NEW del 19 luglio 2005

 
 
       
 

Caso Plame CIA : Rove è la gola profonda , Bush dovrebbe silurarlo
di
Rico Guillermo

Il presidente USA George W. Bush ha dichiarato che chiunque abbia commesso atti criminali nel suo staff sara' licenziato. La dichiarazione riguarda la vicenda CIA, in cui uno o piu' componenti del governo hanno partecipato alle rivelazioni sull'identita' di un agente della CIA, delitto penale negli Stati Uniti.

Allo stesso tempo, Bush ha ancora una volta svicolato di fronte ad una domanda diretta sul coinvolgimento nel caso del suo consigliere politico piu' importante, Karl Rove: "abbiamo un'indagine continua seria qui e sta avvenendo lontano dalla stampa".

Bush, che era in conferenza stampa in occasione della visita del primo ministro dell'India Manmohan Singh, ha parlato un giorno dopo che il reporter Mattew Cooper, del giornale Time, aveva ammesso che in una telefonata del 2003 con Rove per la prima volta senti' dire che Valerie Plame - la moglie di Joseph Wilson, un ex ambasciatore che criticava la gestione Bush - era un funzionario della CIA.

La CIA aveva inviato Wilson in Africa per verificare un rapporto secondo cui il governo del Niger aveva venduto uranio aell'Iraq per le armi nucleari e Rove avrebbe parlato della circostanza con Cooper. Rove invece aveva dichiarato davanti ad un gran giuuri' lo scorso anno di aver appreso del lavoro di Plame alla CIA dai giornalisti, non da fonti di governo.

Gli inquirenti che indagano sulla copertura saltata dell'ufficiale della CIA, tuttavia, hanno acquisito anche la prova di una e-mail con cui un funzionario dell'intelligence della Casa Bianca aveva saputo che Karl Rove aveva parlato al giornalista del ruolo segreto di Valerie Plame.

Rove aveva comunicato al collaboratore della sicurezza nazionale Stephen Hadley l'11 luglio 2003, via e-mail, di aver parlato con Mattew Cooper ed aver cercato di sviare alcune accuse che il marito di Valerie Plame stava facendo circa i rapporti di intelligence sbagliati sull'Iraq. Nell'appunto, Rove raccontava anche come Cooper avesse provato ad interrogarlo circa il fatto se il presidente Bush era stato danneggiato dalle accuse del marito di Plame, Joseph Wilson.

Ma anche un collaboratore di massimo livello del vicepresidente Dick Cheney era fra le fonti della storia di Time. Lo ha affermato il giornalista domenica. Fino alla settimana scorsa, la Casa Bianca aveva insistito per quasi due anni che il vicecapo del personale presidenziale Lewis Libby e il consigliere presidenziale Karl Rove non erano coinvolti, tuttavia l'amministrazione Bush ha smesso di insistere dopo le dichiarazioni di Cooper.

Bush aveva detto nel mese di giugno del 2004 che egli avrebbe silurato chiunque nella sua gestione fosse stato trovato responsabile della fuga di notizie che ha messo in pericolo la moglie di Wilson, Valerie Plame, rivelandone l'identita'. Ieri tuttavia ha parlato di necessita' che si tratti di crimine accertato.

La vicenda di Cooper e della CIA e' divenuta un caso negli Stati Uniti anche per un altro risvolto, relativo alla minaccia di prigione che il tribunale ha rivolto a Cooper e ad una sua collega, Judith Miller, qualora non avessero rivelato i nomi delle loro fonti. Cooper ha infine parlato, ma Miller no, ed e' attualmente in carcere, con sdegno e preoccupazione dei media americani.

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