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NOTIZIARIO del 08
ottobre 2004
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Afghanistan
: ONU , il problema del voto segreto e democratico Circa 10 miloni di persone - di cui il 42% donne - saranno chiamate alle urne domani per la prima consultazione elettorale dell'Afghanistan a tre anni dalla caduta del regime dei Talebani e la prima dal 1919, anno dell'indipendenza. Il futuro presidente guidera' il Paese per i prossimi 5 anni. Il presidente Hamid Karzai e' il candidato favorito in una schiera di 18, perche' gode dell'appoggio internazionale e di quello dell'etnia Pashtun, che rappresenta circa il 40% degli Afghani. Fra i candidati anche una donna, Masuda Jalal, quarantunenne pediatra di Kabul madre di tre figli. Ma per le strade di Kabul si vedono ancora moltissime donne con il burqa. L'Afghanistan e' infatti arretrato e povero. L'Unicef ha denunciato che un bambino su nove ha buone probabilita' di morire prima di compiere un anno. Il 60 % delle case non ha accesso ad una fonte d'acqua pulita ed un terzo non dispone di servizi igienici. Circa l'80% della popolazione e' analfabeta, mentre il 45% dei bambini non frequenta la scuola elementare. Nonostante alcuni progressi, nel Paese esistono ancora molte sacche sotto il controllo dei capi tribu' e dei Talebani. Le donne sono i principali obiettivi della violenza e sono discriminate in un senso dagli attentatori, dall'altro dai funzionari governativi. Un recente rapporto dell'ONU rileva poi che i Talebani ed altri gruppi estremisti continuano ad intimidire gli Afghani contro il voto. Il rapporto dice che "la violenza e la minaccia continua di violenza" da parte dei Talebani ed altri gruppi" ha inciso riducendo il numero di elettori registrati per il voto, particolarmente nelle province del sud e potrebbe influire direttamente sulla possibilita' di effettuare tranquille elezioni. Inoltre, almeno una ventina di razzi sono caduti nelle ultime 24 ore. Due sono caduti all'alba di oggi nei pressi del quartier generale delle forze della coalizione internazionale a Kabul senza fare vittime e quattro a Jalalabad, 180 km a sud est della capitale, ferendo due bambini. Un altro razzo era caduto ieri sera a tre km dal Camp Invictia, la base dei mille uomini del contingente italiano dell'ISAF. Il candidato alla vicepresidenza per Karzai, Ahmad Zia Massud - fratello del leggendario leone del Panshir ucciso 3 anni fa - e' sfuggito due giorni fa ad un attentato dinamitardo a Faizabad, nel nord dell'Afghanistan, durante un comizio. Almeno due persone sono morte e decine sono rimaste ferite. Pochi giorni fa lo stesso Karzai era sfuggito ad un altro attentato. Altri attentati avevano preso di mira uffici elettorali dell'ONU ed e' per via di questi episodi che migliaia di uomini dell'esercito - alcuni dei quali Americani o della NATO - sono schierati nel Paese per garantire la sicurezza delle elezioni, che si svolgeranno in collaborazione con e Nazioni Unite. L'inviato speciale del segretario generale dell'ONU in Afghanistan, Filippo Grandi, ha detto a Kabul che "questi elementi meno positivi, forse inevitabili dopo 25 anni della guerra" sono equilibrati dal fatto che gli elettori afghani hanno la volonta' di riscatto e la possibilita' di scegliere un proprio governo. Grandi ha invitato pero' i media afghani a chiarire al pubblico che il voto e' segreto, commentando che "questa non e' una cosa ancora completamente capita dalla maggior parte degli Afghani." Del problema del voto segreto si sta interessando anche l'OSCE, la cui commissione in Afghanistan operera' sotto il coordinamento dell'ambasciatore Robert Barry. Egli ha confermato che "ci sono stati molti commenti da parte di candidati che il voto dell'elettorato afghano potrebbe non essere segreto. Noi non crediamo che sia vero". Barry spiega che "c'e' un sistema molto elaborato per proteggere il segreto del voto. Il conteggio, per esempio, non sara' fatto localmente o alivello regionale, ma in centri di voto centralizzati, dove ogni blocco di schede sara' mescolato con gli altri in modo che i voti individuali non possano mai essere riconosciuti". Tuttavia costituiscono un problema anche molti funzionari di governo, leader e militari locali o membri della polizia che parteggiano apertamente per un determinato candidato, dice il rapporto ONU, che parla di "attivismo elettorale continuato" con atti di intimidazione e coercizione. Barry commenta che "le leggi e i regolamenti preposti al comportamento di agenti ed osservatori sono molto chiari e non permettono di fare attivita' alettorale o fare pressioni sui votanti." E' la prima volta che l'OSCE e' coinvolto in elezioni riguardanti un Paese esterno ai suoi 55 membri. In totale vi saranno 14 gruppi OSCE dispiegati a Kabul e nei sette altri centri regionali e provinciali. Il loro ruolo e' verificare le procedure di preparazione del voto ed analizzare i sondaggi. Insomma, l'impegno di molte istituzioni internazionali e' massimo per ottenere elezioni che, dice convinto Grandi, saranno svolte in modo "democratico". Su questa certezza - condivisa dall'amministrazione USA e dal nostro governo - gettano tuttavia ombre sia i rapporti ONU che le testimonianze disinteressate delle ong, come Medici senza Frontiere, che quest'estate ha lasciato il Paese criticando aspramente l'azione del governo di Kabul e dello sponsor americano.
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Afghanistan: l'altro errore di Bush e di Blair Afghanistan: i Talebani uccidono 16 elettori Afghanistan, Costituzione: criticati troppi poteri al presidente La Conferenza internazionale dei donatori per l'Afghanistan
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