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31 maggio 2010
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Del Boca : intercettazioni , disubbidienza civile dovere deontologico per i giornalisti
di Mauro W. Giannini

I giornalisti che violeranno la legge sulle intercettazioni (in discussione oggi al Senato) sono obiettori di coscienza che difendono non un proprio diritto, ma il diritto dei cittadini ad essere informati e l'Ordine dei giornalisti dovra' impegnarsi a tutelarli in prima persona, in quanto ente di diritto pubblico. E' la convinzione del presidente dell'Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca, secondo cui "A fronte di norme che imbavagliano la stampa, i giornalisti sono richiamati al dovere deontologico della ''disubbidienza civile''.

Del Boca ha aggiunto che l'Ordine ha gia' deliberato di rivolgersi alla Corte di Strasburgo, ma non basta: "Si dovranno studiare tecnicamente i modi ma il concetto è che se un cronista intende rendere pubblico ciò che, in base alle nuove disposizioni, sarebbe censurato, l'Ordine, il suo presidente o il consiglio, firmerà l'articolo o lo cofirmerà in modo da assumersene in pieno la responsabilita'", una forma di garanzia a tutela soprattutto dei giornalisti free lance, di coloro che no sarebbero difesi da alcuna testata".

La settimana scorsa il presidente Del Boca e il segretario Enzo Iacopino avevano affermato che “Sul decreto intercettazioni si può certamente fare di più". Per i due leader dell'Ordine, "Sono i magistrati a dover decidere cosa inserire nel fascicolo processuale consegnato alle parti. Sono i cittadini, per il tramite dei giornalisti, ad avere il diritto di conoscere ogni particolare delle inchieste nel momento in cui gli atti dell’indagine cessano di essere segreti".

"Ci sono state certamente in passato - hanno ammesso Del Boca e Iacopino - delle irresponsabili violazioni della privacy di indagati o arrestati, con conseguenze intollerabili sugli stessi e le loro famiglie. Si tratta di casi sporadici, venti o forse meno in qualche decennio. Comportamenti deplorevoli anche se riguardassero un solo episodio. Ma occorre evitare - secondo i vertici dell'Ordine - che questo diventi un alibi per provvedimenti punitivi nei confronti non dei giornalisti, ma dei cittadini privati del diritto di sapere".

Del Boca e Iacopino hanno auspicato "che già in Senato possa essere fatto un ulteriore sforzo in aggiunta a quello che si prefigura a favore agli editori. L’aver accolto la richiesta dell’Odg di prevedere la non punibilità per tutti 'i giornalisti iscritti all’Ordine' che per documentare quel che avviene non chiedono l’autorizzazione a registrare audio o video è un passo nella giusta direzione. Se ne possono fare altri, facendo prevalere – con un confronto sereno – il buonsenso".

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