NEW del 7 luglio 2005

 
 
       
 

Giustizia : ordinamento giudiziario , audizione ANM alla Camera
di red

L'ANM e' stata audita in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per esprimere la sua posizione sulla riforma dell'Ordinamento giudiziario, recentemente approvata al Senato.

L'Associazione dei magistrati ha ribadito il "netto dissenso nei confronti della proposta di legge-delega sull'ordinamento giudiziario che, come evidenziato da illustri costituzionalisti e da gran parte della cultura giuridica, presenta numerosi profili di incostituzionalità - di impianto e di singole disposizioni - , di irrazionalità, di ingestibilità".

L'ANM ha ricordato di aver gia' fatto pervenire al Parlamento in passato vari documenti di analisi critica ed ha sottolineato che "appaiono largamente elusi, ed in alcuni punti apertamente contraddetti, i rilievi di palese incostituzionalità evidenziati dal Capo dello Stato nel suo messaggio alle Camere del 16 dicembre 2004".

Riguardo al primo punto rilevato dal Presidente della Repubblica, cioe' il fatto che il Ministro della giustizia non puo' avere alcun potere di indirizzo nei confronti dell'esercizio autonomo e indipendente della funzione giudiziaria ne' puo' incidere in alcun modo sull'obbligatorieta' dell'azione penale.

Secondo l'associazione delle Toghe, l'emendamento approvato dal Senato, seppure formalmente, sostituisce la previsione citata con la formula "nonché sugli interventi da adottare ai sensi dell'articolo 110 della Costituzione e sugli orientamenti e i programmi legislativi del Governo in materia di giustizia per l'anno in corso" e quindi "elude il problema, ma non adegua il testo al dettato costituzionale ed allo spirito del messaggio del Capo dello Stato" perche' lascia spazio a possibili condizionamenti.

IUn altro punto rilevato da Ciampi riguarda il potere del Ministro della giustizia di impugnare i provvedimenti del Consiglio Superiore della Magistratura in materia di incarichi direttivi. In questo caso, il Presidente ha evidenziato che "in tema di conferimento o di proroga degli incarichi direttivi, il rapporto tra Consiglio e Ministro implica soltanto un 'vincolo di metodo'".

L'ANM rileva che "l'emendamento approvato dal Senato, invece, tale potere conserva, sia pure accompagnato dalla formula 'fuori dai casi di ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato'". A giudizio dei magistrati "la disposizione andrebbe, semplicemente, soppressa".

Il punto piu' contraddittorio, secondo la magistratura associata, e' quello dei concorsi, in cui "permane l'evidente disegno di ridimensionamento dei poteri spettanti in via esclusiva al C.S.M. ai sensi dell'art. 105 Cost. . Il rispetto dei rilievi sul punto del Capo dello Stato impone un profondo ripensamento dell'impianto stesso della riforma".

Inoltre, le disposizioni emendate "continuano a imporre al C.S.M. di prendere in considerazione solo i candidati positivamente valutati dalle commissioni esterne o dalla Scuola" quindi, desumono i magistrati, "senza alcun dubbio, le disposizioni in esame erano e restano palesemente incostituzionali".

L'ANM rileva poi che il Senato, approvando l'emendamento n. 2775 del Relatore, ha aggiunto la seguente disposizione: "46-bis. Nelle more dell'attuazione della delega prevista dal comma 11, non possono essere conferiti incarichi direttivi giudicanti e requirenti di legittimità a magistrati che abbiano meno di due anni di servizio prima della data di ordinario collocamento a riposo prevista dall'articolo 5 del regio decreto legislativo 31 maggio 1946, n. 511, e non possono essere conferiti incarichi direttivi giudicanti e requirenti di primo grado e di secondo grado a magistrati che abbiano meno di quattro anni di servizio prima della data di ordinario collocamento a riposo prevista dal citato articolo 5 del regio decreto legislativo n. 511 del 1946. Tale disposizione si applica anche alle procedure per il conferimento degli incarichi direttivi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge".

Ma, sottolineano i magistrati - muovendo peraltro varie critiche e rilievi di incostituzionalita' nel merito - il Senato stesso aveva deciso di deliberare solo sui punti toccati dal messaggio del Capo dello Stato.

A conclusione dell'audizione, l'ANM ha auspicato che la Camera dei deputati "voglia procedere ad un esame sereno e completo delle tematiche poste, come del resto e' reso manifesto dal fatto stesso che si e' ritenuto di procedere alle odierne audizioni delle associazioni dei magistrati e degli avvocati".

Il ministro della Giustizia Roberto Castelli, forse prevedendo alla Camera dissenso sul ddl da parte di alcuni esponenti di AN e dell'UdC, oltre che ovviamente quello dell'opposizione, non ha escluso che possa essere posta la fiducia sul provvedimento.

Il 14 luglio e' comunque prevista un'astensione dal lavoro indetta dall'ANM durante la manifestazione nazionale del 25 giugno.

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