NOTIZIARIO del 25 maggio 2004

 
     

Afghanistan , torture : gli altri errori di Bush e Blair
di Carla Amato

Un portavoce militare USA ha detto ieri che il generale di brigata USA Charles Jacoby ha cominciato una verifica su 20 strutture in area periferica colpita dagli attacchi di armate combattenti.

Il generale Jacoby sta investigando da cima a fondo tutte le procedure riguardanti detenuti in quello che e' il secondo Paese, dopo l'Iraq, dove sono stati denunciati abusi su prigionieri e morte vioenta di detenuti ad opera di forze occidentali. Lo scopo della rivista e' quello di "assicurare standard accettati a livello internazionale nel trattamento dei detenuti". Il portavoce ha rifiutato di identificare le prime due basi visitate, ma ha detto che esse si trovano nell'est dell'Afghanistan.

L'esercito USA ha recentemente annunciato nuove indagini penali in vicende collegate ad abusi su detenuti, incluso un ex colonnnello della polizia afghana, picchiato ed abusato sessualmente nel 2003 e rilasciato senza accuse. Ma le indagini criminali sulla morte di due internati nella prigione principale di Bagram nel 2002 proseguono da piu' di un anno. Entrambe sono state classificate come omicidi.

Una fonte ha detto di non poter confermare un rapporto del New York Times secondo cui un'unita' di intelligence militare che supervisionava gli interrogatorii nella prigione irachena di Abu Ghraib sarebbe sotto accusa anche per le condizioni detentive in quella afghana di Bagram dove sono morti i due prigionieri. Gli interrogatorii nel centro erano infatti condotti da un battaglione di intelligence proveniente dall'Iraq. L'ispettore generale della CIA e' sotto inchiesta per la morte di un altro detenuto in Afghanistan nel 2003.

Le forze USA hanno catturato centinaia di persone nelle prigioni Afghane dalla caduta dei Talebani nel 2001, nel tentativo di sgominare Osama Bin Laden e la sua rete Al Qaeda. Gli Stati Uniti li considerano "combattenti senza legge" e quindi non soggetti alle convenzioni di Ginevra, e potrebbero averne trasferiti in numero indeterminato a Guantanamo, dove da piu' di due anni non entra un avvocato.

Gruppi per i diritti umani hanno a lungo sottolineato che le autorita' USA hanno fallito con una politica di abusi in Afghanistan, argomentando che cio' ha acceso le simpatie per i militanti armati e che sono continuati li attacchi a dispetto della presenza di circa 20000 soldati a guida USA e 6000 componenti del corpo di pace a Kabul.

Ma gli USA e la Gran Bretagna, anch'essa massicciamente presente nel Paese, hanno fallito anche su altri fronti. Le promesse di rinascita dell'Afghanistan dopo la caduta dei Talebani sono miseramente fallite, e la speranza di vita degli Afghani si e' abbassata da 46 anni a 43. Altissima la mortalita' fra le donne a causa del primo fattore di rischio, le gravidanze, che sono numerosissime.

Le infrastrutture rimanenti sono fatiscenti, la produzione della droga continua (il 70% del Paese e' coltivato ad oppio), ed i Talebani stanno riprendendo il controllo di vaste aree. Inoltre l'esercito nazionale conta circa 6000 bambini soldato, anche se 2000 sono stati recentemente mandati a casa dal governo.

Un gruppo di esperti del ministero degli affari esteri britannico, di varia estrazione politica, ha recentemente visitato il Paese, tornandone inorridito per le condizioni di vita e per l'elevato fattore di rischio, affermando che si annuncia un nuovo Iraq. Sotto accusa l'indifferenza dell'Occidente. Gli esperti hanno dichiarato che mentre Bush e Blair programmano il futuro dell'Iraq la situazione si potrebbe ripetere nel Paese limitrofo con conseguenze tragiche.

Poco dopo il conflitto, Blair promise al popolo afghano: "Non vi abbandoneremo". Eric Ilsley, un membro laburista del comitato, ha affermato invece che l'Afghanistan e' "un Paese dimenticato".

by www.osservatoriosullalegalita.org

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