NOTIZIARIO del 27 ottobre 2004

 
     

Barroso chiede un mese per risolvere caso Buttiglione
di Mauro Giannini

Alla fine José Manuel Durao Barroso si e' arreso, ammettendo di fatto che il caso di Rocco Buttiglione era divenuto un ostacolo all'approvazione della Commissione da parte dell'europarlamento, ed ha chiesto un mese di dilazione per trovare una soluzione.

Fino a ieri Barroso aveva dato mostra di non voler fare passi indietro e si era detto fermamente intenzionato a proseguire con la soluzione scelta, quella di un comitato sulle liberta' civili che affiancasse Rocco Buttiglione, il quale avrebbe mantenuto il portafoglio giustizia e sicurezza.

"Non esitero' a chiedere le dimissioni di chi non si mostrera' all'altezza e non svolgera' il suo compito secondo le direttive dei trattati" - aveva detto ieri all'assemblea plenaria del parlamento di Straburgo Barroso - "non accettero' mai che uno dei membri della mia commissione esprima convincimenti non allineati ai principi contenuti nella carta dei diritti fondamentali e nei trattati".

In particolare Barroso aveva sottolineato: "Sono sicuro che Rocco Buttiglione rispettera' questi principi, e sono certo che tutta la commissione condivida e rispetti il mio punto di vista". E lo stesso Buttiglione aveva confermato di non sentirsi sminuito dalla sottrazione di parte del portafoglio UE.

Tuttavia in queste ultime ore vi sono state novita'. Da un lato - sembra - lo stesso Berlusconi, proponente di Buttiglione, gli avrebbe chiesto di rinunciare a quel ruolo per evitare la brutta figura conseguente ad una bocciatura della Commissione, dopo la bocciatura gia' ottenuta dal Comitato Liberta' civili dell'UE e le polemiche sulla stampa mondiale per le sue dichiarazioni su omosessuali a madri single.

Dall'altro, i colloqui di Barroso con i deputati europei avevano evidenziato la mancata disponibilita' dei liberali europei, ex ELDR, che risultavano in effetti l'ago della bilancia in un voto che vedeva contrapposte le due meta' del parlamento UE.

Graham Watson, a capo dei Liberali europei, era ieri soddisfatto del discorso di Barroso, ma aveva avvisato che - nonostante i suoi appelli a votare a favore - solo la meta' del suo gruppo l'avrebbe fatto, in quanto alcuni deputati ritenevano invece che un voto di sfiducia avrebbe rafforzato l'Europarlamento.

Per l'approvazione Barroso avrebbe dovuto ottenere la maggioranza semplice dei voti, 367 preferenze su 732 deputati, ma con l'opposizione decisa dei socialisti europei e lo scetticismo dei Verdi, l'unica certezza era il voto dei popolari guidati da Hans-Gert Poettering.

Ora, sempre che non vi sia da parte di Durao Barroso una smentita o una diversa strategia, sara' Romano Prodi a dover prolungare il suo mandato ad interim alla guida dell'attuale Commissione.

Prodi aveva gia' dato due giorni fa la sua disponibilita' nell'ipotesi di un voto di sfiducia. Il suo portavoce aveva affermato che l'attuale presidente della Commissione, "per senso di responsabilita' nei confronti della politica europea, se necessario, e' pronto ad assumere il proprio ruolo".

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