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07 aprile 2010
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Intercettazioni : ma destra e sinistra smentirono Alfano - Audizione Perissich
documento del Senato

Pubblichiamo il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva della Commissione giustizia del Senato sul fenomeno delle intercettazioni telefoniche del 2006 (Doc. XVII, n.2), documento che fu approvato all'unanimita' (quindi da destra e sinistra) e che contiene alcune informazioni e affermazioni che contraddicono platealmente quanto dichiarato oggi a supporto della legge sulle intercettazioni proposta dal ministro Angelino Alfano in merito agli abusi sulle intercettazioni ed ai costi delle stesse.

NL’audito preliminarmente rilevava che il supporto tecnico alle attivita` di intercettazione rientra nell’ambito delle cosiddette prestazioni obbligatorie che, ai sensi dell’articolo 96 del codice delle comunicazioni elettroniche, tutti gli operatori di telefonia, sia fissa che mobile, sono chiamati a svolgere. Telecom Italia, al pari di tutti gli altri operatori di telefonia sia fissa che mobile, si e` sempre esclusivamente limitata a predisporre i collegamenti necessari per convogliare le utenze sotto controllo, come da specifico provvedimento della magistratura, e –ci teneva a precisare l’audito- «non fa intercettazioni», come «nessun dipendente di Telecom Italia ha la possibilita` di ascoltare comunicazioni della clientela». Dalla fine di novembre del 2005, coerentemente con il processo di integrazione Telecom Italia-Tim, il personale dedicato alle prestazioni obbligatorie, sia del fisso che del mobile, e` stato riunito in un’unica struttura autonoma denominata Servizi per l’autorita` giudiziaria (SAG), affidata al condirettore della funzione di sviluppo Corporate and legal Affairs.

Questa riorganizzazione seguiva quella del 2002, quando si era preferito accentrare l’attivita` relativa alla rete fissa in un unico polo, denominato Centro nazionale autorita` giudiziaria (CNAG), collocato nell’ambito della direzione Security, per esigenze di maggior sicurezza e di miglior coordinamento. Dopo aver descritto le modalita` tecniche di funzionamento del sistema, il dottor Perissich delineava la procedura che si attivava e si attiva nel momento di emissione da parte dell’autorita` giudiziaria del decreto di autorizzazione dell’intercettazione, procedura differenziata a seconda che si tratti di intercettazione di telefonia fissa o mobile. Per quanto attinente all’assetto dei costi, l’audito preliminarmente precisava che, contrariamente a un’opinione diffusa e veicolata sulla stampa, i costi imputati ai gestori di telefonia sono solo una piccola parte del costo globale del sistema di intercettazioni, tanto che ancora oggi e` in corso un contenzioso con il Governo sulla definizione del nuovo repertorio delle prestazioni obbligatorie, che si era reso necessario a causa del cosiddetto decreto Pisanu del 2005.

In merito alla questione della sicurezza, il dottor Perissich rilevava che nei vari database, anche diversi da quelli riservati all’autorita` giudiziaria, erano emerse alcune smagliature individuate sulla base di analisi effettuate da tecnici della stessa Telecom. Queste irregolarita` non provenivano dall’esterno, ma sarebbero state originate all’interno: i sistemi di controllo e di tracciamento di cui erano state dotate le applicazioni informatiche di Telecom avevano consentito di individuare responsabili di eventuali illeciti e conseguentemente di sanzionarli. A seguito di alcune ispezioni dell’Autority per la privacy, generate dalla denuncia di un utente che aveva lamentato l’illecita diffusione di un suo tabulato, si era acquisita la consapevolezza dell’esistenza di un’applicazione informatica, chiamata RADAR («Rilevamento Antifrode con Data mining su Radiomobile»), con caratteristiche non allineate agli standard aziendali di sicurezza. Alla luce delle verifiche effettuate da tecnici interni ed esterni, la societa` si era rivolta alla KPMG Advisory spa, cui era stato conferito apposito incarico per la mappatura e la verifica dello stato di sicurezza delle attivita` connesse alle prestazioni obbligatorie, nonche´ dei database relativi ai dati di traffico e delle connesse applicazioni. E cio` per verificare gli eventuali usi impropri dell’applicazione informatica in questione. Dopo aver descritto le competenze della KPMG Advisory spa, il dottor Perissich ribadiva che l’atteggiamento della societa` rispetto al complesso di tematiche oggetto di indagine da parte di varie procure della Repubblica e` stato ed e` di totale trasparenza e massima disponibilita` alla collaborazione con le autorita` competenti.

Rispondendo ad alcune specifiche domande dei membri della Commissione, il dottor Perissich ammetteva l’esistenza di falle nel sistema, ben individuate e focalizzate e gia` sottoposte a procedure di identificazione, in merito esclusivamente alla gestione dei dati sensibili, in particolare alla gestione dei tabulati. L’audito dichiarava altresì che non gli risultava la pendenza di alcuna indagine a carico della societa` o di qualsiasi dipendente della societa`. L’audito inoltre confermava che fra un grande gestore telefonico e l’autorita` di pubblica sicurezza vi e` inevitabilmente un rapporto di collaborazione permanente, anche perche´ alcuni dei servizi forniti dalla societa` sono finalizzati a garantire la sicurezza dello Stato e la sicurezza dei cittadini. In conclusione, il dottor Perissich si soffermava sui rapporti intercorsi tra Giuliano Tavaroli e la Telecom in questi ultimi anni, spiegando che il Tavaroli era stato inizialmente assunto dalla Pirelli, soprattutto come esperto nel campo della sicurezza (proveniva infatti da apparati di prevenzione e sicurezza dello Stato, come il R.O.S. dei carabinieri, e come successivamente accertato era rimasto in assiduo contatto con esponenti di alto livello dello stesso S.I.S.M.I.). Una volta entrata in Telecom Italia una parte del management Pirelli, anche il Tavaroli vi veniva trasferito e veniva nominato capo della sicurezza del Gruppo. Nel maggio del 2005, il Tavaroli finiva coinvolto in un procedimento penale per associazione per delinquere (e altro) e da allora, su sua richiesta, veniva prima sospeso dal servizio, mentre successivamente (dal luglio 2005) il suo rapporto di lavoro con Telecom Italia veniva risolto.

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