06 giugno 2007

 
     

Guantanamo : giudici militari USA bloccano progetto di Bush
di R. Guillermo e G. M. Marq

Due decisioni dei giudici militari USA su Guantanamo mettono nuovamente George W. Bush nei guai.

Il presidente americano aveva infatti pensato di aver risolto il problema dei sospetti terroristi incarcerati senza prove e detenuti senza processo e senza scadenza istituendo commissioni militari che li avrebbero giudicati. Dopo il primo no della Corte Suprema, Bush aveva ottenuto dal Congresso - allora a maggioranza repubblicana - l'approvazione di una legge per 'legalizzare' tale sua scelta. In base ad essa non solo i detenuti civili sarebbero stati giudicati da commissioni militari, ma le prove potevano essere secretate anche agli stessi difensori, e pure estorte con metodi che in altri Paesi sarebbero definiti tortura. Tutte procedure confliggenti con il diritto internazionale ma anche - secondo molti legali USA - con la stessa Costituzione americana.

Ma al momento dell'applicazione, le corti militari hanno vanificato la stessa legge che le aveva istituite. I magistrati militari hanno infatti deciso lunedi' di non incriminare per crimini di guerra due detenuti, rispettivamente di Canada e Yemen, stabilendo che per la Legge sulle commissioni militari del 2006 essi non avevano giurisdizione sui casi. Il problema nasce dal fatto che la legge Bush prevede che possano essere processati dalle commissioni solo i 'nemici combattenti illegali' (definizione resasi necessaria per evitare che ignari cittadini stranieri che avevano fatto donazioni in buona fede ad organizzazioni umanitarie ma in realta' di finanziamento dei terroristi, divenissero potenziali imputati delle commissioni militari).

La procedura, quindi, prevede in teoria due passaggi: la valutazione da parte di un tribunale di revisione che deve definire il sospetto un "nemico combattente", e solo dopo un processo da parte di una commissione militare che giudichi le accuse rivoltegli. Nei casi di lunedi', poiche' un tribunale aveva gia' ritenuto ufficialmente entrambi gli uomini "combattenti nemici", la lettera della legge non ha permesso che i detenuti fossero processati.

I procuratori speravano di far processare dalle commissioni militari circa 80 dei 380 detenuti di Guantanamo, ma ora tale ipotesi sembra compromessa, infatti ad oggi, tutti i prigionieri di Guantanamo sono solo 'nemici combattenti' (come un prigioniero di guerra), ma non 'nemici combattenti illegali' (come una spia nemica), quindi non possono essere processati dalle commissioni militari.

La decisione dei giudici militari ha ravvivato negli USA il dibattito sui processi agli accusati di terrorismo. In passato le associazioni per i diritti umani ma anche stessi avvocati difensori di molti imputati di Guantanamo avevano protestato per i metodi giudiziari usati nei confronti dei loro assistiti. Per questi ultimi la critica era tanto piu' significativa in quanto si trattava di avvocati d'ufficio militari di carriera che rischiavano - in nome del diritto e dei diritti - di compromettere il proprio stesso futuro per un accusato che avevano visto - in molti casi - una sola volta per pochi minuti. Oggi sono gli stessi membri del congresso a sfidare l'amministrazione Bush su un sistema legislativo che, dicono, rifiuta adeguati diritti ai detenuti e deve ancora portare un singolo caso al processo.

"Dopo pu' di cinque anni le autorita' USA continuano a fallire nel provvedere ogni parvenza di giustizia per i sospetti terroristi detenuti a Guantánamo Bay". Ha commentato invece il presidente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, René van der Linden. "La legge sulle commissioni militari si e' mostrata un sistema inapplicabile come quello che ha rimpiazzato" ha continuato van der Linden, secondo cui "cercando di escludere le misure di sicurezza legali fornite dalla Costituzione degli Stati Uniti e dal diritto internazionale, il governo degli Stati Uniti sta sia offendendo la giustizia che insidiando la lotta al terrorismo".

L'esponente europeo ha quindi plaudito "alla coraggiosa e ferma testimonianza dei giudici e degli avvocati difensori militari, che indica che il rispetto per la norma di legge e la devozione alla Costituzione ancora esistono negli Stati Uniti". Questo nuovo intoppo, secondo Van Der Linden, "dovrebbe dare una pausa alle autorita' degli Stati Uniti per riflettere sulla loro cosiddetta 'guerra al terrore' ". Ma l'esito della riflessione per van der Linden potrebbe essere uno solo: Guantanamo deve essere chiuso immediatamente ed i detenuti liberati o portati subito per il processo davanti ad una corte correttamente costituita.

Venerdi' l'assemblea del Consiglio d'Europa approvera' il secondo rapporto del deputato Dick Marty (un ex giudice svizzero presidente ella Commissione sui diritti umani del Consiglio) sulla vicenda dei voli e prigioni CIA in Europa.

Speciale Guantanamo

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Tortura lecita per la legge americana