NEW del 29 giugno 2006

 
     

Guantanamo : Corte Suprema , illegali tribunali militari di Bush
di Rico Guillermo

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito oggi che Bush ha abusato della sua autorita' ordinando processi in Corti militari per presunti crimini di guerra commessi dai detenuti del carcere di Guantanamo.

La sentenza e' tutta una reprimenda per l'amministrazione Bush e le sue politiche aggressive anti-terrorismo ed e' stata estesa dal giudice John Paul Stevens. Vi e' scritto che i procedimenti proposti sono illegali in virtu' della legge degli Stati Uniti e delle convenzioni internazionali di Ginevra. Gli stessi ufficiali incaricati della difesa legale degli imputati si erano ribellati, sottolineando che quanto voluto da Bush e Rumsfeld contraddiceva anni di insegnamento di legge cui essi si erano sottoposti nelle universita' americane per divenire avvocati.

Il caso e' stato generato da un ricorso contro Donald Rumsfeld di Salim Ahmed Hamdan, uno Yemenita che ha lavorato come autista e guardia del corpo di Osama Bin Laden. Hamdan, che è stato arrestato in Afghanistan nel mese di novembre del 2001, ha passato in carcere a Guantanamo quattro anni della sua vita per cospirazione contro gli Stati Uniti. Ha sempre negato di aver cospirato in atti di terrorismo e nega di essere stato membro di al-Qaida.

La decisione della Corte Suprema e' passata con cinque voti contro tre. Il presidente della Corte Suprema John Roberts, nominato recentemente da George W. Bush, si e' astenuto dal caso perche' in conflitto d'interessi, in quanto se ne era occupato a nome del governo quando operava presso la corte d'appello. Nel suo parere, un giudice ha scritto: "il congresso non ha dato all'esecutivo una delega in bianco", spiegando che Bush dovrebbe chiedere al congresso piu' poteri ove voglia l'autorita' di installare commissioni militari. I tre giudici che hanno espresso dissenso sono Clarence Thomas, Antonin Scalia (amico del presidente) e Samuel Alito (di recente nominato da Bush), che hanno depositato pareri contrari. In particolare, Thomas ha detto che la decisione della Corte toglie a Bush un'arma contro un nemico mortale.

Un portavoce della Casa Bianca ha detto che non vi sarebbero stati commenti fino a che gli avvocati non avessero piu' avuto possibilita' di ottenere una revisione della decisione, ma si attende una dichiarazione del Pentagono. In precedenza Bush aveva dato per scontata la legalita' delle Corti, istituite in spregio ad una precedente decisione della Corte Suprema secondo cui le sedi naturali per discutere i diritti dei prigionieri di Guantanamo sono i tribunali degli Stati Uniti.

L'amministrazione Bush aveva invitato l'alta corte a rimandare la decisione a dopo il processo, sostenendo che e' in gioco la sicurezza nazionale e che "le procedure militari prevedono l'applicazione delle leggi di guerra contro una forza nemica che designa i civili come bersaglio per la distruzione di massa". Una settimana fa - dopo le richieste dell'UE e del Consiglio d'Europa - Bush aveva detto che avrebbe voluto chiudere la prigione ma che i detenuti rinchiusi a Guantanamo sono uomini pericolosi ed il posto migliore per trattare con loro e' nelle corti militari. Il presidente USA aveva comunque rimandato la decisione a dopo il pronunciamento della Corte Suprema su questo caso.

Dopo i reiterati ricorsi e scioperi della fame da parte dei detenuti e dopo il suicidio di tre di essi - gesto definito da Washington un atto di guerra - Bush aveva ammesso che Guantanamo fornisce una giustificazione per alcuni critici per affermare che gli Stati Uniti non stanno sostenendo i valori che chiedono per il resto del mondo, ma aveva affermato che gli Stati Uniti sono un Paese che osserva le leggi e che gli uomini che sono detenuti a Guantanamo sono stati arrestati sul campo di battaglia. Il presidente USA aveva glissato sul fatto che non vi siano accuse per la maggior parte di costoro e che a tutti per anni non e' stato permesso l'accesso ad un avvocato o la visita dei familiari ed ha solo detti che gli Stati Uniti si stanno impegnando, quando possibile, per rimettere i prigionieri di Guantanamo ai loro Paesi d'origine.

Secondo il Pentagono, circa 290 detenuti sono stati liberati o trasferiti nei loro Paesi d'origine. I funzionari della Difesa hanno detto che il dipartimento di Stato USA sta lavorando al rilascio o al trasferimento di altri 120 dei quasi 460 detenuti restanti nella baia di Guantanamo.

Speciale diritti con i dossier Guantanamo e Abu Ghraib

Speciale terrorismo

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