4 aprile 2007

 
     

Guantanamo : Corte Suprema USA respinge il ricorso dei detenuti
di Giulia Alliani

Per ora l'amministrazione Bush e' riuscita ad evitare che ai detenuti di Guantanamo sia garantito un giusto processo.

In Boumediene v. Bush, e in Al Odah v. United States, 45 persone hanno contestato la costituzionalita' del provvedimento che cancella l'habeas corpus, contenuto nel Military Commissions Act approvato l'anno passato dal Congresso. Lunedi' scorso la Corte Suprema ha respinto il ricorso contro la decisione, contraria alle richieste dei detenuti, adottata da un tribunale di rango inferiore. Solo tre giudici hanno votato a favore dell'accoglimento del ricorso: Stephen Breyer, David Souter e Ruth Bader Ginsburg.

Come ci si attendeva, i giudici John Roberts, Samuel Alito, Antonin Scalia e Clarence Thomas hanno votato contro. Due giudici, John Paul Stevens e Anthony Kennedy, non sono entrati nel merito del ricorso, ma l'hanno respinto per motivi procedurali, in quanto hanno sostenuto che, prima di venire proposto di fronte alla Corte Suprema l'appello avrebbe dovuto essere presentato ai Combatant Status Review Tribunals (CSRTs), che decidono sulla definizione dello stato del detenuto, se cioe' si tratti di "combattente nemico illegale", al quale sono negate garanzie fondamentali come il diritto ad un avvocato difensore, alla conoscibilita' delle fonti di prova, e al contraddittorio con i testimoni a carico.

La procedura da seguire per contestare una decisione di un CSRT si trova nel Detainee Treatment Act (DTA), ed e' limitata all'esercizio di un controllo sul fatto che la decisione sia coerente con gli standard e le procedure del CSRT, e sulla legalita' e la costituzionalita' nell'uso di tali standard e procedure.

Se la Corte Suprema avesse deciso di esaminare questo caso avrebbe dovuto decidere su due punti:
1) i detenuti di Guantanamo hanno il diritto all'habeas corpus garantito dalla Costituzione? Nel 2004, nel caso Rasul v. Bush, la Corte aveva stabilito che esso andava applicato anche a quei detenuti, perche' sono gli Stati Uniti che esercitano la giurisdizione su Guantanamo.
2) anche se la Corte ragionasse come in Rasul a proposito dell'habeas corpus, dovrebbe poi decidere se la procedura per impugnare le decisioni del CSRT costituisce un valido sostituto per l'habeas corpus.

Secondo l'avvocato Marjorie Cohn, professore alla Thomas Jefferson School of Law, e presidente della National Lawyers Guild, e' strano che il giudice Stevens, il quale in casi precedenti aveva votato a favore dei diritti dei prigionieri, questa volta abbia dato un voto contrario. Tuttavia, ragiona la Cohn, se un quarto voto favorevole avrebbe garantito l'ammissione del ricorso, nulla avrebbe assicurato l'annullamento della sentenza di primo grado, per il quale sono necessari non quattro, ma cinque voti favorevoli.

I giudici Stevens e Kennedy, nella loro decisione, lasciano aperta una porta a una futura revisione nel caso il Governo dovesse procrastinare i processi senza valide ragioni, o infliggesse ai prigionieri qualche altra ingiustizia. Evidentemente, a questo punto, il giudice Stevens ha ritenuto prudente adeguarsi all'opinione del giudice Kennedy, coltivando la speranza in un suo futuro voto positivo nel merito della questione.

Nel frattempo 755 persone sono in stato di detenzione e rischiano di rimanervi per il resto della loro vita. Tra loro solo 14 sono ritenuti "importanti", e soltanto 10 sono stati incriminati. Nessuno di questi 10 fa parte del gruppo di 45 che aveva proposto il ricorso.

Di seguito:
La decisione che respinge il ricorso
Le argomentazioni dei giudici dissenzienti
Le argomentazioni dei giudici contrari solo per motivi procedurali

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Speciale terrorismo

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