17 giugno 2008

 
     

Intercettazioni : contrarieta' dell' Unione Giovani Avvocati
di osservatoriosullalegalita.org

Anche l'Unione Giovani Avvocati Italiani esprime la sua contrarieta' al decreto sulle intercettazioni e dichiara solidarieta' a giornalisti e magistrati, che risultano colpiti dal provvedimento.

Gaetano Romano, Presidente dell' U.G.A.I. (gia' APA-Giovani legali) spiega che l'associazione "reputa contraddittorio il provvedimento in tema di intercettazioni predisposto dal Governo e censurato persino dalla Federazione Europea dei giornalisti. E' infatti incomprensibile come ,da un lato, si continui a sbandierare la volontà di tutela dei cittadini in tema di sicurezza, e dall'altro si sottraggano ai magistrati essenziali strumenti di indagine come le intercettazioni telefoniche".

"Per questo motivo l' U.G.A.I. intende esprimere solidarietà non solo alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (F.N.S.I.) - oggi riunitasi per una giunta straordinaria - ma anche alla Magistratura associata" continua Romano, spiegando che "Sono sicuramente condivisibili esigenze di tutela della privacy, ma queste possono essere garantite facilmente attraverso una rigorosa applicazione della legge esistente. E' quantomeno singolare come questa insopprimibile esigenza di privacy sia sentita -più che dai cittadini - dai politici, alcuni dei quali sono stati oggetto di 'intercettazioni' . E tuttavia come si vuole garantire la sicurezza dei cittadini se si impedisce sostanzialmente alla magistratura di perseguire i reati, ed alla stampa di espletare il naturale diritto di cronaca?"

"Con la pena edittale di 10 anni - sotto la quale non si potrebbe fare uso delle intercettazioni telefoniche - non sarebbero perseguibili reati di allarme sociale come la rapina semplice, il furto in appartamento, il sequestro di persona non a scopo estorsivo , lo sfruttamento della prostituzione etc." aggiunge il presidente U.G.A.I. secondo cui "Nel merito - ancorchè il contenuto del provvedimento sulle intercettazioni non sia stato definitivamente reso noto - è da notarsi come ,a seguito dell'approvazione di tale normativa, un singolo giudice potrebbe comminare pene definitive assai ingenti (anche di decine di anni di reclusione) e lo stesso singolo giudice non potrebbe decidere sulle intercettazioni (in quanto la competenza passerebbe ad un collegio di tre giudici)".

"E' più 'gravosa' la decisione relativa alla comminazione di una sanzione penale definitiva ad esempio di 15 anni oppure la determinazione relativamente all'utilizzo o meno di uno strumento investigativo? - si chiede il Presidente dell'Unione Giovani Avvocati Italiani, concludendo - La normativa sarebbe comunque inapplicabile in molti piccoli tribunali che non hanno la disponibilità numerica sufficiente per far ruotare diversi collegi di tre giudici".

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