27 agosto 2008

 
     

USA : roulette dei rifugiati grazie ai giudici politicizzati di Bush
di Rico Guillermo*

Gli immigrati richiedenti asilo negli Stati Uniti sono stati respinti sproporzionatamente dai giudici che l'amministrazione Bush ha scelto usando un filtro politico conservatore. Lo si rileva da una analisi dei dati dello stesso Dipartimento della Giustizia USA.

I dati si concentrano su 16 giudici che sono stati selezionati in base all'affiliazione politica, ed esaminano almeno 100 casi ciascuno. Il confronto delle loro decisioni con quelle di altri magistrati operanti nella stessa citta' mostra come il gruppo abbia operato nei confronti di richiedenti asilo in maniera significativamente orientata rispetto ai colleghi che sono stati nominati, come richiede la legge, ai sensi di regole politicamente neutrali.

I critici del politicizzazione dell'ufficio immigrazione dicono che non e' sufficiente che nel 2007 il Ministero abbia smesso di utilizzare procedure di assunzione illegali. Il fatto che molti dei giudici politicamente selezionati rimangano al loro posto, essi dicono, continua a minare la percezione di equita' delle audizioni per la lotta contro la deportazione degli immigrati.

Il tribunale dell'immigrazione "e' ora la sede di persone fisiche che sono state nominate illegalmente, il che significa che nella mente di molte persone il tribunale simboleggia illegalita'", ha detto al New York Times Bruce Einhorn, un docente di diritto della Pepperdine University per quasi vent'anni giudice in materia di immigrazione. Ma Peter A. Carr, un portavoce del Dipartimento di Giustizia, ha risposto alle domande dell'autorevole giornale che "Il fatto che il processo sia stato viziato non significa che i giudici dell'immigrazione selezionati attraverso questo processo non siano idonei a servire."

L'amministrazione Bush e' stata accusata dai Democratici e altri critici di aver improntato impropriamente in modo politico le attivita' di agenzie federali come l'Agenzia di protezione dell'ambiente, l'Amministrazione Servizi Generali e, piu' ancora, il Dipartimento di Giustizia, che e' stato travolti da accuse di politicizzazione della legge.

Questa estate, il servizio dell'ispettorato generale ha pubblicato due relazioni che confermano che per diversi anni l'amministrazione ha preso illegalmente in considerazione l'affiliazione politica dei funzionari in sede di assunzione. La relazione riguardante la selezione dei giudici dell'immigrazione mostra che alcuni selezionatori hanno posto ai candidati domande sulle loro convinzioni politiche e la loro campagna di ricerca contributi. L'amministrazione ha inoltre condotto ricerche su Internet sui loro nomi e parole come "asilo", "immigrato" e "frontiera", come pure su questioni come l'aborto, l'Iraq, i gay o l'associazione con nomi di personaggi politici, per determinare il loro punto di vista.

La relazione non presenta prove che tali sforzi siano stati collegati a qualsiasi politica ufficiale con l'obiettivo di restringere l'asilo. La Casa Bianca ha detto anzi di non aver mai ordinato un taglio politico all'assunzione di dipendenti pubblici.

Il Dipartimento di Giustizia impiega piu' di 200 giudici in materia di immigrazione in piu' di 50 tribunali in tutto il Paese. Essi hanno il compito di condurre audizioni per non cittadini che chiedono di non essere deportati, tra cui i richiedenti asilo che dicono di temere persecuzioni religiose o politiche. Anche se sono chiamati "giudici" i funzionati preposti alle audizioni non sono confermati dal Senato a vita come accade per i magistrati. Essi sono coperti dalle disposizioni federali del servizio civile che prevedono l'assunzione sulla base del merito ai sensi si criteri politicamente neutrali.

Ma all'inizio del 2004, incaricati politici hanno assunto il controllo della selezione dei giudici allontanando liberali e democratici e aprendo le porte ai fedeli di Bush o comunque di fede politica repubblicana. Nel 2007, dopo che la legittimita' del processo di selezione era stata messa in dubio, l'amministrazione ha modificato il metodo di selezione con uno gestito da professionisti di carriera. Ma nel frattempo 31 giudici in materia di immigrazione sono stati nominati con il processo viziato. Il Dipartimento di Giustizia non ha contestato un elenco di tali giudici presentata dal New York Times.

Dati supplementari provengono da un gruppo di ricerca dell'Universita' di Syracuse, che ha analizzato i dati del Dipartimento di Giustizia e il profilato i giudici del'immigrazione evidenziando che la differenza di trattamento nel respingere le richieste d'asilo concordava con l'orientamento politico dei giudici con la negazione nel 66,3% dei casi, cioe' di 6,6 punti percentuali in piu' rispetto agli altri loro colleghi. Cio' si traduce in 157 casi di richieste d'asilo respinte in piu' rispetto alla medi nazionale. Addirittura alcuni magistrati hanno negato l'asilo in oltre il 90% dei casi, mentre altri giudici nella stessa citta' lo hanno negato in meno dell'80% dei casi. Ma c'e' stato chi ha mantenuto rispetto ai colleghi un divario del 29%.

Vi sono state anche delle eccezioni: tre dei giudici selezionati politicamente hanno riconosciuto il diritto d'asilo molto piu' spesso di coetanei, tuttavia uno studio accademico dello scorso anno effettuato su 140.000 decisioni nell'arco di quattro anni ha trovato forti differenze negli esiti delle audizioni di casi di immigrati della stessa nazionalita', anche tra i giudici della stessa cittą. Gli autori dello studio, chiamato "Roulette rifugiati", ha concluso che i dettagli di un caso possono essere meno importanti nel determinare se qualcuno verra' rimpatriato rispetto a chi sia il giudice che giudica il caso..

Secondo Charles H. Kuck, presidente dell'Associazione degli avvocati dell'immigrazione americana ha detto che tutti i giudici selezionati con il metodo illegale, indipendentemente dalle loro qualifiche, dovrebbero dimettersi ed essere riselezionati per i loro posti di lavoro insieme ad altri candidati. Ma un ispettore generale del Dipartimento di Giustizia ha detto in audizione al Senato USA che "sarebbe difficile se non impossibile" decidere se la selezione di un giudice e' stata qualificata ed ha osservato che i giudici non possono essere licenziati perche' sono protetti dalle attuali leggi sul servizio civile, le stesse leggi violate quando sono stati selezionati.

In tale occasione alcuni senatori hanno espresso frustrazione per la mancanza di misure correttive. Una soluzione e' stata proposta da Stephen H. Legomsky, un professore di legge in materia di immigrazione alla Washington University di St Louis, che ha proposto che il procuratore generale riassegni i giudici a posizioni non giudicanti allo stesso stipendio, il che non viola le regole sul servizio civile. Ma c'e' anche chi si oppone.

In ogni caso non e' dato sapere quante persone la cui richiesta d'asilo e' stata respinta ingiustamente a motivo della politicizazzione del giudice e quindi deportate in patria hanno subito conseguenze negative dalla politica relizzata dall'amministrazione Bush. Diversi avvocati stanno considerando la possibilita' di sollevare la questione per i loro assistiti, ma coloro che ormai sono stati rimpatriati non avranno piu' la possibilita' di ricorrere, dopo essere stati ricacciati indietro da quella che pensavano fosse la patria delle liberta' civili e che li avrebbe quindi salvati dalle persecuzioni del loro Paese.

* si ringrazia Claudio Giusti

Speciale diritti

Speciale giustizia USA

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