11 giugno 2008

 
     

Intercettazioni : il vero e il falso
di osservatoriosullalegalita.org*

Si dice che in ITALIA si fanno 100 mila intercettazioni all'anno, mentre in FRANCIA 20.000, in GRAN BRETAGNA 5.500, in OLANDA 3.700, in SVIZZERA 2.300, in USA 1.705, quindi non c'e' proporzione con il numero di abitanti.

100.000 e' il numero dei decreti con i quali i gip autorizzano le intercettazioni chieste dai pm. Tuttavia esso non equivale al numero delle persone sottoposte ad intercettazione, ma comprende il numero dei rinnovi (ogni decreto va rinnovato ogni 15-20 giorni, ove l'indagine prosegua) e cresce per il fatto che i decreti sono uno per ciascuna delle utenze relative alla stessa persona.

Sui dati esteri - anche ove fossero corretti - si nota anche negli altri Paesi il numero di intercettazioni non e' funzione della popolazione (ad es la Svizzera ha 7,5 milioni di abitanti, gli USA 250 milioni) e che pochi Paesi occidentali hanno una criminalita' mafiosa sviluppata come l'Italia.

Inoltre va considerato che questo e' il dato relativo alle intercettazioni disposte dalla magistratura, ma in molti Paesi esteri ci sono altri soggetti pubblici che possono disporle in un numero che resta sconosciuto.
In Gran Bretagna le piu' varie autorita' impostano operazioni di ascolto delle conversazioni su circa 1000 persone ogni giorno (quindi ben 360.000 intercettazioni all'anno, piu' del triplo che in Italia).

Negli USA alla fine del 2006 l'FBI ha compilato un rapporto da cui emerge che i suoi uffici hanno intercettato oltre 27 milioni di conversazioni (in verita' 'sessioni di ascolto') fra utenze di sospetti terroristi. Va considerato che l'agenzia di intelligence USA aveva ottenuto solo 2176 autorizzazioni dal giudice nello stesso anno, dato, quest'ultimo, che fa a pugni sia con il numero di conversazioni ascoltate, sia con il numero totale di 1.700 intercettazioni attribuite agli USA da alcuni giornali italiani (forse hanno dimenticato qualche zero).
Inoltre c'e' il programma di ascolto di Bush per gli Americani che hanno rapporti con l'estero, con lista di controllati top secret trattandosi di sicurezza nazionale, e ci sono stati vari abusi della CIA.

In alcuni Paesi puo' disporre intercettazioni anche l'autorita' della Borsa, e di tutte queste indagini raramente resta traccia o comunque non ne vengono diffusi i dati numerici complessivi.
Inoltre andrebbe confrontata anche la durata di un decreto di intercettazione negli altri Paesi (ad es, laddove un solo decreto durasse per l'intera indagine, mentre in Italia va rinnovato in media ogni due settimane, su 10 mesi di indagini avremmo in Italia 20 volte il numero di decreti di intercettazione che all'estero, e cosi' lievitando).

Si dice che le intercettazioni pesano per il 33% sulla spesa per la giustizia (cioe' su quanto lo Stato stanzia annualmente per la giustizia).

No, esse costituiscono il 33% del solo capitolo di bilancio delle spese di giustizia, cioe' quella parte del bilancio della giustizia che comprende i compensi a periti e interpreti, le indennità ai giudici di pace e onorari, il gratuito patrocinio, le trasferte della polizia giudiziaria e naturalmente le intercettazioni. Sono a parte stipendi dei magistrati, i costi degli edifici, delle carceri, etc, ben maggiori.

Va inoltre considerato che gli stanziamenti complessivi destinati alle spese di giustizia sono stati ridotti di 50 milioni nel 2006, 100 milioni nel 2007 e 200 milioni di euro nel 2008, il che fa lievitare ovviamente la percentuale del costo delle intercettazioni sul totale, ferme restando le indagini in corso.

Esse quindi incidono per alcune centinaia di milioni e non per miliardi (nel 2005 erano 307 milioni di euro, secondo il ministero, oggi 280 milioni di euro). Peraltro si tratta di spese che lo Stato puo' farsi rimborsare dai condannati a fine processo.

Si dice comunque che i costi delle intercettazioni sono troppo elevati.

I costi elevati non dipendono dall'elevato numero di intercettazioni, ma dalle tariffe del noleggio delle apparecchiature presso societa' private (che varia sensibilmente da tribunale a tribunale) e dall'esborso dello Stato verso le compagnie telefoniche per acquisire i tabulati (26 euro l'uno) e intercettare le conversazioni (12 euro al giorno per un satellitare). E' quindi una questione di contrattazione fra Stato e privati, visto che in altri Paesi tali costi sono molto meno rilevanti.

A cio' va aggiunto che gia' nel 2001 vi erano molte apparecchiature di controllo telefonico acquistate dal ministero dell'Interno ad uso delle forze di polizia, con un costo complessivo medio - escludendo la spesa relativa alla manutenzione - di 72 miliardi di euro, investimenti che vengono ammortizzati proprio compiendo intercettazioni, in questo caso con costi quasi nulli.

Infine, le intercettazioni - oltre che far emergere i colpevoli di stupri, estorsioni, omicidi, truffe, corruzione ed altri reati non compresi in quelli per mafia e terrorismo - si ripagano. Ad es. nell' inchiesta Antonveneta, l'indagine e' costata 8 milioni di euro, i soldi recuperati con i patteggiamenti di 64 indagati 340 milioni, cioe' piu' del costo delle intercettazioni in tutta Italia.

* Dati tratti da: Atti parlamentari, Osservatorio sulla legalita', Governo britannico, Rapporto FBI, articolo "Una sfilza di leggende" di L. Ferrarella, Corriere della sera, 10 giugno 2008. Si ringrazia Claudio Giusti.

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