NEW del 02 maggio 2005

 
     

Calipari : rapporto USA senza omissis rivela retroscena
traduz. e sintesi di di Gabriella Mira Marq e Rico Guillermo per Osservatorio sulla legalita'

Senza omissis, il rapporto americano sulla sparatoria che ha visto bersaglio Nicola Calipari, Giuliana Sgrena e l'agente del SISMI alla guida dell'auto illustra dapprima gli antefatti: la situazione delle violenze locali in generale riguardanti Baghdad ed in particolare relativi alla giornata in cui si e' svolto l'episodio nel corso del quale e' stato ucciso Calipari, il 4 marzo scorso; le circostanze e finalita' per cui si creano dei posti di blocco e le regole di ingaggio.

Questo punto spiega che i soldati sono addestrati a Fort Hood e presso il centro di addestramento nazionale come in Kuwait e Iraq. L'addestramento con le regole di ingaggio prevede i concetti di "forza crescente" per "intento ostile, atti ostili ed indentificazione positiva". In particolare "i soldati sono messi al corrente del diritto all'autodifesa, che permette loro di difendere se stessi e le forze della coalizione con tutta la forza necessaria a contrastare una potenziale minaccia".

"I soldati - afferma il rapporto - ricevono anche addestramento nella forza graduale, finalizzata ad insegnare loro un impiego di misure crescenti di forza non letale per individuare gli intenti ostili e prevenire accidentali ferimenti di civili". Secondo il rapporto, i soldati dovrebbero anche proteggere i detenuti e i civili, i feriti e i malati.

Anche i soldati del gruppo BP 541, quelli della sparatoria su Nicola Calipari, avevano ricevuto questo addestramento, considerato chiave dal Pentagono. Ma l'intero battaglione di cui facevano parte - ed essi stessi - avevano appena avuto anche una indagine riguardante una sparatoria su un civile alla guida di un'auto, ed a seguito di questa gli erano stati ribaditi gli insegnamenti riguardo un uso graduale della forza, con l'uso" di segni, luci chimiche, fari e forza graduale" per individuare le intenzioni ostili di chi giungeva ai posti di blocco.

Gli atti ostili sono identificati come "minacce o imminente uso della forza" contro militari USA o "forze amiche", persone o proprieta' sotto la protezione dei militari americani. Questo articolo e' copyright osservatorio sulla legalita'. I soldati sono autorizzati all'uso di forza letale "se un militare, la sua unita', altre forze USA, o determinate forze alleate sono attaccate o minacciate di attacco imminente". Il rapporto parla di "obiettivi legali e obiettivi illegali" e di danni collaterali, come ferimento di civili e distruzione di proprieta' di civili.

La notte del 4 marzo, afferma il rapporto, i soldati sapevano che la consegna era "shout, show, shove, shoot", e cioe' usare i fasci di luce verso un veicolo in avvicinamento fino massimo alla linea di allarme; mostrare le luci al laser verdi in direzione dell'autista sulla linea d'allerta; sparare colpi di avvertimento e, in caso di inutilita' di questi, sparare anche per uccidere. La sezione descrittiva dell'"incidente" inizia con la descrizione del luogo e delle persone coinvolte e prosegue indicando la missione assegnata ai soldati del posto di blocco, la dinamica della sparatoria e le fasi immediatamente successive. In conclusione vengono fatte alcune raccomandazioni.

Il gruppo di cui faceva parte la pattuglia era capitanato dal Capitano Drew e normalmente prestava servizio dalle 15 alle 23 ogni giorno. Mentre era in servizio la sera del 4 marzo il capitano ricevette due rapporti su due auto, una nera ed una bianca. Passo' l'informazione via radio ai suoi diretti subordinati, incluso il luogotenente Acosta, che la passo' ai soldati.

Le condizioni metereologiche avverse avevano impedito un viaggio in elicottero per un VIP (Negroponte, ndr), per cui l'ambasciata chiedeva che gli accessi alla strada "irlandese" verso l'aeroposto di Baghdad fossero bloccati per permettere il passaggio. Alle 19.16 il capitano Drew, considerando la situazione del nemico, decideva di piazzare un veicolo da combattimento Bradley sia al posto di blocco 542 che al checkpoint 543 e due HMMWV ciascuno al checkpoint 540 e al 541, assegnato al gruppo di Acosta. Segue una dettagliata descrizione degli spostamenti dei vari mezzi armati e dei sottoufficiali sui posti di blocco.

Il capitano Drew riteneva che il passaggio del VIP avrebbe richiesto lo stato d'allerta per non piu' di 15 minuti, ma vi furono due messaggi su frequenze diverse sovrapposti riguardanti la durata dell'operazione, denotando una disorganizzazione americana.

Acosta ed il sergente Brown si consultarono e posizionarono i veicoli armati, stabilendo quale punto fosse da considerarsi linea di pericolo, informandone i tiratori. I soldati erano: Peck, alla guida del veicolo, Lozano tiratore nella torretta da cui dominava il traffico in arrivo, lo specialista Mejia alla guida di un altro veicolo, con Domangue tiratore. Questo articolo e' copyright osservatorio sulla legalita'. Il rapporto prosegue descrivendo la versione americana della dinamica dell'incidente.

Calipari e Andrea Carpani (l'altro agente del SISMI di cui ad oggi in Italia non era stato rivelato il nome), si erano recati in una localita' nel distretto di Mansour a Baghdad e all'incirca verso le 20.30 ora locale avevano rilevato Giuliana Sgrena, mettendosi sulla via del ritorno. Durante il tragitto entrambi gli agenti fecero varie telefonate durante il tragitto con i cellulari. Nel rapporto sono illustrati anche i contenuti ed i destinatari delle telefonate, incentrate sulla logistica.

L'agente alla guida - che aveva esperienza di guida in Baghdad, indica il rapporto - stava prendendo in considerazione la via piu' diretta per l'aeroporto, ma, dice il rapporto, non guardava il tachimetro. Ne' lui ne' Calipari sapevano che la strada era bloccata, anzi erano convinti fosse aperta. Alle 20.45 i soldati USA del posto di blocco 541 erano ancora nella postazione che occupavano dalle 19.30. Nessuno di loro sapeva che gli Italiani stavano arrivando.

Secondo il rapporto USA l'autista italiano, impegnato nella conversazione, non teneva conto della velocita'. La luce di cortesia nell'auto era accesa e il guidatore aveva il finestrino aperto per avvertire possibili minacce. Sgrena e Calipari erano sui sedili posteriori e stavano parlando.

Il rapporto si spinge a valutare che l'"atmosfera nell'auto era un misto di eccitazione per la liberazione di Sgrena e di tensione per il piano che ancora doveva essere completato". Questo commento desta meraviglia: se gli USA sono al corrente perfino di questo dettaglio 'di colore', come e' potuto accadere l'"incidente"?

(continua)

Speciale pace e diritti


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Testo conferenza stampa Rice - Fini sulla vicenda di Calipari

Calipari: chiediamo giustizia e informazione

Sgrena-Calipari: prima vittima la verita'

Sgrena-Calipari sui blog del mondo

Sgrena-Calipari: il comunicato del Pentagono subito dopo la sparatoria