20 novembre 2007

 
     

Moratoria sulla pena di morte : viva gli imbecilli !
di Claudio Giusti*

Per anni il Sor Pannella ha ossessivamente proposto una moratoria delle esecuzioni, definendola: “un compromesso creativo con la pena di morte, un luogo di incontro, il minimo comune denominatore tra abolizionisti e mantenitori: i paesi che la hanno abolita fanno un passo verso coloro che ancora la prevedono nelle leggi e la praticano, i paesi che la mantengono e la praticano fanno un passo verso gli abolizionisti e, pur mantenendola nei codici, decidono di non eseguirla.” (Prefazione al Rapporto 2002 di Nessuno tocchi Caino)

Oggi il Giacinto nazionale si vanta di avere sconfitto “l’imbecillità intollerante dell'abolizionismo fondamentalista”, mentre Sergio D’Elia si bea nel vedere superato il “concetto ottocentesco di sovranità nazionale", per cui "da oggi le questioni legate ai diritti umani dovranno riguardare formalmente anche la comunità internazionale e non potranno essere 'risolte' in casa" (evidentemente il parlamentare non è stato edotto sulla storia dei diritti umani che, da lungo tempo, non sono considerati affare interno degli stati).

Tradotto in italiano significa che il nefasto “Emendamento Singapore” (1) non si è infiltrato nella bozza di Risoluzione come era invece accaduto nel 1994 e nel 1999. Peccato che, sia nel 1994 che nel 1999, i Radicali fossero pienamente disponibili ad accettarlo assieme ai voti dei paesi forcaioli, pur di avere qualcosa da sventolare davanti alle telecamere.

Ma cos’è cambiato in questi anni? perché il “compromesso creativo” pannelliano non è stato battuto anche questa volta, visto che i paesi forcaioli ora votano contro “ il minimo comune denominatore tra abolizionisti e mantenitori: ”? Semplice: perché i paesi abolizionisti sono cresciuti di numero (come avviene dal 1976) e così si è raggiunta una massa critica sufficiente a far passare il progetto di Risoluzione.

Questo successo non va certamente ascritto all’affabulazione pannellesca, ma al lavoro degli imbecilli fondamentalisti e a quello delle organizzazioni abolizioniste come Amnesty International, allo HRW, alla FIDH, alla World Coalition, alle associazioni di avvocati, al Barreau di Parigi e a tutti quelli che non devono pensare alle prossime elezioni.

Evviva gli imbecilli!

19 novembre 2007
19 novembre 1915
Lo Utah fucila l’attivista sindacale Joe Hill (IWW)
Don’t waste any time mourning. Organize.

P.S. Perché i molti quotidiani abolizionisti americani non hanno speso nemmeno una riga sulla bozza di risoluzione? Forse perché sanno che conterà poco o nulla?

(1) L’ “emendamento Singapore” è apparso in diverse forme, ma tutte avevano lo scopo di trasformare il rispetto dei diritti umani in un fatto interno a ogni Stato, su cui la comunità internazionale non avrebbe il diritto di intervenire. In esso infatti si affermava che "ogni stato ha il pieno diritto di scegliere il suo sistema politico, sociale ed economico senza interferenze esterne" e che "l'articolo 7/2 dello statuto delle Nazioni Unite vieta esplicitamente l'interferenza di queste nelle materie che sono di giurisdizione interna" (William Schabas “The Abolition of the Death Penalty in International Law”. Cambridge U.P. 1997 p.188 e anche Amnesty International ACT 53/005/1999 01/12/1999) .

* abolizionista, membro del Comitato scientifico dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus

Speciale diritti

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