NEW del 8 luglio 2005

 
 
       
 

Giustizia : critiche su decreto competitività e ddl ordinamento giudiziario
di red

Continua fervido il dibattito sulla giustizia. Due i punti caldi: quello sulla riforma della bancarotta e quello sulla riforma dell'ordinamento giudiziario.

Gli Osservatori sulla giustizia civile di Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Bari e Milano hanno inviato a tutte le rappresentanze istituzionali, associative e sindacali della magistratura, avvocatura e personale amministrativo del settore giustizia una lettera aperta - alla quale ancora stanno giungendo adesioni - per muovere rilievi critici all'inserimento nel decreto sulla competitivita' di alcuni passaggi in materia fallimentare che provocherebbero, fanno rilevare, ritardi sulla giustizia civile.

Gli Osservatori sulla giustizia civile - organismi locali che aggregano magistrati, avvocati, docenti universitari e personale giudiziario - si definiscono "accomunati, al di fuori di ogni logica di appartenenza, dalla consapevolezza che la risposta alle gravi difficoltā di funzionamento della giustizia civile debba essere ricercata anche attraverso la riaffermazione, nei diversi ruoli, della fedeltā ai valori della Costituzione ed in particolare al principio di uguaglianza" di fronte alla legge e di ragionevole durata del processo.

A loro giudizio, "l'efficienza della giustizia civile č questione che non riguarda soltanto la disciplina processuale, ma in misura significativa anche le concrete prassi operative", per cui sono impegnati ad individuare i metodi che possano favorire la "efficace e rapida celebrazione del processo civile". Hanno percio' accolto negativamente le norme entrate in vigore il 12 maggio scorso, che, dicono, "minacciano di non apportare alcun beneficio alla giustizia civile, ma di creare solo pesanti ostacoli alla rapida definizione dei processi".

Anche in questa occasione, la critica mossa riguarda l'approvazione con lo strumento della fiducia che ha sottratto "la materia al dibattito parlamentare". Peraltro, rilevano gli Osservatori, e' stato inserito "un maxiemendamento contenente, fra l'altro, una miscellanea di ulteriori innovazioni delle procedure concorsuali, del processo ordinario di cognizione, dei procedimenti in materia di separazione e divorzio, del processo esecutivo. La stessa legge di conversione contiene inoltre ben tre deleghe al Governo per operare, entro i prossimi sei mesi, la modifica radicale (per mezzo decreti legislativi) della disciplina del processo civile innanzi alla Corte di Cassazione, dell'arbitrato e dell'intera legge fallimentare".

Gli operatori della giustizia rilevano che "al di lā di alcune innovazioni condivisibili, l'intervento normativo ha introdotto tra l'altro modifiche nelle modalitā di svolgimento del processo al di fuori di una politica generale della giustizia" ignorando il contributo concreto che stavano mettendo in atto gli Osservatori sulla giustizia civile, le associazioni forensi, il Consiglio Nazionale Forense e l'ANM. Tale metodo era stato lodato anche dal Procuratore generale presso la Corte di Cassazione nella sua relazione all'inaugurazione dell'anno giudiziario come elemento di novitā nel modo di affrontare le questioni della giustizia".

In definitiva, gli Osservatori sulla giustizia civile di Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Bari e Milano rilevano che un tale intervento normativo, oltre a risultare "estraneo ai contenuti ed alle finalitā del decreto legge sulla competitivitā, vanifica il lavoro da tempo in corso in molti uffici giudiziari attraverso l'elaborazione di 'protocolli di udienza' e ripropone questioni processuali che assorbiranno energie e tempo, quasi che il fine del processo non sia di attuare i diritti delle persone, ma decidere su come si deve decidere".

A giudizio degli operatori del diritto, questa scelta "costituisce un alibi per nascondere i veri punti critici della giustizia che affondano le radici in carenze organizzative o cattivi costumi". Una critica unanime era giunta invece dai diversi rami della magistratura e dell'avvocatura dello Stato sulla riforma dell'Ordinamento giudiziario gia' approvata al Senato ed ora all'esame della Camera dei deputati in seconda lettura.

L'ANM, l'Associazione Magistrati della Corte dei Conti, l'Associazione dei Consiglieri di Stato, l'Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi, l'Associazione Nazionale Magistrati Militari e l'Associazione Avvocati e Procuratori dello Stato, riuniti nel Comitato Intermagistrature, hanno espresso congiuntamente "viva preoccupazione per la proposta di riforma" e hanno rilevato "come la stessa sia stata elaborata al di fuori dell'apporto collaborativo di tutti gli ordini" della magistratura.

Le diverse espressioni della magistratura "evidenziano la comunanza di valori tra tutte le magistrature che si esprime nella terzietā, nell'assenza di gerarchie interne e nella soggezione dei giudici soltanto alla legge" e sottolineano che "la garanzia costituzionale dei suddetti valori impone che le magistrature italiane rappresentino unitariamente le suddette critiche, nell'impegno ad approfondire in seno al Comitato i temi comuni dell'efficienza della giurisdizione e della tutela dell'imparzialitā di ogni magistratura".

Critiche alla gestione della giustizia erano state espresse anche dall'Organismo Unitario della Magistratura, mentre le modifiche al provvedimento erano state criticate anche nell'audizione dell'ANM alla Commissione giustizia della Camera dei deputati due giorni fa.

Speciale Giustizia


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