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NOTIZIARIO del 10
novembre 2004
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Rocco
Buttiglione intervistato dal Sunday Times Praticamente sconosciuto all'estero fino a un mese fa, "Il professore", appellativo con il quale e' conosciuto in Italia, in preda al raffreddore, riceve John Follain nel suo grande appartamento in un quartiere borghese nei pressi di Roma. Parla con un tono di voce che e' poco piu' di un sussurro: e' la prima intervista dopo le dimissioni della settimana scorsa. Si offre di parlare in italiano o in inglese - parla sei lingue - l'ideale per un incarico all'Unione Europea. Dice: "Sono la vittima di una nuova forma di totalitarismo strisciante, che impedisce di porre certe domande. Chiunque non la accetti viene scomunicato". L'ultima parola e' significativa - nota l'intervistatore - Buttiglione fa spesso riferimento alla sua fede Cattolica Romana e non ha difficolta' ad ammettere di essere entrato in politica nel 1993, dopo che i vescovi italiani avevano rivolto un appello ai cattolici perche' entrassero in politica dopo il collasso della Democrazia Cristiana, un partito distrutto dalle indagini anti-corruzione. Si', ha detto all'audizione all'Europarlamento che l'omosessualita' e' un peccato, ma insiste di avere nello stesso tempo chiarito che cio' non aveva implicazioni politiche. "Io sostengo il principio di non-discriminazione, e se tutti i peccatori fossero delle pecore nere, nessuno si salverebbe, perche' di fronte a Dio siamo tutti peccatori. Io non pretendo di essere migliore di un omosessuale - spiega - Non sono un peccatore da quel punto di vista, ma forse lo sono per altri aspetti che sono anche peggiori. Quali potrebbero essere questi peccati? Buttiglione ride ed esclama: "Oh, ma lei non e' mica il mio confessore! Non glieli dico" e poi, tornando serio: "Peccato e' una parola talmente carica di emotivita', e sono tanto poche le persone che sanno cosa sia il peccato". Il giornalista accenna alla preminenza data ai valori religiosi e morali da Buttiglione come anche da Bush nella recente campagna elettorale. E se Buttiglione avesse cercato di tenere la discussione sulla religione fuori dal Parlamento Europeo o si fosse limitato a fare qualche blanda dichiarazione? Probabilmente a quest'ora avrebbe gia' preso possesso del suo ufficio a Bruxelles. Ma non siamo in presenza di un politico calcolatore che parla solo in funzione di un impatto positivo sulla propria popolarita'. Il concetto di autocensura gli e' talmente estraneo che Buttiglione fa una lunga pausa e poi dice: "Forse avrei potuto non parlare, ma vogliamo un'Europa in cui ci sia un libero scambio di opinioni, o vogliamo un'Europa in cui ci si nasconde sempre dietro a delle banalita'? Sfortunatamente la filosofia che ho studiato mi rende difficile il parlare senza dire nulla". Buttiglione si lamenta poi della stampa, che ha travisato le sue parole. In realta', racconta, dopo l'audizione, erano andati a congratularsi con lui molti parlamentari, compresi parecchi della sinistra, di cui pero' non fa i nomi, e migliaia di persone gli avevano manifestato il loro appoggio con lettere e messaggi. Ad una riunione con gli altri commissari designati, Buttiglione aveva visto il collega Peter Mandelson, che aveva definito i commenti dell'italiano 'privi di buon senso', e gli si era avvicinato: "Volevo chiarire le cose con lui, ma non solo questo. Gli esseri umani meritano rispetto, e non volevo che Mandelson pensasse che non lo rispettavo. Mandelson mi ha dato l'impressione di essere un uomo intelligente, che vive la propria omosessualita' senza fanatismi, pronto a dare ascolto. E' stato molto leale, e ho apprezzato il fatto che si fosse preso la briga di andare a vedere che cosa avevo detto esattamente". Dopo una descrizione dei giorni di incertezza, conclusisi poi con le dimissioni spedite nel momento "migliore per la Commissione, e meno dannoso possibile per il mio partito e il mio governo", dopo l'accenno all'intervento pubblico di Giovanni Paolo II per una risoluzione della crisi "con reciproco rispetto, e con uno spirito di buona volonta'", l'intervista giunge all'"unico momento in cui Buttiglione si e' improvvisamente chiuso a riccio di fronte ad una domanda a proposito di un commento inedito rivoltogli da Blair, e udito per caso da un testimone, alla cerimonia di Roma per la firma del Trattato Costituzionale Europeo. Blair gli si sarebbe avvicinato per dirgli: "E' un'enorme stupidaggine", ma Buttiglione, sorpreso a sentir menzionare l'episodio, si limita a rispondere: "Non ho avuto scambi d'opinioni con Blair". Puo' essere che sia insincero? Buttiglione sa bene che Blair ha irritato i parlamentari laburisti, secondo i quali egli non ha preso una posizione sufficientemente forte in loro favore e contro Buttiglione, e la frase di Blair costituisce l'indicazione piu' chiara della sua opinione sulla controversia. La fede Cattolica Romana ha aiutato Buttiglione nella crisi: "E' difficile parlarne, ma la fede non e' un qualcosa con un'identita' separata dalla nostra. La fede e' quello che siamo. Sono entrato in politica per testimoniare alcuni valori, e questo era un momento in cui era chiaro cosa la mia coscienza esigeva da me". A ripensarci e' felice - si blocca di fronte alla parola 'orgoglioso' - di aver avuto la forza di rimanere fedele alla sua posizione e alla sua "identita' morale". E' grato alla sua famiglia - a sua moglie, alle sue quattro figlie, e a suo genero - per il loro aiuto, e dice che l'esperienza ha rafforzato i legami familiari. Sua moglie lavora, ma Buttiglione vuole tenerla lontana dalla ribalta e non vuole che si pubblichino dettagli che riguardano la sua attivita'. La sua maggiore preoccupazione ora e' che la dura prova alla quale e' stato sottoposto non risulti inutile. "Non voglio vedere in futuro un simile totalitarismo." dice "Molte persone temono che, permettendo alla religione di influenzare le decisioni di ordine sociale e politico, verranno meno la tolleranza, il pluralismo e la liberta' degli uomini" ma, per Buttiglione, una chiara visione morale e' una parte essenziale del dibattito politico, ed e' un punto per il quale continuera' a combattere. Il Professore conclude con una citazione da Tommaso Moro, che fu decapitato durante il regno di Enrico VIII perche' si rifiuto' di rinunciare ai propri principi: "L'uomo non puo'essere separato da Dio, ne' gli affari di stato possono essere separati dalla morale". (Ma questa e' un'altra storia...). by www.osservatoriosullalegalita.org _____________ I
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