Del
Boca : intercettazioni , disubbidienza civile dovere deontologico
per i giornalisti
di
Mauro W. Giannini
I giornalisti che violeranno la legge sulle intercettazioni
(in discussione oggi al Senato) sono obiettori di coscienza
che difendono non un proprio diritto, ma il diritto dei cittadini
ad essere informati e l'Ordine dei giornalisti dovra' impegnarsi
a tutelarli in prima persona, in quanto ente di diritto pubblico.
E' la convinzione del presidente dell'Ordine dei Giornalisti
Lorenzo Del Boca, secondo cui "A fronte di norme che
imbavagliano la stampa, i giornalisti sono richiamati al dovere
deontologico della ''disubbidienza civile''.
Del Boca ha aggiunto che l'Ordine ha gia' deliberato di rivolgersi
alla Corte di Strasburgo, ma non basta: "Si dovranno
studiare tecnicamente i modi ma il concetto è che se un cronista
intende rendere pubblico ciò che, in base alle nuove disposizioni,
sarebbe censurato, l'Ordine, il suo presidente o il consiglio,
firmerà l'articolo o lo cofirmerà in modo da assumersene in
pieno la responsabilita'", una forma di garanzia a tutela
soprattutto dei giornalisti free lance, di coloro che no sarebbero
difesi da alcuna testata".
La settimana scorsa il presidente Del Boca e il segretario
Enzo Iacopino avevano affermato che “Sul decreto intercettazioni
si può certamente fare di più". Per i due leader dell'Ordine,
"Sono i magistrati a dover decidere cosa inserire nel
fascicolo processuale consegnato alle parti. Sono i cittadini,
per il tramite dei giornalisti, ad avere il diritto di conoscere
ogni particolare delle inchieste nel momento in cui gli atti
dell’indagine cessano di essere segreti".
"Ci
sono state certamente in passato - hanno ammesso Del Boca
e Iacopino - delle irresponsabili violazioni della privacy
di indagati o arrestati, con conseguenze intollerabili sugli
stessi e le loro famiglie. Si tratta di casi sporadici, venti
o forse meno in qualche decennio. Comportamenti deplorevoli
anche se riguardassero un solo episodio. Ma occorre evitare
- secondo i vertici dell'Ordine - che questo diventi un alibi
per provvedimenti punitivi nei confronti non dei giornalisti,
ma dei cittadini privati del diritto di sapere".
Del
Boca e Iacopino hanno auspicato "che già in Senato possa
essere fatto un ulteriore sforzo in aggiunta a quello che
si prefigura a favore agli editori. L’aver accolto la richiesta
dell’Odg di prevedere la non punibilità per tutti 'i giornalisti
iscritti all’Ordine' che per documentare quel che avviene
non chiedono l’autorizzazione a registrare audio o video è
un passo nella giusta direzione. Se ne possono fare altri,
facendo prevalere – con un confronto sereno – il buonsenso".
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