NEW del 25 gennaio 2006

 
     

Calipari : interrogazione alla Camera su scarsa collaborazione USA
di osservatoriosullalegalita.org

Sulla vicenda di Nicolo' Calipari viene presentata oggi alla Camera una interrogazione urgente presentata dall'on. Deiana al ministro degli esteri.

A seguito dei recenti sviluppi giudiziari sull'uccisione del funzionario del SISMI a Baghdad, il deputato chiede infatti di sapere se il Governo non ritenga necessario impegnarsi con urgenza affinche' le autorita' statunitensi prestino la loro collaborazione alla magistratura italiana e, in particolare, si attivino per la notificazione degli atti (rogatoria internazionale) che riguardano il soldato USA Mario Lozano, il quale non risulta al suo domicilio newyorkese, mentre fonti investigative avrebbero accertato che si sarebbe trasferito in una localita' sconosciuta.

A tutt'oggi - rileva il parlamentare italiano - non risulta che le autorita' statunitensi stiano collaborando al fine di rintracciare lo scomparso, mentre il ministro Fini, pur nominando nell'incontro con Dick Cheney e Condoleeza Rice la questione delle indagini su questa grave vicenda, "ha in qualche modo preso le distanze dalle conclusioni a cui sono giunte le indagini della magistratura italiana, sottolineando in un'intervista all Associated press come ci sia una netta distinzione tra il ruolo dei magistrati e la posizione del Governo in merito".

I pubblici ministeri contestano i reati di omicidio volontario e duplice tentato omicidio al soldato statunitense Mario Lozano, al quale, in particolare, viene contestato, considerate tutte le rilevanze emerse dalle indagini, di aver sparato non per legittima difesa, ma con l'evidente intento di uccidere. La ricostruzione della procura di Roma e' incentrata soprattutto sull'esito di una consulenza tecnica e stabilisce che la Toyota Corolla fu colpita da tre raffiche sparate da un'unica mitraglietta automatica M240, calibro 7.62, in dotazione all'esercito Usa; Calipari, per i consulenti, morì dopo essere stato raggiunto dalla seconda raffica.

"Esplodere numerosi colpi di mitragliatrice all'indirizzo dell'abitacolo di un'autovettura da una distanza così ravvicinata (la prima raffica tra i 100 ed i 130 metri di distanza) - sottolinea la relazione dei consulenti della Procura - è da giudicare indubbiamente condotta idonea e diretta a cagionare la morte degli occupanti". Secondo gli stessi esperti balistici si deve ritenere che i primi colpi siano stati esplosi da una distanza (approssimativa) compresa tra 100 e 130 metri, gli ultimi da una distanza (approssimativa) compresa tra 45 e 65 metri. Per gli stessi consulenti nominati dalla procura, sicuramente la prima raffica colpì l'autovettura in movimento - mentre procedeva ad una velocità valutabile in 60-65 chilometri orari - la seconda a una velocità valutabile in 44-54 chilometri orari, gli ultimi colpi la raggiunsero quando era ormai praticamente ferma.

Per le autorita' USA il caso Calipari e' da considerarsi chiuso alla luce delle conclusioni raggiunte dalla commissione statunitense che ha indagato sulla vicenda, ma i magistrati romani hanno ritenuto di depositare gli atti mettendoli a disposizione delle parti e sembra che abbiano intenzione di richiedere il rinvio a giudizio del soldato statunitense Mario Lozano, malgrado l'identificazione ufficiale di Lozano - in assenza di risposte da parte delle autorità americane alla rogatoria internazionale - non sia stata agevole.

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