30 agosto 2007

 
     

RSF , la tortura e la CIA : un intreccio che attende smentite
di osservatoriosullalegalita.org

Continuano, anche se non hanno molto rilievo sulla stampa nazionale ed internazionale (in Italia ne ha parlato Franco Carlini su Il Manifesto), le critiche e le reazioni scioccate alle esternazioni favorevoli alla tortura di Robert Ménard, patròn di Reporters sans frontières, una ONG che si presenta come portavoce dei giornalisti di Francia e del mondo.

In una trasmissione del 16 agosto di France Culture condotta da Xavier De la Porte, incentrata dulla questione "La gestione degli ostaggi puo' essere trasparente?", Ménard si e' lasciato andare a giustificazioni della tortura sui potenziali sequestratori avallando apparentemente quanto accadde nel caso del rapimento e dell'assassinio di Daniel Pearl da parte di estremisti islamici pachistani che accusarono il giornalista di origine ebraica di essere un agente della CIA.

Nella trasmissione, il segretario generale di RSF richiamava il film tratto dal libro di Mariane Pearl, moglie del giornalista del Wall Street Journal rapito e ucciso (film recentissimo interpretato da Angelina Jolie nel ruolo di Mariane), ricordando che non si tratta di un film romanzato. Ad un certo momento, dice Menard, gli Americani sapevano chi teneva Daniel Pearl. La polizia pachistana prese quindi le famiglie dei presunti rapitori e comincio' a torturarle per ottenere informazioni. Ma, commenta Menard, le informazioni arrivarono troppo tardi per salvare Daniel (che fu decapitato).

Il segretario di RSF afferma che in questi casi si accetta questa logica dell'occhio per occhio: "voi lo prendete in ostaggio, noi prendiamo in ostaggio, voi lo picchiate, noi picchiamo, voi torturate, noi torturiamo..." Non si tratta piu' di principi, commenta Menard, che mostra di condividere le idee di Marianne Pearl, incinta all'epoca dei fatti e per cui quindi tutto appariva permesso pur di riportare a casa il marito. "Legittimamente io, se fosse stata mia figlia ad essere presa in ostaggio - afferma Menard - non avrei alcun limite, ve lo dico...".

In nome, insomma, della piena di sentimenti che aggredisce i familiari del rapito, Menard appare accettare l'idea delle torture, anche quelle degli innocenti parenti dei rapitori. Purtroppo la barbara uccisione di Pearl - ovviamente condannabile - dimostro' che lo strumento derlla tortura dei parenti non solo non era efficace, ma che forse aveva generato analoga ferocia nei rapitori, in una spirale evidentemente senza fine.

Quello che pero' pone seri dubbi e' il fatto che il capo di una organizzazione impegnata per i diritti umani nel mondo possa parlare senza condannarle, ma anzi dimostrando condivisione, di chiare violazioni dei diritti umani ai danni per giunta di inncenti. E a questo fatto, che getta un'ombra sull'organizzazione, se ne aggiunge un altro, che potrebbe apparire collegato, cioe' l'ammissione fatta dallo stesso Menard nel 2005 sul fatto che la sua organizzazione fosse foraggiata nientemeno che da una emanazione della CIA.

In un articolo dell'11 marzo 2005 su Northern California Media, la gioralista Diana Barahona, affermava infatti che RSF aveva ottenuto fondi dalla NED ed un rappresentante della NED confermava che, il 14 febbraio di quell'anno, RSF aveva ricevuto 39.900 dollari. Richiesto di una conferma in un forum sul Nouvel Observateur del 18 aprile 2005, lo stesso Robert Ménard affermava "Certamente, noi riceviamo dei finanziamenti dalla NED. E questo non ci pone alcun problema".

Ma la statunitense NED (Fondazione Nazionale per la Democrazia) e' diretta da un funzionario per le operazioni speciali della CIA e funzionari CIA hanno ammesso che la NED e' una delle molte organizzazioni di cui l'Agenzia di intelligence si serve per intervenire negli affari interni di altri Paesi, il che avviene gestendo - secondo la stessa NED - ingenti somme erogatele dal Congresso. Ed e' nota l'ombra - efficace anche quando pacifica - degli USA in diverse situazioni politiche, come durante la rivoluzione arancione ucraina.

Nel suo articolo, la giornalista si chiedeva quindi quale indipendenza ci sia in una associazione per i diritti foraggiata da un governo. E tanto detrattori che estimatori di RSF che hanno sempre preso per oro colato tutte le informazioni e denunce dell'organizzazione si potrebbero porre la stessa domanda, riguardo all'influenza sull'associazione dell'amministrazione Bush e della CIA, le cui imprese illegali e violazioni dei diritti sono stati ammessi dai suoi stessi dirigenti (1) (2) (3) e da Bush stesso.

Infine si potrebbero chiedere se si debba dubitare del fatto che ci sia una certa selettivita' in alcune prese di posizione della ONG, riguardo per esempio la Cina, l'Iraq o i regimi islamici, dove si consumano certamente violazioni dei diritti, ma che puo' far comodo portare al centro dell'attenzione in determinati momenti difficili (come le elezioni) o nei casi in cui altre organizzazioni indipendenti finanziariamente attaccano la politica di Bush con i prigionieri o le uccisioni da parte di soldati USA di giornalisti in Iraq cosi' come attaccano le violazioni di altri Paesi del mondo, senza riguardo al colore politico o all'appartenenza religiosa.

Queste domande potrebbero essere girate agli altri dirigenti francesi e mondiali di RSF, chiedendo di prendere una posizione netta di distanza e/o condanna delle affermazioni del segretario generale e chiedendo loro di pretendere una smentita ufficiale dal loro massimo rappresentante.

Una parola chiarificatrice che forse dovrebbero pretendere anche i giornalisti italiani.

Speciale diritti

Speciale voli e prigioni CIA

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