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19 maggio 2009
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Magistrati
elettivi : fra si' e no torna la separazione delle carriere L'elezione popolare dei magistrati non garantirebbe criteri di indipendenza, preparazione e capacita' di applicare la legge da parte della Magistratura. E' il pensiero espresso dalla presidente della Commissione Giustizia della Camera, avv. Giulia Bongiorno (PdL), commentando le recenti affermazioni del leader della Lega, Umberto Bossi che hanno suscitato la reazione negativa della magistratura. Per Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, le dichiarazioni del leader leghista avrebbero come fine erodere i principi fondamentali della Costituzione che garantiscono i diritti e l'uguaglianza dei cittadini di fronte alle legge. "Il sistema attuale, sebbene perfettibile - spiega Ferranti - garantisce una magistratura che non sia pilotata da maggioranze politiche ma che, attraverso il CSM ed il capo dello Stato, possa tutelare tutti i cittadini. Il governo e la sua maggioranza si preoccupino piuttosto di proporre misure organiche per l`efficienza della giustizia sempre più depauperata di risorse e di mezzi, abbandonata alla buona volontà e alla coscienza civile dei suoi operatori". Secondo Giuseppe Consolo (PdL), la vera priorita' e "Una separazione attuata la quale, allora sì che potrebbe effettuarsi il passo successivo, vale a dire rappresentanti dell'accusa eletti dal Popolo; in tal caso, si inizierebbe dai giudici di pace per poi, man mano, alzare il tiro elevando la competenza dei 'pm popolari'". Concorda l'Unione Camere Penali, il cui vicepresidente, Renato Borzone, ha dichiarato che "L'elezione dei pubblici ministeri dal popolo non e' certo un'idea scandalosa e illiberale, visto che appartiene a paesi di consolidata democrazia. Ma la riforma autentica, alla portata della cultura giuridica italiana, e' quella della separazione delle carriere". Borzone si chiede tuttavia "che fine abbia fatto questa riforma liberale e democratica, promessa nei mesi scorsi da autorevolissimi esponenti del centro destra, dal Presidente del Consiglio, dal Ministro della Giustizia. Perche' e' finita nel dimenticatoio? Perche' non se ne parla piu'? I penalisti italiani si attendono un chiarimento dal centro destra, in attesa di verificare nelle prossime settimane se questo assordante silenzio sia solo casuale o ci siano delle ragioni che lo impongono". Dubbi sull'indipendenza ma anche sulla bonta' del criterio elettivo vengono sollevati dal presidente dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti Onlus, Rita Guma: "Il mito del sistema americano che sostiene alcune proposte italiane - come la separazione delle carriere ed il PM elettivo - andrebbe confontato con la dura realta'". "La stessa ABA, Associazione egli avvocati esperti americani, ha sottolineato le ingiustizie del sistema per il ramo riguardante la pena capitale, cioe' quello che presenta le maggiori garanzie. E' ovvio che un procuratore elettivo si faccia condizionare dalle prossime elezioni ogni volta che seleziona un caso da portare in tribunale e ogni volta che cerca di ottenere una condanna - commenta Guma - E il senato USA ha indagato sul condizionamento dei giudici da parte dell'amministrazione Bush (1, 2, 3). Questo per non parlare di alcuni aspetti non irrilevanti, come il fatto che il PM italiano non coincide con la pubblica accusa.". "A parte il fatto che la Gran Bretagna ha optato da anni per il 'rimescolamento' delle carriere, e che negli USA molti magistrati e avvocati si scambiano la toga un giorno si' e l'altro pure, conclude Guma - sarebbe utile vedere uno dei nostri politici o avvocati o avvocati/politici alle prese con la giustizia USA (senza ovviamente gli agganci politici e fondi cospicui per assicurarsi una difesa brillante) e poi sentire il suo commento sul funzionamento del sistema giudiziario in quella consolidata democrazia". ___________ NB:
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