02 novembre 2007

 
     

USA : Bush , torture , giustizia e applausi ...
di Giulia Alliani

D - Il waterboarding e' costituzionale?
R - Se il waterboarding costituisce tortura, la tortura non e' costituzionale.

D - O lo e', o non lo e'. Il waterboarding consiste nella pratica di legare un soggetto a una tavola coi piedi posti pių in alto rispetto alla testa, coprirgli la faccia con uno straccio, e versargli dell'acqua addosso per simulare l'annegamento.
R - Se cio' equivale a tortura, non e' costituzionale.

Questo la scambio di battute tra il senatore Sheldon Whitehouse della Commissione Giustizia del Senato e il giudice Michael B. Mukasey, candidato del presidente Bush alla guida del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, nel corso della sua audizione per la conferma della nomina.

I senatori dela commissione Giustizia cercano di far dire a Mukasey che il waterboarding costituisce una forma di tortura, indipendentemente da chi, e se, la pratica, ma il giudice svicola: la prudenza non e' mai troppa. Da piu' di 40 giorni i senatori non riescono ad ottenere da Mukasey niente di piu'. Eppure il giudice non dovrebbe avere dubbi: nell'aprile del 2006 pių di cento professori di legge statunitensi dichiararono inequivocabilmente che il waterboarding č tortura, ed č un crimine punibile in base al codice penale federale statunitense.

"A differenza forse della 'cremagliera' e dello 'schiacciapollici', il 'waterboarding' e' l'esempio piu' classico di tortura della storia. Sono secoli che e' stato messo da parte" - dice il Contrammiraglio John D. Hutson, responsabile dell'avvocatura della Marina Usa dal 1997 al 2000, Decano del Franklin Pierce Law Center - "E' un po' sconcertante sentire, adesso, che non siamo poi tanto sicuri del posto in cui collocarlo nel quadro generale della situazione".

Rincara la dose Anthony D.Amato, Leighton Professor of Law presso la Northwestern University: "Il timore di annegare - di restare senz'aria a causa dell'acqua - e' il timore atavico piu' terribile fra quelli noti all'homo sapiens. Gli psicologi concordano nell'affermare che non esiste minaccia o dolore da noi esperibile che si avvicini allo shock provocato dall'annegamento. La Convenzione sulla Tortura, che costituisce parte integrante della legge suprema degli Stati Uniti, definisce tortura 'qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti a una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali'".

Niente da fare: secondo il presidente Bush "Sfortunatamente, in troppi casi, alcuni membri del Congresso si comportano come se l'America non fosse in guerra". E gli mettono i bastoni tra le ruote: "Per esempio, in tempo di guerra, e' di importanza vitale che il Presidente possa contare in materia di sicurezza su una squadra completa di tutti i suoi componenti, e un componente chiave di questa squadra e il ministro della Giustizia, l'Attorney General".

"I compiti svolti dall'Attorney General sono essenziali per la sicurezza dell'America - sottolinea Bush - L'Attorney General e' la figura istituzionale che ricopre il grado piu' alto tra coloro cui e' affidata la responsabilita' degli sforzi compiuti dai rappresentanti della legge per scoprire e impedire attacchi terroristici qui, in casa nostra. Per ricoprire un ruolo di cosi' grande importanza ho scelto un candidato illustre: il giudice Michael Mukasey. Il giudice Mukasey ha un lungo curriculum di successi in campo giuridico e in quello della sicurezza nazionale. E' apprezzato sia dai Repubblicani che dai Democratici, e tutti lo considerano un uomo onesto, intelligente, integro e indipendente".

I Senatori sono veramente incontentabili: pare lo facciano per dispetto. Raccontava Bush, in un discorso alla Heritage Foundation, giovedi' scorso: "Il giudice Mukasey ha fornito la sua testimonianza per quasi sei ore. Nel corso dell'audizione ha risposto pazientemente a piu' di 200 domande. Non era trascorsa una settimana dall'audizione che aveva gia' risposto a quasi 500 domande scritte. Eppure la Commissione Giustizia del Senato continua a tenere la sua nomina in sospeso".

