NOTIZIARIO del 28 luglio 2004

 
     

Medici senza frontiere lascia l'Afghanistan e accusa
di Rico Guillermo

L'organizzazione internazionale umanitaria Medici senza frontiere sta lasciando in queste ore l'Afghanistan dopo 24 anni, criticando il governo per la crescente situazione di insicurezza nel Paese mediorientale.

Ieri l'organizzazione - a giustificazione del suo ritiro - ha accusato anche le forze di coalizione a guida USA nel Paese di usare gli aiuti umanitari per scopi politici.

L'associazione di volontariato opera in molti Paesi del mondo in situazioni di emergenza e di rischio, ma ha detto che nell'attuale situazione afghana portare un aiuto indipendente alla popolazione locale e' impossibile ed ha parlato di "uccisioni, minacce ed insicurezza".

Cinque collaboratori di MSF sono stati uccisi il 2 giugno in un attacco mirato nella provincia di Badghis, sita nel nord ovest del Paese e precedentemente considerata sicura. Il coordinatore belga del progetto, Helene de Beir, il medico norvegese Egil Tynaes, l'esperto di logistica olandese Willem Kwint, un interprete afghano, Fasil Ahmad e l'autista, Bismillah, sono stati uccisi quando la loro Toyota Land Cruiser e' stata attaccata con granate ed armi da fuoco.

L'organizzazione umanitaria ha detto che il fallimento del governo afghano nel condurre una indagine credibile sugli omicidi e le minacce di futuri attacchi al gruppo di lavoro hanno indotto MSF alla decisione della partenza dall'Afghanistan. Fino agli omicidi, l'organizzazione curava malati in 13 province con 80 volontari internazionali e 1400 aiutanti afghani.

Un portavoce talebano ha rivendicato la responsabilita' degli attacchi ed accusato gli operatori di MSF di essere spie al soldo delle forze USA, avvisando che l'organizzazione resta un obiettivo degli insorti. L'accusa di spionaggio e' stata ovviamente respinta dai volontari, ma contemporaneamente essi hanno denunciato la cooptazione da parte delle forze a guida statunitense di tutti gli aiuti umanitari, il che rende impossibile operare in modo autonomo.

Il Paese e' in fibrillazione per le elezioni presidenziali di ottobre, che hanno fatto crescere in modo esponenziale gli attentati di Talebani, quasi tutti diretti verso uffici elettorali e verso donne che intendano esercitare il loro diritto di voto.

Le forze di coalizione sono presenti con vari progetti in Afghanistan. Anche l'Italia guida un progetto, quello di ricostruzione del sistema giudiziario, mentre Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Giappone guidano rispettivamente processi di smilitarizzazione e ricostruzione di polizia ed esercito. In quest'ambito si inserisce anche un progetto dell'UNICEF per la smobilitazione dei bimbi soldato.

Tuttavia i Talebani fanno rilevare lo stretto legame fra l'attuale presidente Karzai e l'amministrazione Bush, e denunciano le prossime elezioni come un tentativo degli USA di dare a Karzai una legittimazione democratica, rafforzando cosi' il proprio potere nel Paese.

Di sicuro c'e' la decisione presa due giorni fa dalla NATO di inviare in Afghanistan 3500 militari in piu' ed annunciata a Bruxelles dal segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jaap De Hoop Scheffer dopo un incontro con l'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Javier Solana.

In Afghanistan, la NATO e' gia' presente con 6500 militari dell'ISAF, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza cui partecipa anche l'Italia, con missione recentemente prorogata. In vista delle elezioni presidenziali del 9 ottobre, il contingente verra' portato a 10 mila uomini, con l'invio, tra gli altri, di un battaglione spagnolo ed uno italiano.

Se sotto il profilo militare l'Afghanistan e' ampiamente presidiato, lo stesso non poteva dirsi gia' oggi dal punto di vista umanitario. Malattie, poverta' ed analfabetismo travagliano il Paese nonostante i miliardi di dollari donati nella conferenza di Berlino di qualche mese fa, ed oggi con la partenza di Medici senza Frontiere la situazione non puo' che peggiorare.

E il terrorismo, nonostante le armate, prospera e fa proseliti soprattutto laddove i diritti e le necessita' elementari vengono calpestati.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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