NEW del 04 maggio 2005

 
     

Bancarotta e processo civile : magistrati e avvocati preoccupati
di red

Alla protesta degi magistrati per il metodo con cui sono state approvate le modifiche al processo civile grazie al decreto sulla competitivita', si unisce anche la critica degli avvocati civilisti.

Il magistrato Mario Fresa, coordinatore del gruppo civile dell'ANM e l'Avv. Salvatore Grimaudo, presidente dell'Unione Nazionale Camere Civili, insieme ad altri esponenti del gruppo allargato sul processo civile rilevanoche "ancora una volta si inseriscono in modo disorganico singole norme che richiederanno anni di aggiustamenti giurisprudenziali senza risolvere il vero problema della organica riforma del processo civile"

"Giudici, avvocati, personale amministrativo, utenti, cittadini aspettano da anni misure che valgano a restituire una qualche speranza ai diritti, mortificati dalla durata interminabile dei processi il cui scopo dovrebbe essere quello di assicurarne la tutela", ma, dicono gli addetti ai lavori, mentre "i fondi destinati alla giustizia subiscono tagli e riduzioni; nulla si fa per rimettere ordine alla irrazionale distribuzione delle risorse, ancora in gran parte legata ad una geografia giudiziaria ottocentesca; non si pone rimedio alle gravi carenze di organico del personale amministrativo ed all'impossibilità, che ne deriva, di assicurare una minima assistenza per la quasi totalità dei giudici istruttori civili; il processo civile telematico e altri programmi destinati a rendere più moderna e funzionale la macchina giudiziaria restano al palo di partenza".

Parlando di "leggi che cadono a pioggia", di cui "ben poche mirano alla cura dell'interesse collettivo", gli esperti lamentano la "restrizione delle garanzie specie in danno dei soggetti più deboli e che, proprio per questo, sono state ripetutamente censurate dalla Corte costituzionale".

Magistrati e avvocati civilisti rilevano che "con un decreto legge assai poco conforme al canone costituzionale della straordinaria necessità ed urgenza di cui all'art. 77 della Cost. e con un disegno di conversione che – ignaro dei moniti formulati dal Capo dello Stato anche in specifici messaggi di rinvio alle Camere - stravolge in gran parte l'oggetto del decreto, si introducono disposizioni che, oltre ad incidere profondamente sulle procedure fallimentari e a vanificare il lavoro per i processi per bancarotta ancora pendenti, incidendo così su quella certezza del diritto sempre auspicata tra i cittadini, fanno scomparire tutte le misure che in testi precedenti si intendeva introdurre al fine di contrastare gli abusi e le dilazioni ingiustificate del processo civile".

Inoltre "viene approvata una delega che comporterebbe un colpo di piccone alla possibilità di funzionamento della Corte di cassazione, già fortemente compromessa dalla immane congerie dei ricorsi; si rende possibile, con l'accordo dell'attore e del convenuto o dei convenuti (dimenticando che nel processo possono esservi altre parti, anche successive), l'applicazione a tutte le controversie civili del d. lgs. n. 5/2003, che ha già dato negative prove di funzionalità nei processi coinvolgenti più soggetti".

I giuristi sottolineano poi come sia "del tutto eccentrica rispetto al sistema processuale e costituzionale" la possibilita' data dalla legge approvata al senato di rimettere alle parti la scelta non solo del rito applicabile ma anche – come il testo letterale della norma potrebbe suggerire - dell'organo, monocratico o collegiale, che dovrà decidere la causa, e con una serie innumerevole di complicazioni che ne deriverebbero sul piano interpretativo.

Ne consegue, per magistrati e avvocati, una preoccupazione e la richiesta alle Commissioni Giustizia dei due rami del Parlamento di ascoltare il naturale moto di protesta che – "portato dai soggetti che la giustizia quotidianamente applicano" – deriva dalla prospettiva di riforme "squassanti e prive di ragionevolezza" prima del definitivo varo della legge.

Speciale Giustizia


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Il decreto sulla competitivita': risvolti per bancarotta, processo civile, criminalita' e copyright