04 febbraio 2007

 
     

La guerra di Bush al terrorismo sotto la lente dei giudici USA
di Giulia Alliani

I giudici americani fanno domande sul metodo Bush. Adam Liptak, cronista giudiziario del New York Times, raccontava ieri come due dei tre giudici di un collegio di corte d'Appello di Richmond, in Virgina, mercoledi' hanno fatto capire - in uno scambio di battute puntuali e, a tratti, imbarazzanti, con un avvocato del Governo - che potrebbero non essere disposti ad accettare il punto di vista dell'amministrazione Bush, che si arroga unilateralmente il diritto di privare della liberta' le persone che vengono definite 'combattenti nemici'.

Il caso specifico - spiegava Liptak - riguarda il ricorso di un cittadino del Qatar, Ali al-Marri, legalmente residente negli Stati Uniti, che il governo definisce agente di Al Qaeda in sonno, arrestato nel 2001 a Peoria, Illinois - dove viveva con la famiglia, e studiava informatica alla Bradley University - e tuttora detenuto.

Il giudice Roger L. Gregory, della corte d'Appello del Quarto Circuito, ha chiesto all'avvocato del Governo, David B. Salmons: "Che cosa vi impedirebbe di pizzicare una persona qualsiasi dicendogli 'tu sei un combattente nemico'?" Salmons ha risposto che, in guerra, l'esecutivo ha il potere di di formulare tale giudizio senza interferenze da parte del giudiziario, e ha aggiunto: "Anche un cittadino, e non solo uno straniero, potrebbe essere un 'combattente nemico'".

Ci si aspettava che il ricorso di al-Marri si limitasse a considerare l'impatto della nuova legge, il Military Commissions Act, secondo cui i tribunali non possono giudicare sui ricorsi proposti da non cittadini "che a giudizio degli Stati Uniti sono legalmente detenuti in qualita' di 'combattenti nemici'". Ma le domande poste dal giudice Gregory e dalla giudice Diana Gribbon Motz indicano, secondo Liptak, che il tribunale intende affrontare il cuore del problema, che consiste nel determinare quando e come andrebbero identificati questi 'combattenti nemici'.

Per esempio la giudice Motz ha fatto una domanda a proposito delle implicazioni piu' vaste determinate dalla posizione del Governo, per cui gli Stati Uniti sono in guerra con Al Qaeda, e gli affiliati ad Al Qaeda potrebbero essere soggetti a detenzione militare e non a processo penale. "Le nazioni combattono tra loro delle guerre - ha detto la giudice - Tra le persone si verificano lotte e litigi. Gli individui possono essere dei terroristi. Ma gli individui, tra loro, non si dichiarano guerra". L'avvocato Salmons ha risposto che nel 2001, dopo gli attacchi dell'11 settembre, un'autorizzazione del Congresso all'uso della forza militare ha garantito al presidente il potere di mantenere il signor Marri in stato di detenzione.

La giudice Motz ha posto una serie di domande formulando delle ipotesi: per esempio, il presidente potrebbe definire 'combattente nemico' un socio di PETA, "People for the Ethical Treatment of Animals" (Societa' per la Protezione degli Animali)? E poi ha chiesto: "Il presidente potrebbe dichiarare guerra a "People for the Ethical Treatment of Animals"?" Salmons ha detto che l'ipotesi era poco realistica, ma non ha respinto categoricamente l'idea. "I rappresentanti di PETA possono dormire sonni tranquilli - ha risposto - perche' l'esecutivo pone grande attenzione quando deve decidere chi e' un 'combattente nemico'.

La giudice Motz ha anche suggerito che potrebbe essere la giustizia penale ad occuparsi dei casi di persone come il signor Marri: "Cio' non significa che non verrebbe punito. Potrebbe anche, dopo un processo penale, essere condannato ad una pena piu' grave". Effettivamente Marri, al momento dell'arresto, fu accusato di aver compiuto truffe con la carta di credito e di aver mentito agli agenti federali. In seguito, nel 2003, alla vigilia del processo, venne trasferito in una prigione militare.

La giudice Motz ha anche osservato che il continuo variare, in altri casi, delle strategie legali adottate dal Governo ha finito con l'abbassare il suo standard di credibilita'. Per esempio il governo trasferi' alla giustizia penale il caso di Jose Padilla, definito in un primo momento 'combattente nemico', proprio quando la Corte Suprema stava valutando se accogliere il suo ricorso contro tale etichetta. "Spesso, in questi casi, il governo ha un ripensamento dell'ultima ora - ha detto la giudice Motz - Anche in questo caso c'e' un ripensamento dell'ultima ora?". L'avvocato Salmons ha risposto di no.

I giudici Motz e Gregory sono stati nominati dal presidente Bill Clinton, il terzo giudice, Henry E. Hudson, che si e' limitato a fare poche domande tutte incentrate sulle udienze precedenti, e' stato nominato dal presidente Bush.

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