NEW del 09 giugno 2006

 
     

Giustizia : giornalisti contro le notizie censurate alla fonte
di osservatoriosullalegalita.org

Protesta dei giornalisti per le "procure blindate". Dal 18 giugno, infatti, saranno drasticamente ridotte le fonti di informazioni dei giornalisti per effetto dell'entrata in vigore del Decreto Legislativo n.106 del 20 febbraio scorso, che - in attuazione della riforma dell'Ordinamento Giudiziario varata dalla nell scorsa legislatura - ha stabilito che tutti i rapporti con la stampa saranno tenuti personalmente dal Procuratore della Repubblica e i sostituti non potranno più rilasciare dichiarazioni o fornire notizie ai giornalisti fino a quando la sentenza non sarà definitiva.

L'Unione Nazionale Cronisti Italiani e l'Associazione Stampa Romana hanno protestato energicamente contro queste "norme liberticide, che violano l’art.21 della Costituzione". L'Assostampa Romana sollecita il nuovo Governo a modificarle con urgenza, certa di avere dietro di sé l’intera categoria, di cui si prevede una mobilitazione.

L’Unci denuncia un nuovo "attentato alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini di essere informati in modo completo e corretto". Di fatto - sottolinea l'unione dei cronisti - "si arriva alla velina istituzionalizzata, dal momento che la norma prevede che solo il Procuratore della Repubblica manterrà 'personalmente, ovvero tramite un magistrato dell’ufficio appositamente delegato' i rapporti con gli organi di informazione".

"Non solo - prosegue l'UNCI - E’ fatto 'divieto ai magistrati della Procura della Repubblica di rilasciare dichiarazioni o fornire notizie agli organi di informazione circa l’attività giudiziaria dell’ufficio'. Se il messaggio non fosse abbastanza chiaro, la legge di riforma precisa anche che il Procuratore della Repubblica 'ha l’obbligo di segnalare al consiglio giudiziario per l’esercizio del potere di vigilanza e di sollecitazione dell’azione disciplinare le condotte dei magistrati del suo ufficio che siano in contrasto con il divieto (di parlare ai giornalisti)'".

La conseguenza di questa riforma, evidenzia il sindacato dei cronisti, sara' che i Procuratori si sostituiranno ai giornalisti nella scelta e nella valutazione delle notizie, che i cittadini verranno a conoscenza solo delle notizie che le Procure riterranno opportuno diffondere. Quindi gli indagati non saranno più uguali davanti alla legge e per chi fa informazione, l’unica finestra sulle inchieste (e sulla correttezza delle indagini) resteranno i processi. Sempre che non siano celebrati con i riti abbreviati, che prevedono le udienze a porte chiuse.

Per questo l'UNCI ritiene che l’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento giudiziario debba essere bloccata e ha chiesto un incontro al ministro della Giustizia Clemente Mastella per discutere della questione, evitando provvedimenti – anche in materia di pubblicazione di intercettazioni telefoniche – che riportino il Paese e la libertà di informazione ai tempi della censura preventiva.

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