NEW del 21 settembre 2006

 
     

Terrorismo : torturato per errore chiede giustizia a USA e Canada
di Rico Guillermo

E' stato torturato in Siria perche' sospetto terrorista ma non aveva nulla a che fare con Al Qaida ed ora vuole spiegazioni e scuse dagli Stati Uniti e dal Canada.

L'uomo, un informatico canadese di origine siriana, che e' stato appena dichiarato estraneo al terrorismo da un'inchiesta del governo canadese, ha chiesto spiegazioni a Washington ma anche scuse ed un indennizzo alle autorita' canadesi, le cui informazioni inesatte hanno contribuito alla sua deportazione in Siria. L'ingegnere, Maher Arar, ha detto in un'intervista che il chiarimento USA sarebbe necessario per la credibilita' del governo degli Stati Uniti quando parla della difesa dei diritti dell'uomo.

Dal rapporto della commissione d'inchiesta parlamentare canadese, reso pubblico lunedi', e' emerso che la polizia canadese aveva fornito alle autorita' americane false informazioni, compreso che il siriano Arar e sua moglie erano sospettati di essere collegati ad Al Qaeda. Gli USA lo hanno quindi arrestato nell'ottobre 2002, mentre stava cambiando aereo a New York. Egli ha poi raccontato di essere stato portato in Giordania su un aereo del governo americano e infine e' atterrato in Siria.

La' Arar racconta di essere stato tenuto per dieci mesi in una cella piccolissima e di essere stato ripetutamente picchiato con un tubo metallico fino a perdere l'orientamento e costretto a firmare una falsa confessione. È stato liberato nel 2003. Arar ha detto di essere stato cioccato nell'apprendere che non solo lui ma sua moglie e i suoi due bambini erano nelle liste dei sospetti terroristi sorvegliati usate dai funzionari delle dogane degli USA e del Canada. Al suo ritorno in Canada si e' trovato disoccupato.

Il Primo Ministro Harper ha detto alla Camera dei Comuni martedi' che Arar aveva subito una ingiustizia tremenda, ed ha aggiunto che tutti sanno che questo e' avvenuto durante il periodo del precedente governo. Tuttavia Harper, che e' al potere da gennaio, precedentemente ha guidato un partito, l'Alleanza canadese, che aveva definito Arar un pericoloso terrorista ed era contrario al suo rilascio.

Il governo canadese avrebbe offerto ad Arar una compensazione e forse un lavoro. Arar ha anche presentato ricorso contro i funzionari americani accusandoli di essere responsabili del suo trasferimento in Siria, ma un giudice federale di New York ha respinto il caso dicendo di non avere giurisdizione in merito. L'uomo ha presentato appello, anche se ha riconosciuto che potranno passare anni prima di ottenere giustizia negli Stati Uniti. A Washington, il ministro della giustizia Alberto Gonzales ha detto di non essere responsabile del trasferimento in Siria, ed ha detto di non essere informato delle torture.

Secondo il rapporto della commissione, Arar era venuto all'attenzione degli inquirenti per la prima volta il 12 ottobre 2001, quando ha incontrato Abdullah Almalki, un uomo gia' sotto sorveglianza da parte dell'intelligence canadese. In realta' i due avevano parlato delle cartucce di una stampante economica a getto d'inchiostro. Ma la polizia ha cominciato le sue indagini su Arar ed alla fine del mese ha chiesto ai funzionari della dogana di includere Arar e sua moglie, un'economista, su una lista di terroristi da tenere sotto controllo e che sono interrogati piu' accuratamente al loro rientro in Canada. La commissione ha commentato che tale metodo dovrebbe essere applicato solo a membri di reti terroristiche, ma che nessuno aveva prova di cio' nei confronti della coppia Arar.

In una nota fornita ai funzionari USA, la polizia canadese descriveva Arar e sua moglie come 'estremisti islamici' ritenuti 'sospetti di collegamento con Al Qaida', notizia completamente infondata. Secondo l'intelligence canadese, Arar aveva visitato Washington intorno all'11 settembre ed aveva rifiutato di cooperare con la polizia canadese.

A settembre 2002, dopo un viaggio in Tunisia, Arar tornava via Zurigo e l'F.B.I. ha comunicato alla polizia canadese che intendeva interrogare Arar e rimandarlo in Svizzera e otteneva in risposta una lista di domande da rivolgere ad Arar in cui erano inclusi molti dettagli falsi sull'uomo. Nei tre giorni seguenti i funzionari americani hanno risposto negativamente alle richieste di Arar di parlare con il consolato canadese a New York, una violazione degli accordi internazionali, mentre la famiglia non sapeva che fine avesse fatto.

I funzionari americani non hanno discusso pubblicamente il caso. Ma il New York Times narra che in un'intervista l'anno scorso, un ex funzionario ha detto in stato di anonimato che la decisione di trasferire Arar in Siria era stata basata principalmente sul desiderio di ottenere piu' informazioni da lui e sulla minaccia che poteva rappresentare.

Il caso e' venuto alla ribalta proprio pochi giorni dopo le dichiarazioni di Bush sull'esistenza e sull'importanza del piano di extraordinary rendition che a suo dire sarebbe stato essenziale per evitare morti di innocenti. Le organizzazioni per i diritti umani, il Parlamento europeo ed il Consiglio d'Europa (questi ultimi al termine di due inchieste) avevano gia' condannato le violazioni dei diritti umani commesse con le extraordinary renditions con il pretesto della lotta al terrorismo.

Ma ora in Canada e in USA i critici degli eccessi della campagna contro il terrore varata dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001 evidenziano come la vicenda di Arar dimostri anche con quale approssimazione fossero acquisiti gli elementi accusatorii per identificare le persone come sospetti terroristi. Va tenuto presente che anche in Canada un atto governativo chiamato "certificato di sicurezza", permette di deportare i sospetti di terrorismo in luoghi dove sono a rischio tortura.

Speciale terrorismo

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