08 giugno 2007

 
     

USA : accuse a Bush , detenuti in carceri segrete come desaparecidos
di Rico Guillermo*

Mercoledi' sei gruppi per la difesa dei diritti dell'uomo hanno resa pubblica una lista di 39 persone che credono siano state incarcerate segretamente dagli Stati Uniti in luogo sconosciuto, ed hanno invitato l'amministrazione Bush a cessare tali detenzioni.

Fra i gruppi compaiono, oltre a due organizzazioni britanniche, Human Rights Watch, Amnesty International, Il Centro per i diritti costituzionali e il Centro per i diritti dell'uomo e la giustizia globale dell'Universita' di New York. Tre dei gruppi che hanno partecipato alla presentazione della lista stanno cercando di avvalersi della Legge americana sull'informazione per sapere cosa ne e' stato dei prigionieri.

La lista e' ricavata da inchieste dei media, interviste e documenti del governo, ed include i sospetti di terrorismo e coloro che si pensa possano avere legami con gruppi di militanti. In alcuni casi sono stati gli stessi funzionari USA a riconoscere che queste persone erano sotto la custodia degli Stati Uniti. In altri casi - hanno reso noto le associazioni per i diritti - ci sono altre prove, a volte imprecise, che siano stati almeno una volta in mani americane.

La lista include, per esempio, Hassan Ghul, un pakistano che è accusato di essere un membro di Al Qaeda e il cui arresto nel nord dell'Iraq nel gennaio 2004 era stato annunciato dal presidente George W. Bush. La stessa pratica delle detenzioni segrete fu ammessa lo scorso anno pubblicamente dal presidente americano che annunciava il trasferimento dalle strutture segrete della CIA a Guantanamo di 14 sospetti terroristi. L'ammissione suscito' commenti negativi soprattutto in Europa, dove sia il parlamento UE che il Consiglio d'Europa stavano indagando sui voli di extraordinary renditions e sulle presunte prigioni segrete della CIA sul nostro continente.

Meg Satterthwaite, dell'Universita' di New York, ha detto due giorni fa al New York Times che la nuova pratica americana riprende le scomparse degli avversari politici sotto le dittature dell'America latina ed ha ricordato che tale pratica e' illegale, indipendentemente da chi la mette in atto. L'amministrazione Bush difende le detenzioni segrete come necessita' della lotta al terrorismo e replica che il confronto con i passati regimi dell'America latina e' ingiusto, perche' chi e' stato preso dagli Americani non e' stato ucciso e alla fine sara' rivelato dove sia finito.

Un portavoce della CIA, Paul Gimigliano, ha detto alla stampa USA che nel combattere il terrorismo l'agenzia di intelligence si comporta "in accordo rigoroso con la legge americana" e che le azioni dell'agenzia "sono state molto efficaci" per interrompere progetti risparmiando vite. Ma in primo luogo le leggi americane sono state recentemente riviste proprio per rendere legali le procedure gia' in uso presso l'intelligence americana e considerate una violazione dei diritti dell'uomo in base al diritto internazionale, in secondo luogo gli stessi esperti del Pentagono stanno esprimendo critiche sui metodi di interrgatorio della CIA nelle strutture come Guantanamo o come quelle in Iraq e Afghanistan.

Tuttavia anche prima che le detenzioni segrete fossero confermate ufficialmente, la pratica ha ottenuto diffuse opposizioni, anche interne all'amministrazione Bush. William H. Taft IV, consigliere legale del dipartimento di Stato dal 2001 al 2005, vi si era opposto mentre era in carica ed anche oggi dice di non aver cambiato opinione. Egli sottolinea fra l'altro che chi detiene prigionieri segreti potrebbe coprire facilmente abusi commessi su di essi o dissimulare le loro morti.

* si ringrazia Claudio Giusti

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