22 febbraio 2007

 
     

Giustizia : penalisti ribadiscono critiche a riforme Mastella
di Mauro W. Giannini

L'Unione Camere Penali ha colto il momento dell'apertura della crisi di Governo, per sottoporre all'attenzione delle forze politiche la posizione dei penalisti sulle riforme della giustizia.

L'UCPI ribadisce "nel modo più fermo i giudizi radicalmente negativi sulla linea di politica della giustizia coltivata dal Governo Prodi.... In particolare, il ddl delega di riforma dell'ordinamento giudiziario reiteratamente preannunciato dal Ministero della Giustizia, se confermato, è inaccettabile e rappresenta una grave involuzione del sistema giudiziario italiano: un vero e proprio atto di restaurazione. Scompare il pur timido tentativo di distinzione ordinamentale delle funzioni, che aveva caratterizzato la precedente riforma e sconfessa sul punto lo stesso programma di governo presentato agli elettori dall'attuale maggioranza".

Benché sia stata abbandonata l'ipotesi di accesso del "corso concorso", poi, secondo i penalisti permane la questione della separazione delle funzioni fra giudici e pubblici ministeri, che a giudizio dell'UCPI, genera gravissime ripercussioni sui principi fondamentali del "giusto processo", previsti dall'art. 111 della Costituzione, come processo di parti in condizioni di parità davanti ad un giudice terzo e imparziale. Ma "l'intero progetto è ispirato alle logiche invasive e condizionanti della magistratura in grado di minare gli stessi principi fondamentali dello stato liberale" in controtendenza rispetto agli ordinamenti delle democrazie liberali occidentali.

Critiche anche alle ipotesi di interventi urgenti sul codice di procedura penale, che "oltre a essere inefficaci" per lo scopo dichiarato di accelerare il processo penale, "rappresentano una sorprendente opera di demolizione del modello del processo di parti e dei principi del giusto processo". Infine la questione della modificare la disciplina dell'ordinamento forense, che secondo i penalisti, "nel quadro della più malintesa idea di liberalizzazione, hanno di mira il ruolo costituzionale dell'Avvocatura, che si vuole indebolire affinché nel processo si affermi il potere prevaricante del magistrato".

L'UCPI ribadisce che "ferma e decisa sarà la risposta di tutti i penalisti italiani per contrastare una deriva restauratrice e illiberale in difesa dello stato di diritto, della Costituzione, dei diritti e delle garanzie dei cittadini".

Speciale giustizia

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