18 febbraio 2008

 
     

Torture : governo Bush , annegamento simulato non come Inquisizione
di Rico Guillermo*

L'amministrazione Bush ha permesso interrogatori della CIA in cui venivano usate tecniche "abbastanza stressanti, frustranti e persino spaventose", finche' non causavano un dolore abbastanza grave e duraturo tale da costituire una tortura illegale. Lo ha detto la settimana scorsa un alto funzionario del Dipartimento di Giustizia testimoniando davanti alla sottocommissione giudiziaria della Camera USA.

G. Steven Bradbury, il capo dell'Ufficio legale del Dipartimento di Giustizia, ha spiegato come la direzione della CIA abbia regolamentato l'uso delle varie tecniche ed ha offerto nuovi dettagli sull'uso dell'annegamento simulato per costringere i detenuti sospettati di essere membri di al Qaeda a fare nuove rivelazioni.

Bradbury ha scritto due memo segreti che nel 2005 autorizzavano il waterboarding ed altre tattiche dure da parte della CIA. Come risultato di questa e di altre questioni, i Democratici del Senato hanno ripetutamente bloccato la nomina di Bradbury a capo dell'Ufficio legale del dipartimento di Giustizia. Nella deposizione della settimana scorsa egli si e' trovato a rendere conto a parlamentari sia Democratici che Repubblicani della questione.

Egli - riporta il Washington Post - ha dichiarato che il metodo seguito dalla CIA non aveva niente a che vedere con le "torture dell'acqua" utilizzate sotto l'Inquisizione spagnola e dai governi autocratici nel XX secolo, ma e' stato oggetto di "rigorosi limiti di tempo, misure di sicurezza, restrizioni". Egli ha aggiunto: "L'unica cosa in comune e', a mio avviso, l'uso dell'acqua."

Bradbury ha detto che l'acqua non e' entrata nei polmoni dei tre prigionieri che sono stati sottoposti alla pratica, tenendo conto che il naso e la bocca dei prigionieri CIA erano coperti di panno o di cellophane. Ma gli esperti hanno replicato che il cellophane potrebbe rappresentare un grave rischio di asfissia. Bradbury ha detto che durante l'Inquisizione spagnola, i torturati erano costretti a ingoiare grandi quantita' di acqua nei polmoni e negli stomaci dei prigionieri, mentre spesso si faceva pressione sul loro torace. Alcune vittime tossivano fino a sanguinare o morivano.

Darius Rejali, professore presso il Reed College di Portland, Oregon, scrive nel suo libro "La tortura e la democrazia", che l'uso del cellophane con waterboarding e' conosciuto come "sottomarino secco", mentre l'uso del panno, risale al 1600 ed e' noto come il "metodo olandese". Secondo Rejali, quest'ultimo e' stata la tattica usata anche dalla polizia in America del Sud nel 1920.

La testimonianza cosi' franca di Bradbury ha scioccato molti sostenitori delle liberta' civili e molti esperti legali che nel tempo hanno crticato le politiche segrete e aggressive di interrogatorio dell'amministrazione Bush. Esperti in materia di violazioni dei diritti umani e la tortura dicono che l'approccio e' simile alla tecnica impiegata dai Khmer rossi in Cambogia, dai francesi in Algeria e, in epoca recente, come l'anno scorso, da parte della dittatura in Birmania.

Martin S. Lederman, un ex esperto dello stesso ufficio legale di Bradbury, oggi docente di diritto presso l'Università di Georgetown, ha scritto in rete che "dire che questo non e' grave sofferenza fisica - non e' tortura - e' assurdo. E invocare in difesa il fatto che l'Inquisizione spagnola e' stata peggiore, e che si usa una forma piu' leggera di tortura, sotto forma di waterboarding... È osceno".

La testimonianza di Bradbury e' solo l'ultima di una serie di recenti informazioni circa l'uso del waterboarding da parte dell'amministrazione Bush. Il direttore della CIA Michael V. Hayden ha recentemente confermato per la prima volta il suo uso ed ha detto la pratica non e' piu' consentita ai sensi del regolamento della CIA.

I funzionari statunitensi hanno confermato che la CIA uso' il waterboarding su tre detenuti nelle prigioni segrete nel 2002 e nel 2003 e Hayden ha detto che uno dei detenuti sottoposti alla tecnica e' stato Khalid Sheik Mohammed, presunta mente degli attacchi dell'11 settembre, 2001. Ora le informazioni estorte con le torture potrebbero essere usate nei processi davanti alle commissioni militari volute da Bush per condannare (anche a morte) i detenuti.

* si ringrazia Claudio Giusti

Speciale Guantanamo e Abu Ghraib

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