28 giugno 2007

 
     

USA : ex procuratore, ministro giustizia spinge pena capitale in casi dubbi
di Rico Guillermo*

Il segretario alla giustizia USA, Alberto Gonzales, avrebbe sollecitato i procuratori ad ottenere la pena di morte. Lo ha dichiarato ieri davanti ad un sottocomitato giudiziario del Senato impegnato nella revisione della pena di morte federale Paul K. Charlton, uno dei nove procuratori degli Stati Uniti licenziati l'anno scorso.

Per legge, negli USA, il ministro della giustizia ha l'ultima parola sulla eventuale richiesta federale di pena di morte. Charlton, ex procuratore USA a Phoenix, si era opposto ad una richiesta di pena di morte da parte di Gonzales riguardante un caso di omicidio dell'Arizona in cui non era stato recuperato nessun riscontro materiale che collegasse l'imputato all'omicidio (nemmeno il corpo della vittima), giudicando il caso incerto. Per questo il procuratore era stato pressato dai funzionari del dipartimento di giustizia, in quanto considerato sleale.

I dati del dipartimento di giustizia presentati all'udienza hanno dimostrato che la disputa sulla pena di morte del ministro con Charlton non era unica. L'amministrazione Bush avrebbe infatti piu' volte superato i limiti delle raccomandazioni ai procuratori contro il suo uso fatte dal governo Clinton. La storia era cominciata sotto il predecessore di Gonzales, John D. Ashcroft, ed ha avuto il suo apice nel 2006, quando Gonzales ha ordinato ai procuratori federali di chiedere la pena di morte contro il loro parere ben 21 volte, contro le tre del 2005.

Secondo il Washington Post, Charlton ha detto ai senatori che "Non c'č nessuna decisione pių importante per un procuratore" che quella di chiedere o meno la pena capitale per qualcuno. Egli ha testimoniato al Congresso che Gonzales era cosi' desideroso di ampliare l'uso della pena capitale da non aver badato alla qualita' delle prove in alcuni casi, sottovalutando i punti di vista dei procuratori che erano piu' informati di lui sui casi. L'ex procuratore ha detto che in precedenza i collaboratori di Ashcroft gli avevano dato la possibilita' di esporre il suo punto di vista contro la pena di morte, ma che il personale di Gonzales non gli ha offerto quell'opportunita' e che anzi la scelta della pena di morte gli e' stata imposta via lettera da Gonzales.

Una sua richiesta d'incontro con il segretario alla giustizia ha ricevuto un diniego e il nome di Charlton nella lista dei licenziandi e' apparso poco tempo dopo. La testimonianza di Charlton getta quindi anche una nuova luce anche sulle cause dei licenziamenti di cui il congresso si stava interessando da tempo. Nell'ambito di tale indagine congressuale, ad aprile, Gonzales ha testimoniato che Charlton aveva usato "un misero giudizio nel proporre una raccomandazione su un caso di pena di morte". Un appunto interno al dipartimento di giustizia in cui apparivano i motivi per cui ogni procuratore era stato silurato, affermava che Charlton presentava ripetuti casi di errori e insubordinazione.

Ma tale circostanza e' stata smentita da almeno un ex funzionario del dipartimento della giustizia, James B. Comey, viceprocuratore generale ai tempi di Ashcroft, che il mese scorso ha testimoniato al congresso come Charlton lo avesse persuaso una volta a non perseguire la pena di morte. Egli ha detto che Paul Charlton "e' uno con molta esperienza. Inoltre e' una persona molto sveglia, molto onesta e capace. Lo rispettavo molto ed ascolterei sempre che cosa ha da dire".

* si ringrazia Claudio Giusti

Procuratori silurati: il Congresso vuole da Gonzales i documenti censurati

Speciale giustizia

Speciale razzismo

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

USA: condannati a causa di giurie inesperte e testimoni inattendibili

USA: generale indago' su Abu Ghraib ed ebbe carriera stroncata

USA: Gonzales interrogato su torture ai prigionieri