NEW del 26 dicembre 2005

 
     

Abu Omar : ecco i conti degli agenti CIA in hotel a Milano
di Giulia Alliani

Nel giorno di Natale la Chicago Tribune ha deciso di pubblicare tre lunghi servizi dedicati ai comportamenti degli agenti CIA in Italia ai tempi della scomparsa dell'imam Abu Omar. I contribuenti americani sono particolarmente sensibili e poco inclini alla rassegnazione, quando si tratta del modo in cui vengono spesi i loro quattrini, e i dettagli forniti oggi, probabilmente, riattizzeranno il fuoco delle polemiche scoppiate quando comparvero le prime notizie sulle cosiddette "renditions".

A questo proposito, sara' bene ricordare che il 16 marzo scorso, con un voto bipartisan (420 si', 2 no), il Congresso americano approvo' un emendamento presentato dal deputato Edward J.Markey (D-MA), volto a impedire l'utilizzo di qualsiasi tipo di fondi per operazioni in contrasto con gli obblighi legali derivanti dalla Convenzione contro la Tortura, firmata dal presidente Reagan, e ratificata dal Senato nel 1994. Allora si parlo' di un primo passo per porre termine alla politica statunitense delle "renditions" conosciute anche come "torture in trasferta". Se ora accade che alle "torture in trasferta" vengano abbinate e giustificate anche le "dissipazioni in trasferta", non e' difficile prevedere una prossima nuova pioggia di critiche su amministrazione e agenzie governative Usa.

"I primi ad arrivare a Milano" racconta John Crewdson "furono gli agenti della squadra di vigilanza. Gli alberghi scelti furono fra i piu' lussuosi d'Europa. Particolarmente gettonato risulto' l'hotel Principe di Savoia, tutto ori e cristalli, con metri su metri di lucidissima boiserie e folti tappeti, dove una singola costa 588 dollari a notte, un sandwich 28.75, e una Diet Coke 9.35. Secondo i registri dell'albergo, ottenuti dalla Polizia di Milano nel corso delle indagini sulla scomparsa di Abu Omar, due agenti della CIA riuscirono a totalizzare piu' di 9.000 dollari soltanto per le spese extra. Il conto per sette persone ammontava a 39.995 dollari, esclusi i pasti, il parcheggio, e altri servizi". Un altro gruppo di sette persone riusci' ad arrivare a 40.098 dollari di spese extra, questa volta all'hotel Westin Palace, un cinque stelle che si trova in Piazza della Repubblica proprio di fronte al Principe, e dove il sandwich costa solo 20 dollari".

Secondo un ex-agente CIA i prezzi sono superiori allo standard previsto dall'agenzia, pero' non e' una cosa difficile evitare di attenervisi, con la scusa della necessita' di mantenere la propria copertura figurando come importanti uomini d'affari. Poi, magari, a giudicare dalle fotografie esibite sui passaporti e sulle patenti di guida, presentate come documenti dagli agenti, la versione "importante uomo d'affari" sarebbe stata difficilmente sostenibile, ma pazienza. "In totale, secondo i registri, la CIA, negli hotel milanesi, avrebbe pagato in spese extra almeno 158.000 dollari".

Secondo le indagini della polizia i presunti agenti erano 22. Tuttavia i cellulari in funzione erano almeno 59 e, anche supponendo che qualcuno potesse avere in uso due telefoni, i pm ritengono che parecchi agenti non siano ancora stati identificati. C'e' poi anche il problema del numero delle persone impegnate. "Piu' o meno regolare per quel tipo di operazione" a detta di un funzionario anziano dell'agenzia, "piuttosto insolito" per gli informatissimi giornalisti della Tribune, che lo confrontano con quelli di simili operazioni svoltesi in paesi meno accattivanti dal punto di vista turistico: in Svezia, per esempio, nel dicembre del 2001 (8 persone impegnate, secondo un documentario della tv svedese), o in Macedonia, nel gennaio 2004 (11 persone impegnate, secondo un rapporto della polizia spagnola).

"All'inizio di febbraio del 2003, tre settimane prima del presunto sequestro, 10 agenti lasciarono Milano per trascorrere il fine settimana in un albergo con vista sul Golfo di La Spezia. Secondo i registri dell'albergo alcuni agenti di sesso diverso occuparono le stesse stanze. Prima di tornare a Milano, in cinque decisero di fare una deviazione recandosi a Firenze, dove soggiornarono presso il famoso Hotel Baglioni".

