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Intercettazioni
: ma destra e sinistra smentirono Alfano
- Audizione Perissich
documento
del Senato
Pubblichiamo il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva
della Commissione giustizia del Senato sul fenomeno delle
intercettazioni telefoniche
del 2006 (Doc. XVII, n.2), documento che fu approvato
all'unanimita' (quindi da destra e sinistra) e che contiene
alcune informazioni e affermazioni che contraddicono platealmente
quanto dichiarato oggi a supporto della legge sulle intercettazioni
proposta dal ministro Angelino Alfano in merito agli abusi
sulle intercettazioni ed ai costi delle stesse.
NL’audito preliminarmente rilevava che il supporto tecnico
alle attivita` di intercettazione rientra nell’ambito delle
cosiddette prestazioni obbligatorie che, ai sensi dell’articolo
96 del codice delle comunicazioni elettroniche, tutti gli
operatori di telefonia, sia fissa che mobile, sono chiamati
a svolgere. Telecom Italia, al pari di tutti gli altri operatori
di telefonia sia fissa che mobile, si e` sempre esclusivamente
limitata a predisporre i collegamenti necessari per convogliare
le utenze sotto controllo, come da specifico provvedimento
della magistratura, e –ci teneva a precisare l’audito- «non
fa intercettazioni», come «nessun dipendente di Telecom Italia
ha la possibilita` di ascoltare comunicazioni della clientela».
Dalla fine di novembre del 2005, coerentemente con il processo
di integrazione Telecom Italia-Tim, il personale dedicato
alle prestazioni obbligatorie, sia del fisso che del mobile,
e` stato riunito in un’unica struttura autonoma denominata
Servizi per l’autorita` giudiziaria (SAG), affidata al condirettore
della funzione di sviluppo Corporate and legal Affairs.
Questa riorganizzazione seguiva quella del 2002, quando si
era preferito accentrare l’attivita` relativa alla rete fissa
in un unico polo, denominato Centro nazionale autorita` giudiziaria
(CNAG), collocato nell’ambito della direzione Security, per
esigenze di maggior sicurezza e di miglior coordinamento.
Dopo aver descritto le modalita` tecniche di funzionamento
del sistema, il dottor Perissich delineava la procedura che
si attivava e si attiva nel momento di emissione da parte
dell’autorita` giudiziaria del decreto di autorizzazione dell’intercettazione,
procedura differenziata a seconda che si tratti di intercettazione
di telefonia fissa o mobile. Per quanto attinente all’assetto
dei costi, l’audito preliminarmente precisava che, contrariamente
a un’opinione diffusa e veicolata sulla stampa, i costi imputati
ai gestori di telefonia sono solo una piccola parte del costo
globale del sistema di intercettazioni, tanto che ancora oggi
e` in corso un contenzioso con il Governo sulla definizione
del nuovo repertorio delle prestazioni obbligatorie, che si
era reso necessario a causa del cosiddetto decreto Pisanu
del 2005.
In merito alla questione della sicurezza, il dottor Perissich
rilevava che nei vari database, anche diversi da quelli riservati
all’autorita` giudiziaria, erano emerse alcune smagliature
individuate sulla base di analisi effettuate da tecnici della
stessa Telecom. Queste irregolarita` non provenivano dall’esterno,
ma sarebbero state originate all’interno: i sistemi di controllo
e di tracciamento di cui erano state dotate le applicazioni
informatiche di Telecom avevano consentito di individuare
responsabili di eventuali illeciti e conseguentemente di sanzionarli.
A seguito di alcune ispezioni dell’Autority per la privacy,
generate dalla denuncia di un utente che aveva lamentato l’illecita
diffusione di un suo tabulato, si era acquisita la consapevolezza
dell’esistenza di un’applicazione informatica, chiamata RADAR
(«Rilevamento Antifrode con Data mining su Radiomobile»),
con caratteristiche non allineate agli standard aziendali
di sicurezza. Alla luce delle verifiche effettuate da tecnici
interni ed esterni, la societa` si era rivolta alla KPMG Advisory
spa, cui era stato conferito apposito incarico per la mappatura
e la verifica dello stato di sicurezza delle attivita` connesse
alle prestazioni obbligatorie, nonche´ dei database relativi
ai dati di traffico e delle connesse applicazioni. E cio`
per verificare gli eventuali usi impropri dell’applicazione
informatica in questione. Dopo aver descritto le competenze
della KPMG Advisory spa, il dottor Perissich ribadiva che
l’atteggiamento della societa` rispetto al complesso di tematiche
oggetto di indagine da parte di varie procure della Repubblica
e` stato ed e` di totale trasparenza e massima disponibilita`
alla collaborazione con le autorita` competenti.
Rispondendo
ad alcune specifiche domande dei membri della Commissione,
il dottor Perissich ammetteva l’esistenza di falle nel sistema,
ben individuate e focalizzate e gia` sottoposte a procedure
di identificazione, in merito esclusivamente alla gestione
dei dati sensibili, in particolare alla gestione dei tabulati.
L’audito dichiarava altresì che non gli risultava la
pendenza di alcuna indagine a carico della societa` o di qualsiasi
dipendente della societa`. L’audito inoltre confermava che
fra un grande gestore telefonico e l’autorita` di pubblica
sicurezza vi e` inevitabilmente un rapporto di collaborazione
permanente, anche perche´ alcuni dei servizi forniti dalla
societa` sono finalizzati a garantire la sicurezza dello Stato
e la sicurezza dei cittadini. In conclusione, il dottor Perissich
si soffermava sui rapporti intercorsi tra Giuliano Tavaroli
e la Telecom in questi ultimi anni, spiegando che il Tavaroli
era stato inizialmente assunto dalla Pirelli, soprattutto
come esperto nel campo della sicurezza (proveniva infatti
da apparati di prevenzione e sicurezza dello Stato, come il
R.O.S. dei carabinieri, e come successivamente accertato era
rimasto in assiduo contatto con esponenti di alto livello
dello stesso S.I.S.M.I.). Una volta entrata in Telecom Italia
una parte del management Pirelli, anche il Tavaroli vi veniva
trasferito e veniva nominato capo della sicurezza del Gruppo.
Nel maggio del 2005, il Tavaroli finiva coinvolto in un procedimento
penale per associazione per delinquere (e altro) e da allora,
su sua richiesta, veniva prima sospeso dal servizio, mentre
successivamente (dal luglio 2005) il suo rapporto di lavoro
con Telecom Italia veniva risolto.
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