NEW del 17 ottobre 2006

 
     

Giustizia : incontro governo - magistrati
di Mauro W. Giannini

Si è svolto questa mattina a Palazzo Chigi un incontro tra Governo e rappresentanti della Magistratura sulla Legge finanziaria 2007.

Per il Governo erano presenti il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta, per la Magistratura la Giunta dell'ANM guidata dal presidente, Giuseppe Gennaro, e i presidenti delle Associazioni delle magistrature 'speciali'.

Secondo il governo si e' trattato di un confronto positivo che e' servito ad esaminare le questioni relative all’art. 64 della finanziaria in vista di un incontro di approfondimento in sede tecnica che si terra' il 25 ottobre. L'ANM - che ha ipotizzato anche azioni di mobilitazione e autotutel - ha presentato nell'occasione a Prodi un documento che illustra rilievi e proposte "per il contributo dei magistrati all'opera di risanamento finanziario e di rilancio economico del Paese".

I magistrati fanno rilevare che nel nostro ordinamento essi non contrattano la propria retribuzione ma ottengono solo aumenti corrispondenti alla media degli incrementi delle retribuzioni degli altri pubblici dipendenti, quindi subiranno le stesse riduzioni gia' preventivate per gli aumenti contrattuali nel settore del pubblico impiego e per di piu' pagheranno imposte certe, in quanto dipendenti. Tuttavia, rilevano, la legge finanziaria dimezza sia gli aumenti per le c.d. classi stipendiali sia gli aumenti per gli scatti di anzianità - penalizzando tutti i magistrati, che per legge hanno rigorosi divieti di svolgimento di attivita' economiche, non ricevono benefit di alcun tipo, non svolgono arbitrati e sopperiscono quotidianamente con i propri mezzi economici alle vistose carenze di mezzi dell'amministrazione giudiziaria.

Inoltre la legge finanziaria penalizza notevolmente i giovani, in quanto la “prospettiva” retributiva di un magistrato oggi entrato in carriera verrebbe decurtata di oltre il 30% cento, mentre normalmente sono proprio i giovani magistrati a sopportare le maggiori spese, per gli oneri di famiglia e le sedi disagiate cui sono assegnati, il ch potrebbe anche distogliere i migliori laureati in giurisprudenza dall'intraprendere la professione di magistrato. Infine viene pesantemente ridotto anche il trattamento pensionistico.

In altra occasione i magistrati avevano ricordato come anche la Corte Costituzionale abbia evidenziato che l'indipendenza della magistratura e' garantita anche da una retribuzione adeguata. Oggi i magistrati ricordano anche il "malessere" per l'entrata in vigore di molte delle norme del nuovo ordinamento giudiziario (già giudicate dai magistrati inadeguate e per più aspetti punitive) e che solo in parte dovrebbero essere sospese o modificate dal parlamento, talvolta con soluzioni che destano forti preoccupazioni come nel caso del decreto sugli uffici di Procura.

Nelle prospettate misure economiche unite a quelle legislative, la magistratura vede una lesione della dignita' professionale del proprio lavoro e della propria effettiva indipendenza ed una pericolosa deriva verso il deperimento e la mortificazione sociale, economica ed istituzionale del ruolo del giudice e del magistrato del pubblico ministero.

Per queste ragioni l'ANM chiede che sia cancellata la riduzione della retribuzione, che ogni valutazione e scelta legislativa in merito alla retribuzione ed alla progressione economica dei magistrati sia compresa nella legge sull'accesso, la formazione e la carriera dei magistrati destinata ad essere approvata entro il luglio 2007 e che l'evoluzione della retribuzione del magistrato sia collegata a "valutazioni periodiche di professionalità", cioè ad approfondite verifiche della 'quantità' e 'qualità' del lavoro svolto che misurino la laboriosità, la tempestività ed il grado di reale efficienza dell'attività giudiziaria svolta dal singolo.

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