25 maggio 2007

 
     

Londra : giustizia , analisi su influenza dei media sulle giurie
di Giulia Alliani

Il Guardian annuncia oggi che, a Londra, l'attorney general, Lord Goldsmith, che ricopre la carica piu' alta nel sistema giudiziario inglese, ha intenzione di effettuare una ricerca analitica sugli effetti della copertura mediatica dei procedimenti penali sulle giurie.

Nel sistema inglese le giurie sono popolari, cioe' composte da comuni cittadini, e non tecniche, cioe' composte da giudici togati, come nel sistema italiano, e dunque in Inghilterra si presta sempre grande attenzione al pericolo che i media possano influenzare le decisioni dei giurati che, emesso il verdetto, non hanno il dovere di motivare tecnicamente la loro decisione.

Gia' alcuni studi internazionali - riferisce il Guardian - hanno dimostrato che i servizi giornalistici sui reati che compaiono nei media prima dei relativi processi hanno scarsa influenza sui giurati, anche nei casi piu' sensazionali.

Lord Goldsmith era stato criticato, pochi mesi fa, per aver bloccato una trasmissione della BBC a proposito dell'inchiesta "cash for honours" che riguarda personaggi di alto profilo, ma ora dichiara di voler cercare di fornire ai media un maggior numero di dettagli quando gli arresti riguardano personaggi importanti o casi di terrorismo. Ha detto infatti che vorrebbe prendere in esame la possibilita' che lo Stato "sia piu' trasparente in questo tipo di casi, pur adottando le dovute precauzioni e attenzioni", e tutto cio' allo scopo di moderare le indiscrezioni di tipo selettivo e i servizi scandalistici che non hanno un serio fondamento.

Lord Goldsmith vuole analizzare l'atteggiamento dei giurati nei confronti delle notizie fornite dai media. Generalmente si ritiene che il rischio di pregiudizio sia maggiore quando le notizie sono piu' vicine alla celebrazione del processo, e svanisca con il tempo ma, secondo Lord Goldsmith, questo effetto non e' mai stato seriamente verificato.

Lo studio analizzera' "comparativamente l'impatto di varie forme di comunicazione delle notizie - nazionale e locale, trasmessa e stampata, via internet, etc. - e fino a che punto i giurati riescono veramente a mettere da parte le notizie che hanno visto o sentito". I risultati dello studio potrebbero indurre significativi cambiamenti nelle leggi che regolano l'oltraggio alla corte, anche se le pressioni dei media in concorrenza fra loro, e la forte richiesta di informazione da parte del pubblico, non devono assolutamente prevalere sul diritto a un processo equo.

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