NEW del 17 gennaio 2006

 
     

Comunismo e nazismo non sono sullo stesso piano per le risoluzioni
di Rita Guma

Per quanto abbiamo visto in precedenza, quindi, e' vero che il relatore, lo svedese Göran Lindblad, del Partito popolare europeo, essendo ideologicamente distante dal comunismo ha fatto concidere in alcuni momenti della sua esposizione il comunismo con i crimini da esso commessi e i Paesi comunisti con i regimi comunisti, ma si tratta di considerazioni personali che non trovano riscontro nei contenuti della proposta di risoluzione e di raccomandazione che il Consiglio d'Europa si appresta ad esaminare.

Non appaiono dunque fondati i timori espressi dagli esponenti del PdCI che si voglia "condannare una idea politica". Tanto piu' che, come sottolineato nella prima parte di questo articolo, la Corte dei diritti dell'uomo si e' gia' espressa contro la decisione di negare ad un partito comunista che voglia concorrere alla vita democratica di un Paese la possibilita' di farlo.

Le sentenze di questa Corte sono caratterizzate dal fatto che essa non si pronuncia piu' di una volta su uno stesso problema e che fanno giurisprudenza. Anche la Repubblica Ceca (dove si paventa la possibile messa al bando del partito comunista) fa parte del Consiglio ed ha quindi sottoscritto la Convenzione europea per i diritti dell'uomo, che prevede il funzionamento e la giurisdizione della Corte. Pertanto deve rispettarne le decisioni e - ove adottasse la scelta di negare la legittimita' di un partito comunista - terrebbe un comportamento illegale, come avvenuto per la Romania e come avverrebbe per qualsiasi altro Stato membro nelle stesse circostanze.

Va valutato adesso se le due ideologie, comunismo e nazismo, siano messe sullo stesso piano nei progetti di risoluzione del Consiglio. La proposta di risoluzione di condanna alla resurrezione dell'ideologia nazista - relatore il russo Mikhail Margelov, del gruppo democratico europeo - e' introdotta dal richiamo al fatto che il nazismo e le sue politiche ed azioni furono irrevocabilmente condannate dal tribunale speciale internazionale di Norimberga e che l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha in varie occasioni condannato pubblicamente comportamenti dovuti a nazismo, razzismo e xenofobia come pericoli per l'Europa.

Il cuore della proposta di risoluzione ricorda che il nazismo si basa sulla dottrina della "differenza naturale" della razza, della superiorita' della razza ariana e del diritto di questa di "soggiogare, dominare o sterminare" altre 'razze' e popoli. Pagando uno "speciale tributo alla gloria di tutti quelli che combatterono nei ranghi della coalizione anti-Hitler" e salvarono l'umanita' dal "nuovo ordine" del nazismo, nella bozza l'Assemblea "si addolora per la perdita di milioni di vittime non colpevoli dell'aggressione nazista e delle politiche razziali" e ricorda "gli orrori della Shoah" ed le politiche di sterminio fisico, ma ricorda anche per inciso la successiva oppressione comunista subita da molti Paesi d'Europa.

La proposta esalta il valore delle decisioni del tribunale di Norimberga come "pietra angolare del diritto internazionale moderno" e preludio della Convenzione ONU contro i genocidi, della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, delle Convenzioni di Ginevra sulle leggi e sugli usi di guerra, della convenzione europea dei diritti dell'uomo, della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte penale internazionale. Il Consiglio d'Europa riconosce nella bozza di avere competenza per impedire la risurrezione dell'ideologia nazista, che sembra riemergere da alcuni fatti d'attualita' come dissacrazione dei memoriali e delle tombe dei soldati della coalizione anti-Hitler, tentativi di riabilitare, giustificare e perfino glorificare coloro che parteciparono alla guerra dal lato nazista, l'uso dei simboli nazisti come la svastica, e la negazione o minimizzazione dell'importanza dei crimini commessi dal regime nazista, in particolare della Shoah.

La risoluzione proposta afferma che l'Assemblea e' preoccupata dai fenomeni politici e sociali che, mentre non fanno riferimento diretto al regime nazista, dovrebbero essere visti alla luce della sua ideologia, come il numero crescente di manifestazioni di intolleranza razziale, etnica e religiosa nella vita quotidiana, compresa la dissacrazione dei cimiteri ebraici e gli attacchi ai luoghi religiosi, tentativi di generare, con i media, un'impressione negativa relativamente ad alcuni gruppi etnici o religiosi, il sostegno crescente a partiti e movimenti politici con un'agenda xenofoba.

Fenomeni che "non ricevono abbastanza attenzione e risposta dai leader politici" per cui l'opinione pubblica sembra oggi piu' ricettiva alle idee razziste, xenofobe ed estremiste e fenomeni che la proposta di risoluzione prevede di contrastare coinvolgendo maggiormente la societa' con congressi internazionali e scambi di esperienze.

Nella sua relazione di commento, Margelov afferma che gli eventi illustrati riflettono la rinascita di un'ideologia che usa la storia 'stravolta' come strumento pratico di politica e che connota la violenza sulle strade dell'Europa, genera centinaia di siti internet nazisti, ispira i gruppi di skinheads che intessono fra loro relazioni transfrontaliere ed induce a sostenere in vari Paesi democratici d'Europa partiti con tendenze apertamente xenofobe.

Il relatore russo afferma che l'Europa č attualmente uno dei bastioni della lotta contro il terrorismo internazionale ed uno degli obiettivi dei terroristi, ma che il neonazismo ed il relativo odio razziale ed intolleranza religiosa compromettono la posizione morale dell'Europa contro terrorismo e potrebbero persino essere sfruttati dalla propaganda dei terroristi per giustificare i loro atti. Margelov argomenta contro l'islamofobia e l'odio verso gli "altri", verso "la gente di colore" e contro la propaganda dei mezzi d'informazione in tal senso. In conclusione, il relatore suggerisce la condanna del nazismo ed azioni culturali piu' incisive e diffuse, con un contributo importante dalla societa' civile.

Si rileva dunque come sia la proposta di risoluzione che la relazione parlino di nazismo e di ideologia nazista, mentre l'altra condanna riguardava 'i crimini del comunismo', non il comunismo stesso.

Che poi alcuni Paesi del Consiglio d'Europa, Russia in primis, non abbiano le carte in regola per condannare le violazioni dei diritti umani perpetrati da altri e' certamente vero, ma non osta alla necessita' e giustezza di una condanna cosi' come proposta nei due progetti di risoluzione.

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Speciale diritti umani

Speciale immigrazione e razzismo

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