Una volta scomparso Abu Omar, presumibilmente trasportato al Cairo, gli agenti si separarono in gruppi di due o tre per dirigersi verso prestigiosi alberghi sulle Alpi, in Toscana e a Venezia. I giornalisti americani hanno interpellato il solito funzionario anziano statunitense per sapere "se esisteva qualche ragione operativa o ufficiale che giustificasse gli alberghi costosi e le gite di contorno". "Lavorano duramente" pare sia stata la risposta. "Una spesa, pero', la Cia pare l'abbia risparmiata ai contribuenti americani: si tratta di una dozzina di multe inflitte dalla polizia alle macchine noleggiate dagli agenti, che viaggiavano nelle corsie preferenziali, riservate a bus e taxi. Siccome le macchine erano state noleggiate usando nomi ed indirizzi falsi, i 500 dollari di multa li hanno dovuti pagare le agenzie di noleggio".

Un'altra localita' risultata gradita ai presunti agenti Cia sarebbe l'isola di Palma de Mallorca dove, ufficialmente, gli aerei impiegati per le "renditions" si sarebbero fermati solo per fare il pieno di carburante. Secondo la Chicago Tribune, che cita rapporti della polizia spagnola, le soste degli aerei sarebbero durate un po' troppo a lungo per essere attribuite alla sola necessita' di riempire i serbatoi di benzina. Soste di cinque, di tre, di due giorni durante le quali i passeggeri si spostavano in alcuni degli alberghi piu' esclusivi dell'isola: il Mallorca Marriott (tariffe: junior suite $300 a notte, executive suite $325. Accesso al campo da golf dell'hotel: $65) e il Gran Melia Victoria (5 stelle, tariffa per una suite: $1,018). Non si sa se gli agenti abbiano pernottato nella suite ma, scrive la Tribune, secondo il giornale locale, il "Diario de Mallorca", i conti degli alberghi relativi ad alcune di quelle soste comprendevano spese per l'uso del green, massaggi, e bottiglie di vini pregiati.

I giornalisti americani, basandosi su documenti del tribunale, e sui rapporti della polizia italiana e di quella spagnola, sono stati capaci di identificare i nomi, e in alcuni casi le caselle postali, usati dai 67 presunti agenti Cia, specializzati in "renditions", che si sono registrati negli alberghi di Milano e Maiorca. Le caselle postali, a loro volta, portavano a decine di altri nomi che avevano in comune gli stessi indirizzi, la maggior parte dei quali e' riferibile ai sobborghi di Washington, D.C. La CIA ha chiesto alla Tribune di non pubblicare i nomi perche' alcuni sono in uso all'estero. Il direttore della CIA, Porter Goss, considerata la quantita' di informazioni sulla rete di copertura ormai acquisita dai giornalisti, secondo fonti governative che non desiderano essere rese note, avrebbe disposto una serie di cambiamenti radicali nel metodo seguito dall'agenzia nel creare le coperture.

I CONTI:

Operatives traced to some of Milan's finer hotels Italian police say CIA operatives involved in the 2003 abduction of Abu Omar, an Egyptian imam, racked up thousands of dollars in expenses at Milan hotels in the weeks leading up to the operation.

Number of operatives tracked: 20
Length of stay: From 5 to 42 days
Total room charges: $158,096.56

WHERE POLICE SAY CIA OPERATIVES STAYED From Jan. 8-Feb. 19, 2003;
amount spent at each for room charges*

Westin Palace $40,098.81
Principe di Savoia $39,995.36
Milan Hilton $21,266.67
Milan Marriott $17,089.29
Star Hotel Rosa $15,280.95
Excelsior Hotel Gallia $5,595.24
ATA Hotel Executive $4,951.19
Four Points Sheraton $4,928.57
Others $8,890.48

* Not including food and other services Source: Hotel records obtained by Milan police; ESRI; TeleAtlas

Speciale terrorismo

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

CIA: agenti, voli e torture. Ma attenzione, non è un film

Dick Marty: indizi confermano sospetti su voli CIA

Prigioni CIA: inchieste giudiziarie in Italia, Spagna Germania

Caso Abu Omar: contro il terrorismo due sistemi a confronto

Vicenda CIA e immagine degli Italiani all'estero

Rapimento Abu Omar: negli USA preoccupa l'uso dei fondi

Torture made in USA: vietate anche nelle prigioni segrete

Torture: deputato USA chiede documenti al governo Bush