05 novembre 2008

 
     

Barack Obama : una scelta e una speranza per i diritti
di Rita Guma

Chi difenda i diritti civili non puo' che essere soddisfatto dell'elezione di Barack Obama, per il fatto che per la prima volta un nero e' presidente degli Stati Uniti. Con questa elezione l'affermazione della parita' di diritti e di opportunita' si esprime e concretizza al massimo livello immaginabile ed e' da supporre oltretutto che temi quali le discriminazioni razziali in generale e il peso della razza nella giustizia americana - tema spesso richiamato dallo stesso Obama - troveranno attenzione con questo presidente.

E' lecito anche ipotizzare e sperare che altre minoranze (che pero' nel mondo minoranze non sono), quelle che negli USA vengono guardate con sospetto, trovino ora una maggiore possibilita' di essere accettate e di integrarsi. D'altra parte il numero dei votanti e dei voti per Obama e' tale da evidenziare come maggioranze e minoranze etniche, religiose e di genere abbiano in larga parte votato insieme e scommesso sullo stesso candidato.

Saremmo quantomeno tacciabili di 'distrazione' se non ritenessimo la crisi economica uno dei fattori piu' importanti che hanno condizionato queste elezioni, ma certamente non e' stato sufficiente e non e' stato il solo. Non e' stato sufficiente perche' per dare fiducia ad Obama anche i neri hanno dovuto superare alcuni pregiudizi nei suoi confronti cosi' come i bianchi e le minoranze etniche del Paese. Non e' stato il solo perche' il fallimento della politica USA del bastone (per gli altri) e della carota (per i governanti e i loro amici) ha evidentemente disgustato i piu'.

E poiche' nelle ultime due presidenziali il Paese era sostanzialmente diviso in due fra destra e sinistra ed oggi per Obama c'e' stata invece una vittoria schiacciante, ha disgustato anche persone con il cuore a destra, forse stanche di vedere additare il proprio Paese come la causa di molti soprusi di livello mondiale.

Percio' essere soddisfatti della vittoria di Obama non significa necessariamente essere a sinistra (a meno, peraltro, che non si voglia pensare che quasi il 70% dell'elettorato USA sia divenuto improvvisamente di sinistra), ma amare alcuni principi fondamentali calpestati negli ultimi otto anni di amministrazione americana e di cui invece il paese ha sempre ritenuto di essere modello.

Primo di questi principi e' la democrazia, che e' stata calpestata in patria ancor prima che nell'"esportazione" all'estero, con le leggi che limitavano i diritti di tutti imposte a colpi di veto, con azioni che limitavano i diritti di alcuni (come il programma segreto di intercettazioni di Bush o le prigioni segrete della CIA, entrambi prima negati e poi ammessi dall'amministrazione Bush), azioni realizzate in barba alla Costituzione, al Congresso ed ai cittadini, ed infine con informazioni 'addomesticate' al fine di giustificare scelte fatte anni e anni prima di assurgere alla guida del Paese, come la guerra in Iraq.

Altri principi calpestati la giustizia e i diritti civili, mortificati con azioni di pressione sui pubblici ministeri o di scelta pilotata dei magistrati (ad es quelli dell'immigrazione) e con la triste vicenda di Guantanamo, dove le scelte del governo sono state due volte bocciate (quindi ritenute incostituzionali) dalla Corte Suprema.

D'altra parte proprio ai giovani USA l'allora presidente della Corte Suprema di Israele, Aaron Baraq - sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti dove era stata sterminata la sua famiglia, e vissuto per decenni in Israele, un Paese continuamente a rischio kamikaze - aveva ricordato che la lotta al terrore va fatta sempre rispettando lo Stato di diritto e che lo Stato democratico e' piu' forte, non piu' debole, se non usa gli stessi mezzi dei terroristi.

Tali questioni si riallacciano alla esclamazione del capogruppo del PDL al Senato Maurizio Gasparri sulla soddisfazione di Al Quaeda per l'elezione di Barack Obama. Gasparri non ha evidentemente letto, prima delle elezioni, le dichiarazioni di Al Quaeda, secondo cui il candidato ideale per i terroristi era McCain.

E infatti proprio un presidente come Bush e' stato la manna dal cielo per i terroristi, perche' ha dato loro la possibilita' di 'dimostrare' agevolmente che l'America e l'Occidente - che usavano il diritto internazionale solo quando gli faceva comodo e hanno compresso i diritti fondamentali di tutti e in particolare di alcuni con la scusa della lotta al terrore - erano nemici cattivi e quindi da combattere. E infatti tutti gli attentati terroristici di peso (dall'11 settembre a quelli di Londra e Madrid) sono avvenuti sotto la sua presidenza.

Quello che non ha capito il capogruppo del PDL e' che il terrorismo si elimina togliendogli il terreno da sotto i piedi: se un giovane islamico si sente accettato e integrato, se non ha torti da vendicare (vedi Abu Ghraib e Guantanamo), chi glielo fa fare di prendere le armi e fare il kamikaze? Se invece di fare affari con la famiglia bin Laden (come ha fatto la famiglia Bush) si blocca il flusso di denaro ottenuto dal traffico di droga, come si finanziano i terroristi?

Gasparri non ha notato come tali questioni fondamentali (il rispetto dei diritti di tutti, pur nell'impegno contro il terrorismo, e la questione della guerra in Iraq) abbiano avuto il loro peso in questa consultazione. Cio' non e' solo affermato dalla presenza di tanti neri e tanti giovani alle elezioni, ma anche dal fatto che - seppure in questi ultimi tempi gli Americani hanno sentito molto la questione dell'economia - sondaggi precedenti hanno mostrato l'avversione per le politiche di Bush e Cheney riguardo ai diritti civili ed alla guerra in Iraq ed altre questioni affini, tanto e' vero che i due personaggi erano scesi nel gradimento pubblico ad un punto ancor piu' basso di quello per il quale nel caso di altri presidenti USA e' stato chiesto l'impeachment.

Impeachment che per la verita' era stato ipotizzato riguardo a Bush anche da esponenti dell'area repubblicana, probabilmente piu' fedeli del presidente e del suo vice a quegli ideali che - a destra come a sinistra - ciascun americano proclama citando i principali emendamenti della Costituzione USA e andandone fiero. Ed infatti anche militari di carriera (ad es il generale Taguba, incaricato dell'inchiesta su Abu Ghraib, e gli avvocati militari di Guantanamo) hanno espresso a suo tempo sconforto per la negazione da parte dell'amministrazione dei valori costituzionali cui avevano giurato fedelta'.

Fatti, questi, che dimostrano ancora una volta come a destra non si debba necessariamente sostenere che McCain sarebbe stato un presidente migliore di Obama e come quindi non si debba essere necessariamente di sinistra per ritenere una fortuna per l'America e per il mondo che ci sia qualcuno che possa dare una svolta a quella che (gli Americani se ne sono gia' accorti in massa, Gasparri no) e' stata una pessima gestione di un Paese che in altri tempi ha davvero contribuito alla democrazia, anche da noi.

Speciale Guantanamo e Abu Ghraib

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