Bush, davanti al pubblico della Heritage Foundation, sembra davvero esasperato: "Alcuni componenti della Commissione, come prezzo da pagare in cambio della conferma, vogliono che il giudice Mukasey assuma un posizione di tipo legale su specifiche tecniche di interrogatorio che si presume vengano usate nei confronti dei terroristi prigionieri". Ma "come il giudice Mukasey ha spiegato in una lettera ai membri della Commissione, egli non puo farlo per una serie di ragioni: prima di tutto non sa se certi metodi di interrogatorio vengano davvero usati, perche' il programma e' coperto da segreto di Stato: egli non e' al corrente dei contenuti del programma, e non lo sara' fino al momemto della nomina e del giuramento come Attorney General".

Cio' che Bush non dice e' che i Senatori non chiedono a Mukasey se certi metodi facciano parte dei programmi segreti di Bush: vogliono solo sapere da lui se considera quei metodi equivalenti alla tortura. Ma il presidente non se ne cura, e continua con una serie collaudata di giustificazioni: "In secondo luogo egli (Mukasey) non vuole che una sua dichiarazione non documentata venga interpretata, dai professionisti che eseguono gli interrogatori sul campo, come un elemento su cui qualcuno potrebbe basare denunce nei loro confronti. Infine non vuole che le sue affermazioni forniscano ai terroristi uno spiraglio sulle tecniche che usiamo e quelle che non usiamo. Cio' potrebbe risultare utile per allenare i loro agenti a resistere agli interrogatori e a non svelare informazioni indispensabili a sventare un attacco e salvare vite umane".

Il presidente e' ormai lanciato e sfodera alcuni cavalli di battaglia, sempre buoni per strappare l'applauso: "Nella guerra al terrorismo l'Intelligence e' uno strumento di difesa cruciale. Se catturiamo un terrorista che e' in possesso di informazioni su un complotto contro di noi, abbiamo assolutamente bisogno di sapere quello che lui sa. E questo e' il motivo per cui ho stabilito un programma, in capo alla CIA, per interrogare gli agenti chiave dei terroristi e i loro capi. L'anno scorso il Congresso ha approvato una legge che permette alla CIA di proseguire con questo indispensabile programma. Le procedure messe in atto sono sicure. Sono legittime. E sono necessarie". Applauso.

"I leader di entrambi i partiti nelle due camere sono stati informati sui dettagli del programma. Sbagliano i leader del Congresso a far dipendere la nomina del Giudice Mukasey dal fatto che decida o no di esprimere la propria opinione sui dettagli di un programma coperto da segreto, del quale nulla gli e' stato rivelato".

Le cose, come abbiamo visto, non stanno proprio cosi', ma fa piu' comodo dire cosi', tanto piu' che non c'e' nessuno nel pubblico che abbia voglia di smentire. E quindi Bush puo' continuare indisturbato: "Se la commissione Giustizia del Senato dovesse bloccare il Giudice Mukasey in base a questi presupposti, allora fisserebbe dei nuovi criteri per la nomina, che nessun candidato alla carica di Attorney General accetterebbe, se dotato del minimo senso di responsabilta'. E cosi' possiamo star certi che l'America si troverebbe priva del proprio Attorney General proprio adesso, in tempo di guerra. Sotto ogni punto di vista il Giudice Mukasey e' particolarmente qualificato per diventare il prossimo Attorney General. Ed ora, dopo aver lasciato questa nomina a languire per 41 giorni, la Commissione Giustizia del Senato ha messo in calendario una votazione per martedi' prossimo. I leader del Senato devono tirar fuori questa nomina dalle mani della Commissione, portarla al Senato, e confermare quest'uomo probo".

Applauso.

Speciale Guantanamo e Abu Ghraib

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