NEW del 21 settembre 2005

 
     

Giustizia : approvato divieto appello PM per sentenze assoluzione
di red

La Camera ha approvato oggi la proposta di legge che impedisce ai pubblici ministeri e alle parti civili di presentare ricorso in appello nel caso in cui l'imputato venga assolto in primo grado. Il testo deve ora passare al Senato.

Il Pdl, presentato il 13 gennaio 2004 da Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera e avvocato del premier, e' stato sostenuto personalmente da Berlusconi ed ha suscitato a suo tempo ed anche oggi le critiche dell'opposizione e di alcune associazioni legalitarie che parlano anche di ulteriore "legge ad personam".

Grazie ad una norma transitoria, infatti, la legge sara' applicata anche ai procedimenti in corso, come il ricorso in appello presentato dai PM di Milano contro la sentenza di assoluzione di Berlusconi per la vicenda SME. Infatti gli appelli gia' presentati si trasformeranno direttamente in ricorsi per Cassazione.

Inoltre viene reintrodotto tra i motivi di ricorso in Cassazione quello a suo tempo eliminato del ricorso alla Corte di Cassazione anche nel caso in cui manchi, sia contraddittoria o "manifestamente illogica" la motivazione, mentre potranno essere acquisite prove 'decisive' che non sono state assunte in primo grado solo se presentate dall'imputato.

Il dott. Nino Condorelli, Segretario Generale del Movimento per la Giustizia, commenta che la notizia dell'approvazione dicendo che essa conferma "il dato desolante di una legislatura sin dall'inizio impegnata nell'attività di destrutturazione dell'attività giudiziaria nell'interesse esclusivo di specifiche esigenze personali di imputati, e di loro difensori, contitolari di debordanti poteri politico-istituzionali idonei a determinare in misura decisiva l'orientamento degli organi legislativi".

A giudizio di Condorelli, "ora che i tempi di questa legislatura stanno per scadere, la corsa al completamento dell'opera di devastazione subisce accelerazioni comprensibili, ma inquietanti e assolutamente irrazionali".

Il magistrato e' preoccupato infatti per le ricadute tecniche e pratiche della legge: "L'abolizione di ogni intervento sul merito di qualsiasi sentenza di proscioglimento, anche la più 'sbagliata' ed aberrante, mentre abbassa a livelli inaccettabili per il nostro sistema processuale il controllo di legalità, sovraccarica inevitabilmente e oltre ogni limite, a causa degli attuali, insuperabili, vincoli costituzionali, la Corte di Cassazione, fino alla sua (forse auspicata) paralisi".

Infatti - spiega - la sua attivita' di controllo sarebbe resa "al contempo in parte impossibile (sul piano pratico e anche giuridico), e in parte inutile a causa dell'inevitabile maturare dei tempi di prescrizione dei reati". La stessa Corte di Cassazione aveva sottolineato peraltro che la riduzione dei tempi di prescrizione dei reati vanifica in taluni casi il suo intervento.

"Si aggiunge così - conclude Condorelli - un altro importante tassello ad un disegno che, se certamente salvaguarda gli interessi di committenti e ideatori, dimostra la sua assoluta insensibilità e disprezzo per la domanda di giustizia della generalità dei cittadini".

Speciale Giustizia

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