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NEW del 14 giugno
2006
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Giustizia
: riforma ordinamento , avvocati contro magistrati Anche l'associazione italiana giovani avvocati si e' schierata con l'unione camere penali condividendo le ragioni poste a base dell'astensione indetta per il prossimo 27 giugno. Ne da' notizia la stessa UCPI. Valter Militi, presidente dell'AIGA, ha detto che "Le riforme vanno fatte non contro o a favore di un soggetto della giurisdizione, ma nell'interesse della giustizia e dei cittadini" ed ha aggiunto di auspicare "che l'assemblea nazionale indetta in occasione della giornata di astensione dalle udienza possa costituire un importante momento di confronto dell'Avvocatura con le forze di governo e i parlamentari dei due schieramenti". L'avvocatura e' da sempre critica sulla riforma perche' ritiene che essa non attui la terzietà del giudice, e quindi chiede di mantenere la parte relativa "alla pur insufficiente separazione delle funzioni tra giudici e pm". L'Unione delle Camere Penali aveva proclamato un giorno di astensione dalle udienze per protestare contro il ddl del governo che sospende l'efficacia di alcuni decreti attuativi della riforma dell'ordinamento giudiziario, fra cui la nuova regolamentazione dell'azione disciplinare, la separazione delle funzioni requirenti da quelle giudicanti e l'organizzazione delle procure. Secondo i penalisti, "tale iniziativa è stata adottata a seguito delle pressioni della magistratura associata, la quale richiede da mesi la abrogazione della riforma anche attraverso l'emanazione di un decreto legge ad hoc, nonostante l'evidente incostituzionalità di un simile strumento da ultimo rilevata anche dal Capo dello Stato". L'avv. Ettore Randazzo aveva parlato di "iter parlamentare 'preferenziale' destinato a mortificare il dibattito su di una materia di grande rilievo costituzionale, nonché a vanificare i reiterati inviti al dialogo sulla giustizia" e a dimostrare un atteggiamento "ancillare nei confronti della magistratura associata". Gia' all'indomani dell'incontro con il guardasigilli Clemente Mastella, l'Unione camere penali si era dichiarata insoddisfatta ed ha confermato lo stato di agitazione dell'avvocatura e deciso "al momento" una giornata di astensione dalle udienze per il giorno 27 giugno 2006, con contestuale convocazione di una assemblea nazionale "per verificare lo stato della situazione e dibattere pubblicamente della medesima con i rappresentanti del governo, della maggioranza e della opposizione", anticipando possibili "forme di protesta ancor più dure e prolungate". L'Asociazione magistrati - che pure si dichiara insoddisfatta e in agitazione - aveva invece espresso la sua posizione il 10 giugno in un convegno che ha visto la presenza fr gli altri del guardasigilli Clemente Mastella, di Nicola Marvulli, primo presidente della Corte suprema di cassazione e del vicepresidente uscente del Consiglio superiore della magistratura, Virginio Rognoni. In tale occasione il presidente dell'ANM Giuseppe Gennaro aveva ricordato il difficile clima vissuto con il ministero di Roberto Castelli, definendo "devastanti" i risvolti della legge 25 luglio 2005 n. 150 di riforma dell'ordinamento giudiziario. Secondo l'ANM, "non si tratta di fermare puramente e semplicemente una pessima riforma. Si tratta piuttosto di una misura necessaria per consentire di varare in tempi brevi una riforma dell'ordinamento giudiziario che sia rispettosa della Costituzione e capace, al tempo stesso, di accrescere l'efficienza del servizio giustizia nell'esclusivo interesse dei cittadini". Gennaro aveva parlato di servizio-giustizia trasformato "in una contesa permanente, tutta interna alla magistratura, improntata alla più esasperata competitività, al carrierismo e al gerarchismo" in cui "la tutela dei diritti della gente non costituirà più l'unico obiettivo della funzione", mentre per quanto riguarda la responsabilità disciplinare dei magistrati, egli ha denunciato che il nuovo sistema "aggira tutti i parametri costituzionali", criticando in particolare le "anomalie" fra cui quella concernente "i poteri attribuiti al ministro della Giustizia". Qualche giorno fa anche Francesco Cossiga si era schierato a fianco dell'UCPI. Il senatore a vita ha anticipato il suo voto contrario al disegno di legge e la sua partecipazione "a tutte le manifestazioni di proteste che l'UCPI intraprenderà contro questa resa alla potente lobby politico - sindacale che è l'Associazione Nazionale Magistrati". A fianco dei magistrati, invece, almeno per quanto riguarda la ricaduta sull'informazione conseguente alla riorganizzazione delle procure, i giornalisti, preoccupati per una censura preventiva delle notizie che senza la sospensione dei decreti entrerebbe in vigore il 18 giugno. ___________ NB:
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