazione giudiziaria
– personale di servizio e il consigliere Fausto De Santis,
direttore generale.
In
particolare, la dottoressa Iannini, confermando i dati comunicati
in precedenza sempre alla Commissione dal ministro Mastella,
forniva documentazione e dati piu` precisi sui costi delle
intercettazioni, dei tabulati e per il noleggio degli apparati,
costi individuati a seguito dei monitoraggi delle relative
spese effettuati a partire dal secondo semestre del 2003.
Da tali dati si rilevava, fin dall’inizio dell’attivita` di
monitoraggio, una elevatissima spesa per il noleggio degli
apparati, che appariva determinata in particolare dal regime
di monopolio, da parte di una societa` denominata URMET, dei
cosiddetti apparati di trasmissione denominati «distributore
fonia e dati». All’epoca, il costo per il noleggio era
di 50.000 lire al giorno per ogni linea telefonica intercettata.
Il gruppo interdipartimentale costituito successivamente al
2003 presso il gabinetto del ministro Castelli riusciva a
realizzare un abbattimento del costo di noleggio, tramite
l’adozione di procedure che consentivano l’utilizzazione di
diversi operatori in regime di concorrenza. Tale riduzione
di costi unitari peraltro non permetteva di realizzare risparmi
complessivi a causa dell’incremento delle richieste di intercettazioni
telefoniche avvenute negli ultimi anni. Anche per quanto riguarda
i compensi riconosciuti alle societa` telefoniche, la dottoressa
Iannini rilevava che, prima del 2001, le procure pagavano
un prezzo commerciale scontato di una certa percentuale, in
una maniera per così dire avventurosa.
Soltanto nel 2001 veniva elaborato un listino, con criteri
certi, sulla base del quale gli operatori cominciavano ad
essere liquidati a seconda delle prestazioni effettuate, e
cio` allo scopo di contenere le tariffe. Peraltro, anche per
la tendenza a richiedere una applicazione retroattiva del
listino stesso, si e` creato un grave e notevole contenzioso,
ancora in corso, con gli operatori; contenzioso per il quale
il ministero auspica di giungere al piu` presto ad una transazione.
Rispondendo infine ad alcune domande formulate dai membri
della Commissione, la dottoressa Iannini osservava che, sulla
base di «una specie di studio» comparato effettuato nel 2003
con Francia, Spagna e Inghilterra, l’Italia risulterebbe essere
rispetto a questi Paesi quello con gli oneri di gran lunga
maggiori per quanto riguarda i costi delle intercettazioni
giudiziarie, anche se dalla documentazione consegnata dalla
stessa dottoressa emergeva la diversita` notevole dei vari
sistemi investigativi di intercettazione, affidati all’estero,
piu` che alla magistratura, ad organi amministrativi, di polizia
o dei servizi di sicurezza. Con la evidente e pratica conseguenza
che i costi (e il numero) delle intercettazioni effettuate
in Italia non sono assolutamente comparabili con quelli esteri,
soprattutto a causa del comprensibile riserbo delle autorita`
estere per le intercettazioni svolte dai propri apparati di
polizia o di sicurezza.
Il
dottor Alfonso Papa, da parte sua, forniva un contributo sugli
aspetti tecnici della problematica delle intercettazioni telefoniche,
in particolare descrivendo una innovativa modalita`, quella
definita come «delocalizzazione », che utilizza un vero e
proprio sistema telematico a fibre ottiche e che consente
la registrazione delle intercettazioni in una sede diversa
rispetto a quella dove esse vengono materialmente effettuate:
sistema telematico in rete, che si presta a rischi piu` o
meno gravi di intrusione e di duplicazione, anche relativamente
alla ultima fase, quella della trasformazione dei dati telematici
acquisiti in forma fonetica e cartacea, fase per la quale
non vi e` –per il dottor Papa- certezza di controllo assoluto.
Sempre
nel corso della seduta antimeridiana del 18 luglio 2006, si
procedeva alla audizione del dottor Claudio Castelli, capo
del dipartimento organizzazione giudiziaria personale di servizio.
Pur ricoprendo tale incarico da pochi giorni, il dottor Castelli,
in risposta ad una specifica richiesta del presidente della
Commissione in ordine ai problemi di riservatezza paventati
dal Garante professor Pizzetti, riferiva che il problema della
sicurezza non veniva gestito a livello centrale, ma a livello
locale, procura della Repubblica per procura della Repubblica.
Segnalava inoltre l’esistenza di studi e progetti in corso,
volti ad una centralizzazione dei punti e delle sale di ascolto,
da concentrare tendenzialmente al livello distrettuale, proprio
per garantire da una parte il contenimento dei costi e dall’altra
una maggiore sicurezza e trasparenza (anche attraverso una
piu` semplice identificazione delle persone aventi «accesso»
alle intercettazioni).
Nella
seduta del 19 luglio 2006, la Commissione procedeva alla audizione
dei rappresentanti della Federazione nazionale della stampa,
della Federazione italiana editori giornali e dell’Ordine
nazionale dei giornalisti.
continua
>
 
Intercettazioni:
il vero e il falso
Intercettazioni:
il CSM sul ddl Alfano, rischi anche per la difesa
Intercettazioni:
l'Osservatorio sostiene la protesta dei giornalisti
Intercettazioni:
contrarieta' dell'Unione Giovani Avvocati
Dossier
informazione
Dossier
giustizia
|
|