14 agosto 2007

 
     

USA : condannati ingiustamente a morte trovano un muro di gomma
di Rico Guillermo*

Il sistema penale USA non permette di dimostrare l'innocenza di chi sia stato condannato ingiustamente per reati che prevedono la pena di morte o la prigione a vita, e tali condanne avvengono in genere sulla base di testimonianze oculari errate o forzate. Lo conclude un nuovo studio sulle condanne illegali, "Judging Innocence", del prof. Brandon Garrett, docente di legge presso l'Universita' della Virginia.

Garrett ha studiato 200 casi in cui il condannato a morte e' stato poi riconosciuto innocente ed ha trovato che in ogni caso e' stata la prova del DNA a scagionare definitivamente il condannato, mentre la causa principale (79%) di queste condanne illegali era stata l'identificazione errata da parte di testimoni oculari. Nel 25 % dei casi, questa testimonianza erronea del testimone oculare era l'unica prova contro l'imputato.

In 31 di questi 200 casi, i prigionieri hanno fatto appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti, ma la corte si e' rifiutata di audire l'appello. In altri casi, le più alte corti hanno deciso che gli errori di prova erano "ininfluenti" e quindi non costituivano motivi per annullare la condanna.

Lo studio rivela che anche una volta ottenuto il risultato della prova del DNA - che e' conclusiva - molti di questi condannati hanno affrontato ostacoli enormi per convincere i tribunali a riconoscerli innocenti. Quindi la persona sbagliata e' stata condannata all'ergastolo o a morte, mentre i perpetratori reali dei delitti sono rimasti liberi ed in alcuni casi hanno commesso altri crimini.

Nel suo studio, Garrett ha concluso pero' che la resistenza delle corti non era l'unica ragione per la quale vi era tanta difficolta' a dimostrare la non colpevolezza dei condannati, ma ha notato che gli ostacoli procedurali della giustizia statunitense impediscono spesso ai tribunali di fissare un processo di appello, persino per accogliere una prova inconfutabile di innocenza.

Altro aspetto esaminato, quello della tutela legale: un buon avvocato, ha concluso la ricerca, e' essenziale per permettere di montare una difesa e sollevare tutte le questioni relative. Parecchi anni fa, una commissione di esperti della Georgia aveva concluso che quello Stato non era riuscito a fornire "un sistema penale costituzionalmente sufficiente e giusto" e che lo Stato deve fornire molti piu' fondi per quelli senza risorse sufficienti per provvedere alla propria difesa, ma nel contempo deve generare un sistema di difesa pubblico "che assicuri la qualita', l'uniformità e la responsabilita'".

In quello Stato e' stato condannato ingiustamente a morte Troy Davis, cui in extremis - sotto la pressione dell'opinione pubblica nazionale e di alcuni importanti sponsor - l'Ufficio perdoni e parole ha procrastinato per 90 giorni l'esecuzione per decidere sulle nuove prove presentate.

Il caso di Davis e' proprio emblematico della situazione analizzata dal prof. Garrett: l'arma dell'omicidio non era stata mai trovata e non c'erano altre prove fisica che legavano Davis al crimine. Egli e' stato infatti condannato sulla base di testimonianze successivamente ritrattate o screditate e mentre stava rappresentandolo, il suo avvocato ha visto ridurre nettamente il budget della Georgia destinato a pagare la difesa dei meno abbienti.

* si ringrazia Claudio Giusti

Speciale giustizia USA

Speciale diritti

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